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Il Guardian ha raccolto le notizie più assurde del 2021

20 Dicembre 2021

Per descrivere il 2021 basta ricordare tre fatti, probabilmente i tre eventi più importanti avvenuti quest’anno: a gennaio i militanti trumpiani prendevano d’assalto Capitol Hill, uno dei momenti più sconvolgenti nella storia della democrazia americana e della cronaca politica occidentale; in estate l’Afghanistan è tornato nelle mani dei Talebani, che ci hanno messo pochissimo a riportare il Paese a vent’anni fa, al giorno prima dell’arrivo dei militari occidentali; nelle ultime settimane non abbiamo parlato di altro che dell’arrivo della variante Omicron, una nuova, deprimente svolta nella storia di una pandemia che sembra ostinarsi a non finire mai davvero. Un anno memorabile, certo, ma anche terribile. E forse è per questo che un articolo come quello pubblicato dal Guardian sulle notizie più strane del 2021 è, in questo momento, un comic relief abbastanza necessario.

La lista del Guardian è divista in quattro categorie: “Animali”, “Storie surreali dalla pandemia”, “Social Media” e “Guerre Generazionali”. Nella categoria “Animali” il premio non va solo alle stranezze che Madre Natura è capace di regalare, ma anche ai titolisti dei giornali, capaci con pochissime parole di raccontare alla perfezione l’assurdità di alcune situazioni: il concorso di bellezza per cammelli in Arabia Saudita, dove 40 animali sono stati squalificati a causa di botulino e ritocchi estetici; il quartiere di una città texana “conquistato dai cinghiali selvatici” (allora è vero che questi problemi non ci sono solo a Roma); e, soprattutto, la storia dei cinghiali selvatici (ancora loro) che hanno scippato la borsetta di Shakira dentro un parco di Barcellona.

Nella categoria “Storie surreali dalla pandemia” c’è anche un po’ d’Italia: la storia del no-vax di Biella che si è presentato al centro vaccinale con un braccio di silicone ha appassionato anche gli inglesi. E la concorrenza era piuttosto agguerrita, in questa categoria: è vero che ormai dimentichiamo quasi tutte le notizie nel momento stesso in cui finiamo di leggerle, ma è difficile cancellare dalla memoria la conferenza stampa con cui il Ministro della salute di Trinidad & Tobago ha dovuto rassicurare i suoi concittadini che no, Nicki Minaj aveva torto, il vaccino anti-Covid-19 non provoca gonfiore ai testicoli. La pop star, qualche giorno prima, aveva letteralmente detto che questa cosa l’aveva saputa da suo cugino, costretto, a suo dire, ad annullare il matrimonio a causa del fastidiosissimo problema presentatosi subito dopo la somministrazione del vaccino.

Nella categoria “Guerre generazionali”, se ci fosse da decidere un vincitore sarebbe sicuramente questo: «Un escursionista dato per disperso per 24 ore ha ignorato le telefonate dei soccorritori perché provenivano da un numero sconosciuto». I social media, poi, hanno dato anch’essi la loro parte di soddisfazioni: il metaverso di Zuckerberg è diventato immediatamente materiale per meme («Zuckerberg annuncia la creazione di un mondo di fantasia in cui Facebook non è un’azienda orribile», ha titolato Vice), ma almeno ha avuto il merito di far ridere. Non si può dire esattamente la stessa cosa del boss di Instagram, Adam Mosseri: «Sappiamo che a causa dell’esistenza delle automobili muoiono più persone di quante ne morirebbero se le macchine non esistessero, ma non c’è dubbio sul fatto che le automobili creino, per il mondo, più valore di quanto ne distruggono. E penso che per i social media valga lo stesso ragionamento». Non il miglior pitch. Il meglio, però, il Guardian lo ha lasciato alla fine. Basta il titolo: «Vescovo si dimette dopo essersi innamorato di una scrittrice di romanzi a tema erotico-satanista».

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