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L’assessore ai grandi eventi del comune di Roma sta facendo di tutto per portare gli Oasis in città Anche se al momento la reunion dei fratelli Gallagher non prevede l'Italia, Roma si è già fatta avanti con insistenza. 
La campagna pubblicitaria di Sydney Sweeney per American Eagle è sempre più un caso politico Dopo le polemiche sullo slogan scelto per accompagnare le foto a difendere l’attrice è intervenuta anche la Casa Bianca.
È morto Robert Wilson, il regista che inventò l’opera teatrale totale Con spettacoli come Einstein on the Beach portò musica, videoinstallazioni e l’interdisciplinarietà a teatro, modernizzandone il linguaggio.
Dopo otto anni di studio non stop, la Lofi Girl si è finalmente diplomata Il volto dell’amatissimo canale YouTube ha mostrato il diploma su TikTok, dopo aver tenuto compagnia a milioni di studenti e lavoratori.
In Nepal oltre il 70 per cento delle auto vendute è elettrico In soli cinque anni il tasso di auto elettriche in circolazione nel paese ha raggiunto quello di Norvegia e Singapore. 
Hollywood sembra intenzionata a dare un sequel a tutte le commedie romantiche degli ultimi trent’anni Mentre si gira "Il diavolo veste Prada 2" sono stati annunciati i ritorni di "Il matrimonio del mio migliore amico" e "Sognando Beckham".
A Newton, in Massachusetts, i residenti stanno protestando perché è stata rimossa la bandiera italiana dipinta su una strada La linea tricolore era un simbolo storico: la sindaca ha difeso la scelta parlando di esigenze di sicurezza stradale.

“L’urlo” di Munch è il quadro perfetto per quest’epoca, secondo il Guardian

16 Gennaio 2019

In vista dell’inaugurazione ad aprile della mostra Edvard Munch: Love and Angst al British Museum, il Guardian ha ripercorso le tappe che hanno reso “L’urlo” una delle opere d’arte più note in assoluto. La tesi del quotidiano è che, a differenza di altri capolavori, il dipinto in questione sia il simbolo più appropriato degli attuali sconvolgimenti politici, sociali, tecnologici, capace insomma di interpretare lo Zeitgeist. Anche Hugo Chapman, responsabile del dipartimento del museo che ospiterà le tavole di Munch, è convinto della sintonia fra “L’urlo” e le ansie odierne. Secondo il Guardian, questo “culto” collettivo sarebbe iniziato nel febbraio del 1994, quando l’originale fu rubato nella National Gallery di Oslo; un caso risolto in pochi mesi, che però contribuì ad aumentare il buzz intorno all’opera, come del resto il furto della seconda versione, anch’essa poi recuperata. Dagli anni Novanta, “L’urlo” è entrato nell’immaginario collettivo, accompagnando il cambiamento in negativo degli umori generali, specialmente dopo l’11 settembre, quando il soggetto della tela diventò una sorta di icona per racchiudere le nostre principali paure. Alla sua fama hanno nel tempo contribuito dinamiche eterogenee: dal successo dell’horror Scream, in cui il killer indossava una maschera bianca ispirata al quadro, alle pubblicità di una catena di pub britannica, dal merchandising a tema dell’artista-imprenditore Robert Fishbone alla celebre emoji della faccina spaventata, onnipresente nei messaggi su social network e non; di recente, il dipinto è stato associato a eventi di grande rilevanza, su tutti l’elezione alla Casa Bianca di Trump nel 2016, commentata dal fumettista Peter Brookes con la vignetta del giuramento del presidente, salutato da una folla di persone simili in tutto e per tutto a “L’urlo”.

Del resto, la stessa realizzazione dell’opera fu accompagnata da stati d’animo dirompenti: già nel 1892, la tela “Sick Mood at Sunset. Despair” di Munch presentava le stesse caratteristiche (colori accesi, il sentiero affacciato sul fiordo, il parapetto, le due figure allungate sulla sinistra) poi accentuate nelle quattro versioni di “Skrik” (titolo originale del quadro), con l’aggiunta della figura urlante in primo piano; disegni ispirati alle sensazioni vissute dall’artista, che in seguito avrebbe parlato di «un grande urlo infinito che pervadeva la natura». Una rappresentazione plastica di un senso quasi opprimente di angoscia e disperazione, dunque, e l’articolo ricorda come la miglior arte sia proprio quella catartica, in grado di «riconnetterci con esperienze demoniache ed estatiche che sfidano la noia del mondo».

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