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Tra Italia, Spagna e Portogallo si è tenuta una delle più grandi proteste del movimento contro l’overtourism Armati di pistole ad acqua, trolley e santini, i manifestanti sono scesi in piazza per tutto il fine settimana appena trascorso.
Will Smith ha detto che rifiutò la parte di protagonista in Inception perché non capiva la trama Christopher Nolan gli aveva offerto il ruolo, ma Smith disse di no perché nonostante le spiegazioni del regista la storia proprio non lo convinceva.
Hbo ha fatto un documentario per spiegare Amanda Lear e la tv italiana agli americani Si intitola Enigma, negli Usa uscirà a fine giugno e nel trailer ci sono anche Domenica In, Mara Venier e Gianni Boncompagni.
Le prime foto della serie di Ryan Murphy su JFK Junior e Carolyn Bessette non sono piaciute a nessuno La nuova serie American Love Story, ennesimo progetto di Ryan Murphy, debutterà su FX il giorno di San Valentino, nel 2026.
Il video del sassofonista che suona a un festa mentre i missili iraniani colpiscono Israele è assurdo ma vero È stato girato durante una festa in un locale di Beirut: si vedono benissimo i missili in cielo, le persone che riprendono tutto, la musica che va.
Dua Lipa e Callum Turner si sono innamorati grazie a Trust di Hernan Diaz Il premio Pulitzer 2023 è stato l'argomento della prima chiacchierata della loro relazione, ha rivelato la pop star.
In dieci anni una città spagnola ha perso tutte le sue spiagge per colpa della crisi climatica  A Montgat, Barcellona, non ci sono più le spiagge e nemmeno i turisti, un danno di un milione di euro all’anno per l'economia locale.

Di cosa parla il libro con cui Brigitte Giraud ha vinto il premio Goncourt

03 Novembre 2022

Brigitte Giraud ha vinto l’edizione 2022 del Premio Goncourt con Vivre Vite. Pubblicato da Flammarion e scritto vent’anni dopo il fatto che racconta, il libro racconta la catena di eventi che ha portato alla morte di Claude, il marito dell’autrice, il 22 giugno del 1999, esplorando le cause dell’incidente in moto che lo ha ucciso e i possibili movimenti del destino che avrebbero potuto impedirlo. Il presidente della giuria Didier Decoin ha detto che il libro «pone la domanda: “Perché?” Quali sono gli ingranaggi dell’orologio del fato che si sono intrecciati per portare a questo evento?». Pierre Assouline, un altro giurato, l’ha descritto come «un libro di grande sensibilità che racconta una storia assolutamente universale, dal momento che tutti hanno vissuto l’esperienza di aver perso qualcuno e di tornare indietro nel tempo per dire: “E se?”».

I 10 membri dell’Accademia di Goncourt, la società letteraria francese che assegna il premio, hanno fatto la loro proclamazione a mezzogiorno al ristorante parigino Drouant, dove dal 1914 vengono proclamati i vincitori. Brigitte Giraud, tredicesima donna a ricevere il premio in 120 anni (tra le altre Simone de Beauvoir e Marguerite Duras), è anche autrice di altri romanzi e raccolte di racconti in cui la perdita è un tema centrale. Come si legge sul New York Times, arrivata a Drouant poco dopo l’annuncio del premio, Giraud ha detto che, questa volta, il destino è stato dalla sua parte: «Forse le parole aiutano a invertire le sorti». La vittoria di Giraud non era affatto scontata: diversi commentatori avevano predetto che quest’anno avrebbe vinto Il mago del Cremlino di Giuliano da Empoli (da noi uscito con Mondadori). Pubblicato in Francia poco dopo l’invasione dell’Ucraina, ha venduto più di 100mila copie.

L’anno scorso a vincere il premio era stato lo scrittore senegalese Mohamed Mbougar Sarr (Dakar, 1990) che con La più recondita memoria degli uomini è diventato il primo autore dell’Africa sub-sahariana a vincere il premio Goncourt (qui la nostra intervista). Rivolgendosi ai giornalisti, Giraud ha ringraziato l’Accademia Goncourt per aver riconosciuto la dimensione universale di un’opera così “intima” e che questo tipo di scrittura così personale «ha senso solo se risuona con il collettivo, con la società, con un periodo, con una storia». Una riflessione che potrebbe funzionare molto bene anche per descrivere il lavoro di Annie Ernaux, vincintrice del Nobel per la letteratura con i suoi libri autobiografici, ma fa anche pensare al capolavoro di Joan Didion, L’anno del pensiero magico.

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