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La casa di Babbo Natale in Finlandia quest’anno è assediata non solo dai turisti, ma anche dalle truppe Nato L’escalation al confine russo ha trasformato la meta turistica natalizia della Lapponia in un sito sensibile per l’Alleanza Atlantica.
Il governo americano vuole che i turisti rivelino i loro ultimi 5 anni di attività sui social per ottenere il visto Vale anche per i turisti europei che dovranno consegnare la cronologia dei loro account su tutte le piattaforme social utilizzate.
Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.
Da quando è stata introdotta la verifica dell’età, nel Regno Unito il traffico dei siti porno è calato ma è anche raddoppiato l’utilizzo di VPN Forse è una coincidenza, ma il boom nell'utilizzo di VPN è iniziato subito dopo l'entrata in vigore della verifica dell'età per accedere ai siti porno.
Secondo una ricerca, nel 2025 abbiamo passato online più tempo che durante i lockdown Oramai i "vizi" presi durante la pandemia sono diventati abitudini: ogni giorno passiamo online tra le quattro e le sei ore.
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.
È morta Sophie Kinsella, l’autrice di I Love Shopping Aveva 55 anni e il suo ultimo libro, What Does It Feel Like?, era un romanzo semiautobiografico su una scrittrice che scopre di avere il cancro.

Essere McLuhan oggi

Il nuovo Link in libreria: parlare dello studioso canadese con fantasia, rispetto e lontano dai cliché

10 Novembre 2011

A cent’anni dalla sua nascita, Marshall McLuhan, lo studioso che ha rivoluzionato per sempre il dibattito sui media, corre il rischio-Bacio. Le sue frasi più celebri, i suoi aforismi e le immagini da lui suggerite («Il medium è il messaggio», «Il villaggio globale» popolato da «uomini tribali») hanno una carica tale da venire tirati in ballo più del necessario, e raramente con dovizia. Il rischio-Bacio prevede che, prima o poi, i suoi pensieri possano finire nei fogliettini degli ominimi, sdolcinatissimi cioccolatini, come un apostrofo tra un Victor Hugo e un Federico Moccia. L’abuso di McLuhan è dietro all’angolo, per tutti, anche perché gran parte dei suoi pensieri furono espressi in un linguaggio che univa la lingua degli slogan pubblicitari a quella degli antichi oracoli. Interpretarlo è facile, quasi inevitabile. Capirlo, sempre più difficile.

Da qui il timore diffuso che, con la scusa del centennale dalla sua nascita, una nuova orda di comunicatori in erba torni a molestare Understanding Media e a ripetere il mantra: «Pazzesco, aveva previsto tutto!» – un evergreen noioso tipo Ob-La-Di, Ob-La-Da. Consci del pericolo, abbiamo sfogliato il nuovo numero di Link Mono (spin-off monografico del semestrale Link – Idee per la Televisione) tutto dedicato all’autore de La Galassia Gutenberg, un po’ incrociando le dita, un po’ avendo fede sulle capacità del team della rivista edita da RTI. Appurato che il rischio-Bacio era stato più che sventato, ne abbiamo parlato col direttore Fabio Guarnaccia, che ha subito dettato la linea: «È stato un lavoro lungo, abbiamo voluto rendere giustizia a McLuhan, andando direttamente ai testi e non svicolando dalla complessità del personaggio».

Così nelle prime pagine del volume compare una serie di promesse che la rivista fa ai suoi lettori: evitare alcuni cliché come la frase “guru dei nuovi media e del web” o il noto cameo del canadese in Io e Annie di Woody Allen (nel quale lo studioso impersona se stesso, spilungone e rigido come te lo immagini). E poi, ancora, di non unirsi alla discussione tra apocalittici e integrati, di «non fermarsi all’ipse dixit». A 100 anni dalla sua nascita e a 31 dalla sua morte, l’obiettivo è uno solo, spiega Guarnaccia: «Non trattare McLuhan come un profeta, anche se utilizzava forme linguistiche simili». Andare oltre senza per forza bocciarlo o santificarlo. Ricordarsi che odiava scrivere e gran parte dei suoi libri furono dettati ai suoi assistenti, cosa che gli permetteva di usare un linguaggio insolito per un saggio e di darsi ai paradossi.

Il suo era un linguaggio pubblicitario buono per la réclame di un formaggino, ma applicato alla speculazione scientifica, prova di come la sua passione per il linguaggio pop abbia preceduto lo studio dei media. Non è stato né guru né profeta: era un professore di letteratura inglese innamorato di James Joyce ed Ezra Pound (due autori noti per aver giocato non poco con la lingua), un uomo polveroso che detestava la tv e allo stesso tempo arrivò a sconvolgere il dibattito sui mezzi di comunicazione di massa. McLuhan, precisa Guarnaccia, «diceva di ritenere inutile opporsi alla trasformazione indotta dai media: bisognava invece accettarla e capirla».

Ma a che serve un libro (l’ennesimo libro su McLuhan) nel centenario della sua nascita? A poco. Proprio per questo, Link Mono è un ottimo prodotto. Perché non è né una monografia né un’antologia dedicata a. È un collage di cose, dal saggio al fumetto (quest’ultimo firmato da Tuono Pettinato), dalle finte pubblicità al giornalismo tout court. Sembra più la parodia di una rivista specializzata («Abbiamo voluto utilizzare l’ironia, la stessa ironia che si trova negli scritti di McLuhan») in cui gli autori si sono divertiti a riempire di indizi ogni singola pagina. Questi “indizi” sono spesso nascosti ma riportano tutti al lavoro del canadese.

Alcuni esempi: la copertina termosensibile, che se riscaldata mostra un’immagine diversa dal tetro faccione di McLuhan – e non si tratta di un mero giochetto grafico-editoriale ma di «un modo per giocare con la teoria della temperatura dei media». O il gioco a incastro dei vari inserti.  Sfogliare il volume è infatti un viaggio tra fogli volanti di ogni dimensione: immagini, disegni e ritagli di giornale. Ed è anche un altro omaggio alla carriera del canadese e al suo lavoro con Quentin Fiore, grafico editoriale con cui curò un rivoluzionario numero della rivista Aspen, ricco di fotomontaggi e altri prodotti all’avanguardia per l’epoca (1967). «Volevamo insomma che il numero non fosse semplicemente un’analisi del suo pensiero ma una messa a fuoco del personaggio,creando un prodotto dove il contenuto e grafica fossero collegati. Lui stesso, d’altronde, oltre a studiare i media ne faceva un largo uso», conclude il giornalista.

Link Mono – Marshall McLuhan è un prodotto pensato per chi conosce già il bizzarro mediologo e ne ha piene le tasche del ritornello geek che lo dipinge come “il guru del web”. McLuhan è stato di più ed è stato di meno: è una figura enigmatica. Da cattolico conservatore, per esempio, concesse una lunga e bellissima intervista a Playboy nel marzo 1969, che trovate tradotto nel volume con tanto di paginone centrale vecchio stile.

A metà tra un’antologia di saggi e un divertissment, l’albo è un ottima risorsa per chi vuole approfondire i molti aspetti controversi e poco noti di questo inestricabile spilungone senza sentirsi ripetere che “il medium è il messaggio” — qualunque cosa voglia poi dire.

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