È un genere esploso negli ultimi dieci anni ma che forse è stato già superato dai fatti: la crisi climatica ormai è parte della nostra quotidianità e la narrativa non può che adattarsi di conseguenza.
Christopher Walken ha distrutto di proposito un’opera di Banksy
Banksy può non piacere, ma è sicuro che per distruggere una sua opera bisogna essere molto stupidi o molto ricchi. O Christopher Walken. Un graffito dell’artista inglese è stato infatti coperto di vernice dall’attore nell’episodio finale della serie della Bbc The Outlaws. I sei episodi della serie, creata da Stephen Merchant e dallo scrittore e produttore statunitense Elgin James, raccontano le vicende di un gruppo di disadattati intenti a ristrutturare un edificio abbandonato a Bristol, svolgendo lavori socialmente utili per espiare i propri crimini. Nell’ultimo episodio, andato in onda l’altro ieri su Bbc iPlayer, Christopher Walken armato di rullo da imbianchino copre un Banksy che raffigura un topo con una bomboletta di vernice con il nome dell’artista in rosso. Secondo fonti dello show, citate dal Guardian, l’opera sarebbe autentica: «Possiamo confermare che l’opera d’arte alla fine di The Outlaws era un Banksy originale e che Christopher Walken ci ha dipinto sopra, durante le riprese della scena, distruggendola», hanno fatto sapere dalla Big Talk Productions.
Christopher Walken painted over a Banksy painting on the side of a building in Bristol, the artist's hometown, on an episode of the BBC's "The Outlaws" that aired Wednesday night. The show's production company confirmed that the artwork was an original. https://t.co/Es7IboyftF
— The New York Times (@nytimes) November 11, 2021
Nonostante la maggior parte delle sue opere siano sui muri di tutto il mondo, Banksy è uno degli artisti più quotati: basti pensare che Sotheby’s ha venduto a Londra il mese scorso un’opera, “Love is in the Bin, “parzialmente distrutta” a 22 milioni di euro, superando di parecchio le stime (tra i 4,5 milioni e 7 milioni) e fissando il suo record personale. Ironia, satira e manipolazione dei media sono il pane quotidiano per l’artista: nel 2018 lo stesso quadro venduto dalla casa d’aste londinese si è autodistrutto pochi istanti dopo essere stato acquistato per 1,4 milioni di dollari, grazie a un trita-carta nascosto nella cornice.

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.