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11:29 martedì 18 novembre 2025
Jeff Bezos ha appena lanciato Project Prometheus, la sua startup AI che vale già 6 miliardi di dollari Si occuperà di costruire una AI capace poi di costruire a sua volta, tutta da sola, computer, automobili e veicoli spaziali.
Le gemelle Kessler avevano detto di voler morire insieme ed è esattamente quello che hanno fatto Alice ed Ellen Kessler avevano 89 anni, sono state ritrovate nella loro casa di Grünwald, nei pressi di Monaco di Baviera. La polizia ha aperto un'indagine per accertare le circostanze della morte.
Vine sta per tornare e sarà il primo social apertamente anti AI Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha deciso di resuscitarlo. A una condizione: sarà vietato qualsiasi contenuto generato con l'intelligenza artificiale.
C’è una app che permette di parlare con avatar AI dei propri amici e parenti morti, e ovviamente non piace a nessuno Se vi ricorda un episodio di Black Mirror è perché c'è un episodio di Black Mirror in cui si racconta una storia quasi identica. Non andava a finire bene.
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.

World War Z: dal libro al film

Un'occasione per riscoprire uno dei migliori esempi di letteratura horror degli ultimi trent'anni

09 Agosto 2011

Quando pareva proprio di averne avuto abbastanza di “non morti” di celluloide dopo decenni di Notti dei morti viventi, Albe dei morti viventi, Zombies, Morti dementi etc.. quasi tutti con annessi e connessi remake, reboot, restauri, tributi etc; ecco giungere una notizia che potrebbe portare nuova linfa a un filone che stava iniziando  ad arrancare (pur con qualche eccezione come Rammbock, un piccolo gioiello realizzato con venti euro e girato tutto all’interno di un cortile berlinese): da fine luglio sono iniziate le riprese di World War Z: La guerra mondiale degli zombie.

Dopo una lunga contesa tra le case di produzioni di Leonardo Di Caprio (Appian Way) e Brad Pitt, alla fine l’ha spuntata la Plan B di quest’ultimo che ha messo così le mani sui diritti dell’omonimo libro scritto da Max Brooks, figlio d’arte di quel Mel che fu principe della risata almeno finché non incrociò Ezio Greggio sulla propria strada.

Dotato di un talento per l’orrore pari a quello del padre per la risata, con i suoi libri Max è stato probabilmente il primo autore capace di aggiornare parecchie voci della Zombipedia fin dai tempi del demiurgo dell’ “universo non-morto”: George A. Romero. World War Z è senza dubbio il suo capolavoro e uno dei migliori libri scritti negli ultimi cinque anni (è del 2007), non solo per quel che riguarda la letteratura di genere.

Degli zombie Max sembra aver capito una cosa essenziale che è alla base della bellezza e del successo del suo libro:  i non morti sono creature terrorizzanti solo quando vengono calati in un “mondo” solidamente realistico. Quando diventano metafora, iperbole e parodia del nostro tempo. Era l’ingrediente segreto dei primi film di Romero, lo è anche del libro di Brooks a cominciare dalla sua struttura. World Warz Z è infatti assemblato come una raccolta d’interviste realizzate da un ispettore dell’ONU incaricato – al termine della guerra mondiale degli zombie – di redigere un rapporto ufficiale su quel conflitto, durato un decennio e in grado di decimare l’umanità in ogni parte del mondo. L’alter ego dell’autore incontra politici, diplomatici, uomini d’affari, militari, medici, scienziati, ideologi e semplici sopravvissuti ai quattro angoli del globo e attraverso questo mosaico d’interventi ricostruisce lo sviluppo dell’epidemia di “non morte” dalla sua incubazione alla sua devastante deflagrazione, arricchendo il tutto con un’ impressionante quantità di dettagliate informazioni sulle condizioni politiche, sociali, culturali e tecnologiche sia pre- sia post – guerra di ogni paese in cui si trova. Non senza un certo humour perverso, Brooks si diverte quindi a creare scenari paradossali e mondi alla rovescia, a decostruire gli attuali assetti politici e a cucirli insieme seguendo linee di ricomposizione perfettamente verosimili se calate all’interno della logica del libro, che è quella della più grande crisi di civiltà nella storia dell’umanità.

Questa breve recensione non riesce a restituire se non molto poco del curioso fascino di un’opera che è insieme un libro dell’orrore, di guerra, una piccola enciclopedia metaforica del mondo post-globalizzato e uno dei più brillanti romanzi distopico/apocalittici degli ultimi anni; il consiglio quindi è di leggerlo prima dell’uscita del film prevista per il 2013. Film che peraltro per ora presenta un buon cast e un discreto regista (Marc Forster di Monster’s Ball, Neverland e Quantum of Solace) e quindi fa legittimamente ben sperare, anche se lo scettico potrebbe sollevare qualche perplessità derivata dal fatto che il numero di luoghi e personaggi frequentati dal libro e la quantità impressionante di dettagli che l’autore offre per ciascuno di essi, paiono assolutamente fuori dalla portata del formato cinematografico e al contrario perfetti per quello televisivo/seriale dove gli zombie sono stati recentemente rappresentati dalla non indimenticabile prima stagione di The Walking Dead della AMC. Insomma: HBO dove sei quando servi?

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