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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

La storia dei tiktoker russi che fanno propaganda per il governo

07 Marzo 2022

Che i social media facciano parte dell’arsenale bellico impiegato ormai in qualsiasi conflitto nel mondo è cosa nota: le parole della propaganda e i messaggi delle Resistenza passano entrambi dalle piattaforme, strategie offensive e tentativi di difesa consistono anche di hashtag e tendenze. La guerra tra Russia e Ucraina, ovviamente, non fa eccezione. In particolare, in questi giorni si è discusso molto del ruolo che TikTok sta occupando nel racconto del conflitto: per come è stata pensata e per gli utenti che la usano (soprattutto la Generazione Z, i giovanissimi), della piattaforma di ByteDance si sta parlando come del primo social “di guerra” della storia. E, si sa, una parte fondamentale di ogni guerra è la propaganda.

Negli ultimi giorni sono girati molto sui social dei video realizzati (e poi cancellati) da alcuni tiktoker russi. Tutti questi video riportavano l’hashtag #давайзамир (traducibile più o meno con l’inglese #letsgoforpeace) ma, soprattutto, in tutti questi video i giovanissimi protagonisti pronunciavano diverse frasi praticamente tutte identiche le une alle altre, un fatto che in molti ha fatto sorgere il sospetto che si trattasse di affermazioni prese da una sorta di “comunicato”, redatto da altri (agenzie governative?) e che i tiktoker avevano accettato di “recitare” ai loro follower previo pagamento. «Tutti stanno dando la colpa alla Russia, facendo finta di non vedere che il Donbass è stato sotto attacco per otto anni», «per favore consultate tutte le fonti d’informazione, stiamo combattendo per la pace», queste due delle frasi che ricorrono più spesso nei video in questione. Il fatto che i video siano stati cancellati dopo che sui social media si è cominciato a sottolineare le stranezze che vi erano contenute non fa che rafforzare i sospetti di uno sforzo propagandistico del governo russo. Oltre a questo, ci sono anche le testimonianze di altri tiktoker russi, che hanno pubblicato dei messaggi in cui affermano di aver ricevuto offerte di pagamento per postare simboli della pace e pubblicare messaggi in cui si racconta la Russia come impegnata a porre fine al conflitto.

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