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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Il wasabi rischia di sparire

09 Febbraio 2022

Il wasabi, uno dei profumi e dei sapori fondamentali della cucina giapponese, rischia di sparire, secondo quanto raccontano Motoko Rich e Makiko Inoue in un reportage pubblicato dal New York Times. Ovviamente, il problema riguarda il vero wasabi, non il prodotto che siamo abituati a vedere tra gli scaffali del supermercato, quei tubetti colorati al cui interno certe volte c’è un miscuglio di wasabi e rafano tinto di verde grazie ai coloranti, mentre altre volte, in quei tubetti, di vero wasabi non c’è traccia. In Giappone, nei ristoranti amati dagli intenditori e dai turisti che vogliono assaggiare la cucina giapponese autentica, il wasabi si consuma fresco, grattugiato sul momento. È questo il wasabi che rischia di scomparire.

C’entra il riscaldamento climatico, ovviamente. L’innalzamento delle temperature è un problema enorme: le piante di wasabi sono estremamente delicate, impiegano più di un anno per maturare e necessitano di una temperatura che non vada oltre i 21 gradi per crescere bene. Con le continue ondate di calore che hanno colpito il Giappone negli ultimi anni, di piante ne crescono sempre meno e sempre peggio: tante marciscono prima di raggiungere la maturazione.

Ma la crisi climatica non è l’unico problema che i coltivatori di wasabi devono affrontare. Ci sono anche questioni “locali” che complicano parecchio il loro lavoro e la loro vita: nel secondo Dopoguerra, nello sforzo di ricostruzione del Paese, i governi dell’epoca cambiarono la flora delle zone montane in cui il wasabi viene tradizionalmente coltivato. A un Paese da ricostruire servivano cedri e cipressi da tagliare e da usare nell’edilizia. Oggi, i coltivatori di wasabi dicono che l’onnipresenza di questi alberi ha peggiorato la qualità dell’acqua necessaria al wasabi per crescere bene. Sempre più piante nascono e crescono con malattie che le rendono, di fatto, invendibili. E poi c’è la questione dell’incuria nella quale sono state abbandonate molte foreste: questo ha portato a una proliferazione di cinghiali e cervi che, non trovando più cibo a sufficienza in altura, si avvicinano sempre di più alle zone in cui vivono i coltivatori di wasabi, arrivando spesso anche a rovinare i campi coltivati. Infine, esiste una questione “generazionale”, per così dire: i figli e i nipoti di coloro che oggi coltivano il wasabi sono sempre meno interessati a ereditare quella che spessissimo è un’attività familiare.

Nell’ultimo decennio, nella regione di Shizuoka (una delle più importanti per quanto riguarda la coltivazione del wasabi), la produzione del wasabi si è più che dimezzata. Secondo una ricerca del Ministero dell’Agricoltura giapponese, per l’esattezza la diminuzione della produzione è stata addirittura del 55 per cento.

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