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I dazi turistici sono l’ultimo fronte nella guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa Mentre Trump impone agli stranieri una maxi tassa per l'ingresso ai parchi nazionali, il Louvre alza il prezzo del biglietto per gli "extracomunitari".
Papa Leone XIV ha benedetto un rave party in Slovacchia in cui a fare da dj c’era un prete portoghese Il tutto per festeggiare il 75esimo compleanno dell'Arcivescovo Bernard Bober di Kosice.
I distributori indipendenti americani riporteranno al cinema i film che non ha visto nessuno a causa del Covid Titoli molto amati da critici e cinefili – tra cui uno di Sean Baker e uno di Kelly Reichardt – torneranno in sala per riprendersi quello che il Covid ha tolto.
La presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha nominato il nuovo governo e ha fatto ministri tutti i membri della sua famiglia In un colpo solo ha sistemato due figlie, un nipote, un genero, un cognato e pure un carissimo amico di famiglia.
Sally Rooney ha detto che i suoi libri potrebbero essere vietati in tutto il Regno Unito a causa del suo sostegno a Palestine Action E potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita.
In Francia è scoppiato un nuovo, inquietante caso di “sottomissione chimica” simile a quello di Gisèle Pelicot Un funzionario del ministero della Cultura ha drogato centinaia di donne durante colloqui di lavoro per poi costringerle a urinare in pubblico.
Dopo quasi 10 anni di attesa finalmente possiamo vedere le prime immagini di Dead Man’s Wire, il nuovo film di Gus Van Sant Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia, è il film che segna il ritorno alla regia di Van Sant dopo una pausa lunga 7 anni.
Un esperimento sulla metro di Milano ha dimostrato che le persone sono più disponibili a cedere il posto agli anziani se nel vagone è presente un uomo vestito da Batman Non è uno scherzo ma una vera ricerca dell'Università Cattolica, le cui conclusioni sono già state ribattezzate "effetto Batman".

Il disastro delle divise dell’esercito americano

16 Ottobre 2013

L’ultima divisa in dotazione ai soldati dello U.S. Army si chiama UCF (acronimo di Universal Camouflage Pattern) e in origine fu un’idea dei Marines. Come spiega The Daily, «i marine scelsero uno dei colori di riferimento – conosciuto come marrone coyote – per conto loro». Siccome all’epoca, nel 2004, l’esercito aveva un problema con le divise utilizzate sul campo – che portava i soldati a non mimetizzarsi opportunamente nell’ambiente in cui operavano – decise di adottare l’UCF. E fu una scelta che non migliorò troppo la situazione, sembra.

L’impiego della riconoscibile divisa dal pattern formato da pixel grigi e verdi costò al governo federale 5 miliardi di dollari. Eppure, a nemmeno dieci anni di distanza, oggi i soldati criticano l’uniforme «perché salta agli occhi quasi in ogni contesto in cui è indossata» e sottolineano gli ovvi rischi derivanti dal suo utilizzo nei teatri di guerra.

Secondo un osservatore dell’esercito americano con due esperienze in Iraq alle spalle, «essenzialmente, l’esercito ha disegnato un’uniforme universale che ha fallito universalmente in ogni ambiente». Attualmente ricercatori dell’esercito e tecnici dei tessuti sono al lavoro per cercare una divisa più efficace dell’attuale, che per il momento è stata sostituita da «un rimpiazzo di un amalgama verdastro chiamato MultiCam». The Daily Beast riporta che il nuovo design militare dovrebbe costare altri 4 miliardi di dollari al governo di Washington.

(via)

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