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14:24 giovedì 4 dicembre 2025
Paul Thomas Anderson ha rivelato i suoi film preferiti del 2025 e ha detto che non è affatto vero che questo è stato un pessimo anno per il cinema Secondo il regista, ci sono diversi film (oltre il suo Una battaglia dopo l'altra) usciti quest'anno di cui dovremmo essere molto contenti.
L’ansia da Spotify Wrapped è talmente grave che migliaia di persone hanno creduto a una bufala su una versione modificabile disponibile a pagamento Evidentemente, quella di scoprire di avere dei brutti gusti musicali scorrendo il proprio Wrapped è una paura più diffusa di quanto ci si immagini.
Jafar Panahi ha detto che dopo gli Oscar tornerà in Iran e andrà di nuovo in carcere Mentre era a New York per una premiazione, ha scoperto di essere stato condannato a un anno di carcere per «attività di propaganda».
Secondo Cahiers du Cinéma il film dell’anno è un documentario su un torero peruviano Un film che, per la redazione di Cahiers, è meglio anche di Una battaglia dopo l'altra di Paul Thomas Anderson, secondo in classifica.
La pagina Wikipedia più letta nel 2025 è stata quella di Charlie Kirk Con 45 milioni di visualizzazioni, la pagina dedicata a Kirk ha superato quelle di Trump, del Papa, di Musk, di Mamdani e pure di Superman.
Il nuovo trend di TikTok sono i video anti immigrazione generati con l’AI Milioni di visualizzazioni per video apertamente razzisti e chiaramente falsi che incolpano i migranti di crimini che non sono mai avvenuti.
In Cina le persone stanno andando a vedere Zootropolis 2 insieme ai loro cani e gatti Alcuni cinema cinesi hanno organizzato proiezioni pet friendly per vedere il film Disney con i propri animali domestici.
Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.

L’antico Egitto non era poi così antico

04 Settembre 2013

Contrordine, l’antico Egitto non era poi così antico. O, meglio, era molto meno antico di quanto non si pensasse.

È giunta a questa conclusione una squadra di ricercatori, capitanata dall’archeologo Mike Dee dell’Università di Oxford, che si sono presi la briga di datare con criteri radiometrici (insomma, col metodo del carbonio14) gli artefatti più antichi della civiltà egiziana. Stiamo parlando dell’Egitto pre-dinastico, antecedente all’avvento dei faraoni: un periodo storico che non ha lasciato una cronologia scritta, ma ricco di produzione di artefatti e di trasformazione sociale, e considerato molto importante perché, in breve, rappresenta una delle prime (seppure non la prima) esperienze umane di organizzazione sociale su vasta scala e di urbanizzazione.

Fino a poco tempo fa si pensava che la civiltà egizia pre-dinastica fosse sorta già nel 4 000 a.C. I dati raccolti dai ricercatori di Oxford invece dimostrano che la data va spostata avanti di 400 anni, al 3600 a.C. Dee e la sua squadra hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche in un paper apparso oggi sul giornale accademico Proceedings of the Royal Society: il testo completo è liberamente consultabile a questo indirizzo.

Quello che rende “rilevante” la notizia è che, alla luce di questa nuova scoperta, sappiamo anche che il periodo trascorso tra “gli albori della civiltà egiziana” e “l’Egitto dei faraoni” è molto più breve di quanto non si pensasse.

Gli studiosi sono piuttosto concordi sul fatto che il primo faraone d’Egitto ha regnato intorno al 3100 a.C. Se, come dimostrano i dati radiometrici di cui sopra, la civilizzazione pre-dinastica è iniziata appena 500 anni prima, questo significa che il passo da una civiltà elementare a un regno complesso è assai più breve di quanto non si pensasse.

(via)

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