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La nuova tendenza nell’industria del beauty è vendere prodotti di bellezza anche a bambine di 3 anni Da anni si parla di Sephora Kids, ma adesso ci sono storie che riguardano bambine addirittura più piccole.
Il Ceo di Google ha detto che nessuna azienda si salverebbe dall’eventuale esplosione della bolla dell’intelligenza artificiale Sundar Pichai ha detto che la "corsa all'AI" è un tantino irrazionale e che bisogna fare attenzione: se la bolla scoppiasse, nemmeno Google uscirebbe indenne.
La cosa più discussa del prossimo Met Gala non è il tema scelto ma il fatto che lo finanzierà Jeff Bezos Il titolo e il tema del Met Gala di quest'anno è Costume Art, un'edizione realizzata anche grazie al generoso investimento di Bezos e consorte.
Per la prima volta è stata pubblicata la colonna sonora di Una mamma per amica In occasione del 25esimo anniversario della serie, su tutte le piattaforme è arrivata una playlist contenente i migliori 18 brani della serie.
Jeff Bezos ha appena lanciato Project Prometheus, la sua startup AI che vale già 6 miliardi di dollari Si occuperà di costruire una AI capace poi di costruire a sua volta, tutta da sola, computer, automobili e veicoli spaziali.
A Buckingham Palace si terrà la più grande mostra di sempre sui vestiti della regina Elisabetta Si intitola Queen Elizabeth II: Her Life in Style, in esposizione ci saranno più di 200 vestiti. Apre il 10 aprile.
Le gemelle Kessler avevano detto di voler morire insieme ed è esattamente quello che hanno fatto Alice ed Ellen Kessler avevano 89 anni, sono state ritrovate nella loro casa di Grünwald, nei pressi di Monaco di Baviera. La polizia ha aperto un'indagine per accertare le circostanze della morte.
Vine sta per tornare e sarà il primo social apertamente anti AI Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha deciso di resuscitarlo. A una condizione: sarà vietato qualsiasi contenuto generato con l'intelligenza artificiale.

World War Z: dal libro al film

Un'occasione per riscoprire uno dei migliori esempi di letteratura horror degli ultimi trent'anni

09 Agosto 2011

Quando pareva proprio di averne avuto abbastanza di “non morti” di celluloide dopo decenni di Notti dei morti viventi, Albe dei morti viventi, Zombies, Morti dementi etc.. quasi tutti con annessi e connessi remake, reboot, restauri, tributi etc; ecco giungere una notizia che potrebbe portare nuova linfa a un filone che stava iniziando  ad arrancare (pur con qualche eccezione come Rammbock, un piccolo gioiello realizzato con venti euro e girato tutto all’interno di un cortile berlinese): da fine luglio sono iniziate le riprese di World War Z: La guerra mondiale degli zombie.

Dopo una lunga contesa tra le case di produzioni di Leonardo Di Caprio (Appian Way) e Brad Pitt, alla fine l’ha spuntata la Plan B di quest’ultimo che ha messo così le mani sui diritti dell’omonimo libro scritto da Max Brooks, figlio d’arte di quel Mel che fu principe della risata almeno finché non incrociò Ezio Greggio sulla propria strada.

Dotato di un talento per l’orrore pari a quello del padre per la risata, con i suoi libri Max è stato probabilmente il primo autore capace di aggiornare parecchie voci della Zombipedia fin dai tempi del demiurgo dell’ “universo non-morto”: George A. Romero. World War Z è senza dubbio il suo capolavoro e uno dei migliori libri scritti negli ultimi cinque anni (è del 2007), non solo per quel che riguarda la letteratura di genere.

Degli zombie Max sembra aver capito una cosa essenziale che è alla base della bellezza e del successo del suo libro:  i non morti sono creature terrorizzanti solo quando vengono calati in un “mondo” solidamente realistico. Quando diventano metafora, iperbole e parodia del nostro tempo. Era l’ingrediente segreto dei primi film di Romero, lo è anche del libro di Brooks a cominciare dalla sua struttura. World Warz Z è infatti assemblato come una raccolta d’interviste realizzate da un ispettore dell’ONU incaricato – al termine della guerra mondiale degli zombie – di redigere un rapporto ufficiale su quel conflitto, durato un decennio e in grado di decimare l’umanità in ogni parte del mondo. L’alter ego dell’autore incontra politici, diplomatici, uomini d’affari, militari, medici, scienziati, ideologi e semplici sopravvissuti ai quattro angoli del globo e attraverso questo mosaico d’interventi ricostruisce lo sviluppo dell’epidemia di “non morte” dalla sua incubazione alla sua devastante deflagrazione, arricchendo il tutto con un’ impressionante quantità di dettagliate informazioni sulle condizioni politiche, sociali, culturali e tecnologiche sia pre- sia post – guerra di ogni paese in cui si trova. Non senza un certo humour perverso, Brooks si diverte quindi a creare scenari paradossali e mondi alla rovescia, a decostruire gli attuali assetti politici e a cucirli insieme seguendo linee di ricomposizione perfettamente verosimili se calate all’interno della logica del libro, che è quella della più grande crisi di civiltà nella storia dell’umanità.

Questa breve recensione non riesce a restituire se non molto poco del curioso fascino di un’opera che è insieme un libro dell’orrore, di guerra, una piccola enciclopedia metaforica del mondo post-globalizzato e uno dei più brillanti romanzi distopico/apocalittici degli ultimi anni; il consiglio quindi è di leggerlo prima dell’uscita del film prevista per il 2013. Film che peraltro per ora presenta un buon cast e un discreto regista (Marc Forster di Monster’s Ball, Neverland e Quantum of Solace) e quindi fa legittimamente ben sperare, anche se lo scettico potrebbe sollevare qualche perplessità derivata dal fatto che il numero di luoghi e personaggi frequentati dal libro e la quantità impressionante di dettagli che l’autore offre per ciascuno di essi, paiono assolutamente fuori dalla portata del formato cinematografico e al contrario perfetti per quello televisivo/seriale dove gli zombie sono stati recentemente rappresentati dalla non indimenticabile prima stagione di The Walking Dead della AMC. Insomma: HBO dove sei quando servi?

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