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09:31 mercoledì 31 dicembre 2026
L’episodio di Stranger Things in cui Will fa coming out è diventato quello peggio recensito di tutta la serie E da solo ha abbassato la valutazione di tutta la quinta stagione, nettamente la meno apprezzata dal pubblico, almeno fino a questo punto.
Il progetto europeo di rilanciare i treni notturni sta andando malissimo Uno dei capisaldi del Green Deal europeo sulla mobilità, la rinascita dei treni notturni, si è arenato tra burocrazia infinita e alti costi.
Un’azienda in Svezia dà ai suoi lavoratori un bonus in busta paga da spendere in attività con gli amici per combattere la solitudine Il progetto, che per ora è solo un'iniziativa privata, prevede un’ora al mese di ferie e un bonus di 100 euro per incentivare la socialità.
Diverse celebrity hanno cancellato i loro tributi a Brigitte Bardot dopo aver scoperto che era di estrema destra Chapell Roan e altre star hanno omaggiato Bardot sui social per poi ritirare tutto una volta scoperte le sue idee su immigrazione, omosessuali e femminismo.
È morta la donna che restaurò così male un dipinto di Cristo da renderlo prima un meme, poi un’attrazione turistica Nel 2012, l'allora 81enne Cecilia Giménez trasformò l’"Ecce Homo" di Borja in Potato Jesus, diventando una delle più amate meme star di sempre.
C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.
Il primo grande tour annunciato per il 2026 è quello di Peppa Pig, al quale parteciperà pure Baby Shark La maialina animata sarà in tour in Nord America con uno show musicale che celebra anche i dieci anni di Baby Shark.

Cities / Design, la copertina di Studio

Un'indagine urbana sulla qualità della vita, la sostenibilità, i sindaci e il loro network globale. E poi il design: un incontro coi fratelli Mendini nel loro atelier, e un saggio di Jonathan Olivares sul design utile.

07 Aprile 2014

La faccia che vedete sulla copertina del nuovo numero di Studio (in edicola e su ipad dal 5 aprile) è quella di Alessandro Mendini, il maestro che da sessant’anni sdrammatizza e “prende in giro” il buon design italiano. Siamo andati a trovarlo nel suo atelier di Milano, del quale ci ha aperto le porte e che ha per noi documentato il fotografo Stefano Galuzzi, per incontrarlo insieme a suo fratello e socio in affari Francesco, e fare il punto con loro su una carriera incredibile e su come è cambiato il design italiano, un vanto nazionale ieri ma anche oggi (a maggior ragione in questi periodo di disperato bisogno di promozione del cosiddetto Made in Italy in giro per il mondo). Ne è nata una lunga chiacchierata fra i fratelli Mendini e Michele Masneri (che nel pezzo li definisce i Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti del nostro design), con dentro aneddoti, riflessioni e molti spunti sul futuro.

Il ritratto dei Mendini è in realtà solo una parte di una storia di copertina dedicata all’everyday life, alla nostra vita di tutti i giorni, e che abbiamo deciso di declinare seguendo due direttrici parallele: quella del design e della sua evoluzione quotidiana, e quella delle città, i teatri per eccellenza di tutte le piccole e grandi trasformazioni di cui siamo testimoni tutti i giorni.
La parte dedicata al design è completata da un saggio di Jonathan Olivares, americano, designer industriale che non disdegna la teoria, intitolato “Note a margine per il futuro del design”. È uno scritto importante quello di Olivares, che affronta un tema apparentemente accessorio ma in realtà centrale per il futuro del nostro vivere quotidiano: il ruolo del design utile, e  quello conseguente del designer, in un mondo che tende alla smaterializzazione.

La parte dedicata alle città, che apre il numero, è composta da tre pezzi. In quello principale il direttore di Studio Federico Sarica compila un’indagine sul ruolo crescente delle città e di conseguenza dei sindaci; un giro di pareri illustri che parte da due dati di fatto: la dimensione crescente delle città – due abitanti in più al secondo – e il formarsi di un network globale di sindaci, ovvero i politici coi più grandi indici di gradimento in assoluto in questi tempi di antipolitica e ingovernabilità. Ne parliamo, fra gli altri, con Benjamin Barber, il professore americano che sul tema ha scritto un libro fondamentale: What if mayors ruled the world.
Si prosegue poi con un viaggio di Cesare Alemanni a Vienna. Perché Vienna? Perché incrociando le più autorevoli classifiche sulla qualità della vita nelle città, la capitale austriaca risulta la numero uno. Ne è uscito un ritratto sorprendente, quello di una città alla continua ricerca del proprio miglioramento. Da leggere e, perché no, da prendere ad esempio.
La sezione sulle città si chiude con un pezzo di Davide Piacenza che parte da un quesito che, a proposito di città, si pongono in molti: di cosa parliamo esattamente quando parliamo di smart city? Anche qui, risposte controintuitive, leggeteci per scoprirle.

Tante altre cose nel numero che troverete dal 5 aprile, ve le raccontiamo nelle prossime ore. Buona lettura.

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