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È morto Udo Kier, uno dei volti più affascinanti e inquietanti del cinema europeo Attore di culto del cinema horror, Kier ha lavorato con tutti i grandi maestri europei, da Fassbinder a Von Trier, da Herzo ad Argento.
Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.
I farmaci dimagranti come l’Ozempic si starebbero dimostrando efficaci anche contro le dipendenze da alcol e droghe La ricerca è ancora agli inizi, ma sono già molti i medici che segnalano che questi farmaci stanno aiutando i pazienti anche contro le dipendenze.
Kevin Spacey ha raccontato di essere senza fissa dimora, di vivere in alberghi e Airbnb e che per guadagnare deve fare spettacoli nelle discoteche a Cipro L'ultima esibizione l'ha fatta nella discoteca Monte Caputo di Limisso, biglietto d'ingresso fino a 1200 euro.
Isabella Rossellini ha detto che oggi non è mai abbastanza vecchia per i ruoli da vecchia, dopo anni in cui le dicevano che non era abbastanza giovane per i ruoli da giovane In un reel su Instagram l'attrice ha ribadito ancora una volta che il cinema ha un grave problema con l'età delle donne. 
Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le donazioni per Gaza si sono quasi azzerate Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.

L’arma bianca

Dai teddy boys a piazza Syntagma: breve storia dello yogurt greco come forma di protesta

14 Marzo 2012

Il 10 marzo 2012 Evangelos Venizelos, attuale ministro delle Finanze greco e aspirante leader del Pasok, è tranquillamente seduto in una delle prime file dell’edificio che ospita la convention nazionale del partito. Ad un certo punto un anziano signore, reggendosi su una stampella, si avvicina a lui per lamentarsi dei tagli alla sua pensione e dalle misure di austerity. Venizelos alza la testa e proprio in quel momento il vecchio gli tira addosso dello yogurt, sporcandogli tutto il completo. Il ministro delle Finanze non reagisce all’attacco, va a cambiarsi velocemente e sale sul palco per tenere il suo discorso. Il vecchio, un militante socialista di lungo corso, viene prontamente trascinato fuori.

Il lancio di yogurt (yaourtoma in greco) è una pratica che risale almeno fino agli anni ’50 del secolo scorso – ovvero quando il classico barattolo di ceramica venne sostituito dalle confezioni di plastica. I primi ad utilizzarla come forma di provocazione e sfida all’autorità costituita furono i teddy boys greci, che ricoprivano di yogurt praticamente chiunque avesse più di trent’anni. Nel 1958 il governo conservatore di Konstantínos Karamanlís promulgò la “Legge 4000” – che ispirò il film omonimo del regista Giannis Dalianidis nel 1962 – per combattere il fenomeno. La norma sanzionava penalmente gli insulti verbali e contemplava l’arresto per i giovani che lanciassero lo yogurt. E non solo: la polizia aveva anche il compito di rapare a zero i teddy boys, tagliare loro i risvolti dei pantaloni e, dopo tale trattamento, umiliarli pubblicamente in pubblica piazza. La controversa legge venne abrogata dal governo del socialista Andreas Papandreou nel 1983.

Negli anni ’80 e ‘90 la yaourtoma si verificò solo in sporadiche occasioni. Nel 1997, ad esempio, un membro del KKE (il partito comunista greco), tirò lo yogurt addosso a Miltiadis Papaioannou (l’allora Ministro del Lavoro) e al suo vice Christos Protopappas, che denunciarono l’uomo. Il tribunale sancì che il lancio di yogurt non era un reato procedibile d’ufficio ma unicamente a querela di parte. Con l’avvento della crisi, l’intervento della Troika e l’incremento delle misure di sicurezza per i politici a seguito della grave aggressione al deputato di Nea Dimokratia Kostis Hatzigakis nel dicembre 2010, lo yogurt greco è tornato ad essere usato dai cittadini come strumento di protesta politica.

Nel marzo del 2011 il vicepremier Theodoros Pangalos viene attaccato mentre si trova in un ristorante poco fuori Atene. Qualche mese più tardi, il Ministro dell’Interno Haris Kastanidis sta guardando Midnight in Paris di Woody Allen in un cinema di Salonicco quando un gruppo di studenti interrompe la proiezione e grida al politico: «Ci avete rovinato la vita! Ci avete condannato alla disoccupazione! Non ti vergogni? Devi andartene dalla Grecia! Dovete andarvene tutti». Gli stessi studenti concludono la protesta lanciando yogurt in direzione dell’allora Ministro. Nel giugno del 2011, la deputata del KKE Liana Kanelli si becca dello yogurt in faccia mentre, bloccata da una folla di manifestanti inferociti, cerca di entrare in Parlamento per partecipare alla votazione sull’ennesimo pacchetto di misure di austerità.

È interessante notare come lo yogurt che viene comunamente usato contro parlamentari e poliziotti non sia quello della multinazionale greca FAGE – facilmente reperibile in tutti i supermercati del Paese e anche in Europa – ma piuttosto quello prodotto dalle cooperative casearie. In questo modo la yaourtoma si ricollega idealmente a quei valori rurali e localistici che secondo molti antropologi incarnano il concetto di “Grecità”. E non solo. Stando a quanto dice l’antropologo e professore di Harvard Michael Herzfeld (autore di diversi libri etnografici sulla Grecia), «i greci sono consapevoli del fatto che yiaourti è una parola di origine turca e che in Turchia è un alimento molto comune. La sua associazione con il ‘nemico tradizionale’ può renderlo un’arma appropriata per la contestazione».

Il significato politico dello yogurt greco, quindi, risiede proprio nell’intimo collegamento tra la supposta “Grecità” dello strumento di protesta e i destinatari del lancio, accusati dalla popolazione di implementare provvedimenti che non solo non appartengono alla cultura politica ed economica nazionale, ma che anzi ne costituiscono un vero e proprio tradimento. Leonidas Vournelis, ricercatore greco in Antropologia alla Southern Illinois University, ha scritto che «lanciare il cibo è un simbolo che racchiude sia la nozione di disprezzo che la mancanza di Grecità da parte del governo. È come se i manifestanti stessero cercando di ricoprire i politici di Grecità per fargli ricordare la loro identità greca».

Da parte loro, molti politici hanno criticato questa forma di protesta. Alex Papariga, leader del KKE, ha dichiarato che chi lancia lo yogurt ha votato Pasok o Nea Dimokratia, e che l’atto della yaourtoma è profondamente reazionario e borghese. Sokratis Xinidis, viceministro dello Sviluppo Regionale, ha invece preferito fare un po’ di autocritica: «Per noi è arrivato il momento di pagare. Sono anche pronto a prendermi dello yogurt…» Parafrasando Bertolt Brecht, nella Grecia prostrata da una recessione ormai quinquennale prima viene lo yogurt, poi la morale.

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