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Il governo spagnolo ha approvato la settimana lavorativa corta Se la legge dovesse essere approvata anche dal Parlamento, 12 milioni di persone lavoreranno due ore e mezzo in meno alla settimana.
Plestia Alaqad, una delle più famose giornaliste palestinesi, ha pubblicato il suo diario di guerra Lo ha intitolato The Eyes of Gaza, un libro per raccontare alle future generazioni che cos'era la vita a Gaza prima della guerra e cosa ne è rimasto dopo.
Grazie a una collaborazione tra Cinecittà e New York è stata realizzata la più grande retrospettiva su Monica Vitti E anche la prima mai fatta negli Usa: si intitola "Monica Vitti: La Modernista" e raccoglie 14 tra i più bei film dell'attrice.
Per la prima volta nella storia, un fumetto ha vinto il Premio Pulitzer  L'unico precedente è stato Maus nel '92, che però vinse nella categoria Special Awards and Citations.
Anche i cardinali stanno guardando Conclave per prepararsi al Conclave Stando a fonti vicinissime al Vaticano, tutti i cardinali che lo hanno visto hanno trovato il film molto realistico.
È morto Enrico Baleri, il designer che ha inventato la sedia Spaghetti Aveva 83 anni e nel 1979 disegnò, assieme a Giandomenico Belotti, un oggetto che è diventato un'icona del design italiano.
Il Ceo di Pop Mart ha guadagnato un miliardo e mezzo di dollari in una settimana grazie ai Labubu Ora il 38enne Wang Ning ha un patrimonio personale di 16,1 miliardi di dollari.
La Città del Vaticano “spegnerà” la sua rete telefonica per tutta la durata del Conclave Una misura drastica ma, a quanto pare, necessaria per garantire la segretezza dell'elezione del Papa.

Quattro mercati milanesi che ci piacciono

Quinto Alpini, San Marco, Fauché, Garigliano: indirizzi e caratteristiche delle più interessanti bancarelle rionali del capoluogo.

di Studio
01 Dicembre 2017

Va bene i mercatini d’eccezione, gli appuntamenti a tema tipo l’East Market sul vintage. Va bene le feste di quartiere, le fiere natalizie, i farmers market a chilometro zero che sono l’anello di congiunzione tra l’eco-chic e la base vetero-leghista. Però pure i buoni vecchi mercati rionali, quelli che in ogni quartiere colonizzano una via una o due volte a settimana, hanno un loro perché. Del resto dire “l’ho preso al mercato” non ha più nemmeno quell’accezione di finta modestia, sai è una cosuccia da poco. Nell’era del fast fashion – anzi, in una fase in cui nei confronti del fast fashion comincia a diffondersi un po’ di snobismo insofferente – fare acquisti ai mercati rionali è anche un modo per rifuggire da massificazione e bassa qualità. Al mercato non si va soltanto per comprare frutta a buon mercato e paccottiglia, ma cibo e vestiti migliori, e anche un po’ per flânerie. Chiamatelo, se volete, slow shopping. Ecco quattro mercati milanesi che ci piace frequentare.

Largo Quinto Alpini

È, come lo chiamano le sciure del quartiere, il “mercato del cachemirino”, a pochi passi dall’Arco della Pace, nella piazzetta che collega le vie Ariosto, Pagano e Vincenzo Monti. I pezzi forti sono, come suggerisce il soprannome, le bancarelle lana e cachemire, alcune delle quali sono le stesse del mitologico mercato Forte dei Marmi, cui si aggiunge qualcun’altra di scarpe, generalmente made in Italy e non economiche, e una di abbigliamento per l’infanzia che fa molto Cerchia dei Navigli. Frutta e verdura ottime, a prezzi non competitivi. Se gli altri mercati del centro alternano le bancarelle elitarie a quelle di cineserie nazional-popolari, questo si distingue per la sua coerenza granitica: non c’è nulla di cheap, nella duplice accezione del termine, del resto lo spazio è davvero poco. Habitat naturale delle casalinghe della borghesia medio-alta accompagnate dai nipotini vestiti à la baby George, Quinto Alpini ha un che di capsula del tempo, che riporta il visitatore alle atmosfere ante-crisi e pre-fast fashion.

Quando: il venerdì mattina.
Fermata metropolitana più vicina: Conciliazione, linea rossa.

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Via San Marco

A pochi passi da due delle istituzioni principali della buona borghesia milanese, ovvero il Corriere della Sera e il liceo Parini, qualcuno lo chiama, con licenza cartografica, il “mercato di Brera”. È il doppelgänger di Quinto Alpini, infatti molte delle bancarelle sono le stesse, vedasi sempre alla voce “cachemirino”. La differenza è che qui lo spazio è (di poco) superiore, dunque è possibile osservare qualche raro cedimento al nazional-popolare. Si consiglia, oltre alla maglieria, per l’acquisto di calze, guanti di pelle e frutta di stagione. Evitare di frequentarlo, se possibile, verso l’ora di pranzo, quando è congestionato dall’uscita di studenti e professori.

Quando: lunedì e giovedì fino alle 14.
Fermata metropolitana più vicina: Moscova, linea verde.

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Via Fauché

Un breve sondaggio dal valore scientifico prossimo allo zero ha decretato: «via Fauché is the new Papiniano», ovvero il mercato rionale definitivo, interminabile e dove c’è di tutto un po’, che funge da calamita per le masse del sabato. Tripadvisor concorda: Fauché ha più stelline e recensioni, ciaone Papiniano. Qui la frutta e la verdura sono fresche, buone e di produzione nostrane e, nonostante tutto ciò, pure convenienti. Del resto c’è una serratissima competizione con l’Esselunga di viale Losanna: la strategia dominante, ci hanno spiegato, è comprare i perishables alle bancarelle all’aperto per poi fare incetta di detersivi e affini a casa Caprotti. Per quanto si segnalano un paio di stand di prodotti per la casa e per l’igiene personale che smerciano accattivanti fustini e flaconi di marca scontati (leggenda vuole che sia roba importata dall’Europa orientale). Il punto forte di via Fauché, come tutti sanno, sono le scarpe di marca.

Quando: martedì (mattina) e sabato, fino a pomeriggio inoltrato.
Fermata metropolitana più vicina: Gerusalemme, linea lilla.
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Via Garigliano

Detto anche “il mercato Isola”, con il problema però che si rischia di confonderlo col mercato comunale, che è al coperto, è lo specchio di un quartiere che sta cambiando, infatti attira vecchietti della zona e hipster, foodie e casalinghe. Vanta qualche bancarella vintage, che a un certo punto è stata la novità di maggiore attrattiva, anche se gli habituè ci dicono che la vera nota di merito è il cibo. Si segnalano, per chi ci passa il sabato, il celebre pollo allo spiedo e una bancarella pugliese di salumi e formaggi, davanti a cui c’è sempre fila e per un’ottima ragione: offre un prosciutto crudo «stupendo» e formaggi invidiabili. È anche il genere di posto dove si trovano ingredienti non facilmente reperibili a Milano, come il daikon e la manioca. Una nota di demerito invece la merita la totale sovrapposizione, per giorni e orari, con Fauché. Se non altro non sono lontanissimi, dunque si può fare la spola.

Quando: martedì (mattina) e sabato, fino a pomeriggio inoltrato.
Fermata metropolitana più vicina: Isola, linea lilla.

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