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06:59 martedì 16 settembre 2025
A Lampedusa sono arrivati tre immigrati palestinesi a bordo di una moto d’acqua I tre hanno usato ChatGPT per pianificare la rocambolesca fuga verso l’Europa, seminando le motovedette tunisine per arrivare in Italia.
Il concerto in Vaticano per il compleanno del Papa è stato uno degli show più assurdi di sempre La collabo Bocelli-Pharrell, i Clipse primi rapper a esibirsi in Vaticano, i droni del fratello di Musk, lo streaming su Disney+ e la diretta su Tv2000: è successo davvero.
L’ultima tappa della Vuelta di Spagna è stata annullata perché 100 mila manifestanti pro Palestina hanno invaso le strade A causa delle proteste non c'è stata nessuna cerimonia di premiazione, niente passerella finale e né festeggiamenti ufficiali.
Javier Bardem si è presentato con la kefiah al collo sul red carpet degli Emmy L’attore spagnolo ha chiesto la fine del blocco agli aiuti umanitari, guidando una folta schiera di star che hanno parlato della Palestina agli Emmy.
Non se lo aspettava nessuno ma quest’anno agli Emmy è andato tutto per il verso giusto Adolescence, The Pitt, Hacks, The Studio, Severance: tutte le serie più amate e discusse dell'anno hanno vinto.
Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.

La psicologia delle ultime parole dei condannati a morte

04 Febbraio 2016

In un paper pubblicato su Frontiers in Psychology, i ricercatori Sarah Hirschmüller e Boris Egloff hanno analizzato gli archivi dello Stato del Texas in cerca delle ultime dichiarazioni rilasciate dai condannati a morte (negli Stati americani dove vige la pena di morte è prassi lasciare alla persona che sta per essere giustiziata la facoltà di esprimere un ultimo pensiero). L’obiettivo degli psicologi, riporta il New York, era capire come la mente umana reagisce a sensazioni di terrore così schiaccianti, e come riesce a rispondere alla consapevolezza della morte.

Come gli autori spiegano nei risultati della loro ricerca, la teoria della gestione del terrore – il sistema concettuale che cerca di comprendere le dinamiche appena elencate – afferma che gli individui «usano una vasta gamma di sforzi cognitivi e comportamentali per regolare l’ansia evocata dall’importanza dello stare per morire», con l’obiettivo di «mantenere l’autostima e dare significato alla propria esistenza».

Le modalità per raggiungere questa finalità non passa necessariamente per l’espressione di paura o tristezza, dato che la risposta del cervello al terrore spesso si rivela essere un estremo, paradossale sforzo verso la positività. Uno degli statement usati dai ricercatori, quello del condannato a morte 459, recita:

Yes, I do, uh at this time I would like to thank my parents who have been my pillar of strength throughout this. To my brothers and sisters and all my family members who have supported me and who have loved me despite my faults and imperfections. I would like to thank Pastor Williams for counseling me and guiding me. As I look to my right and I see the family of […]. I hope this brings you closure or some type of peace. I hope it helps his family, son and loved ones. This has been a long journey, one of enlightenment. It’s not the end, it’s only the beginning.

Hirschmüller e Egloff hanno poi accostato questo corpus di dichiarazioni a lettere scritte prima di suicidi e riflessioni sulla morte da parte di studenti universitari di psicologia, scoprendo che le prime presentavano contenuti decisamente più positivi. Gli autori scrivono: «In buona sostanza, le ultime parole dei condannati a morte in Texas comunicavano espressioni estremamente positive che riflettevano il processo emotivo risultante dall’aver a che fare con la morte».

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