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In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.
Dopo i meme, i videogiochi, le carte collezionabili e gli spettacoli a Broadway, adesso l’Italian Brainrot arriva anche nei parchi giochi italiani Da fenomeno più stupido e interessante di internet alla vita vera, al Magicland di Valmontone, in provincia di Roma.
È morto Robert Redford, una leggenda del cinema americano Aveva 89 anni, nessun attore americano ha saputo, come lui, fare film allo stesso tempo nazional popolari e politicamente impegnati.
La prima puntata del podcast di Charlie Kirk dopo la sua morte è stata trasmessa dalla Casa Bianca e l’ha condotta JD Vance Il vicepresidente ha ribadito che non ci può essere pacificazione con le persone che hanno festeggiato o minimizzato la morte di Kirk.
Tra i candidati a rappresentare l’Italia all’Oscar per il Miglior film internazionale ci sono praticamente tutti i film usciti in Italia quest’anno Tranne La grazia di Paolo Sorrentino, ma non per volontà: la sua assenza è solo una questione burocratica.
Versace Embodied non è una campagna ma una conversazione sulla cultura Capitolo primo (di una nuova serie): Versace si racconta attraverso fotografia, poesia, musica e oggetti d'archivio, sotto la direzione creativa di Dario Vitale.

Sì, è come pensate: la mamma vi spia su internet

06 Dicembre 2012

Cari adolescenti, se avete l’impressione che i vostri genitori vi stiano spiando su internet, sappiate che non è solo un’impressione.

Uno studio appena pubblicato dal Pew Internet and American Life Project rivela infatti che la maggior parte degli americani con figli in età adolescente e pre-adolescente monitora, in varie forme, la presenza online della loro prole.

Ecco alcuni dei risultati:

-Quattro genitori su dieci confessa di avere cercato su Google il nome del figlio.
-L’82% dei genitori under-40 ha una presenza su i social media (la percentuale scende al 61% per gli ultra-quarantenni).
-Dei genitori che hanno una presenza su Twitter e Facebook, circa l’80% è “amico” o “follower” dei figli.
-Quasi sei genitori su dieci (il 59%, per la precisione) hanno attivamente rimproverato la prole per contenuti postati sui social media.

Inoltre i genitori si dichiarano “preoccupati” per le attività online dei rispettivi figli. Cosa che, ovviamente, non è certo una novità. Ciò che colpisce semmai è che, tra le fonti di preoccupazione principale, non ci sono soltanto le interazioni con gli sconosciuti e potenziali malintenzionati, ma anche la “reputazione online” dei ragazzi e il timore che qualche leggerezza commessa su internet possa in qualche modo precludere loro opportunità di studio e/o di lavoro.

Altri dati possono essere consultati a questo indirizzo.

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Quello che le diciamo non si può cancellare e potrebbe essere usato in tribunale.

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