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19:09 domenica 21 dicembre 2025
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C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
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LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.

Il Washington Post ha pubblicato una lista dei nomi dei minori uccisi a Gaza

Il lungo elenco occupa due intere pagine della testata ma copre meno del 20% della lista di morti accertate 

31 Luglio 2025

Nell’edizione cartacea del Washington Post di ieri è apparsa un’iniziativa editoriale che non lascia indifferenti: due intere pagine del quotidiano sono state riempite da un lunghissimo elenco di nomi, riportati sia in arabo sia in inglese. Sono quelli dei minori che hanno perso la vita a Gaza. L’iniziativa ha un parallelo online, ma a impressionare davvero è il colpo d’occhio fornito dalla lunghissima lista stampata a caratteri minuscoli che copre ogni spazio disponibile ricavato dalla grafica del quotidiano. 

Elenco che, come spiega la corrispondente Louisa Loveluck sul suo account X, è lontano dall’essere esaustivo. Il quotidiano statunitense tradizionalmente più vicino ai temi politici (avendo sede nella capitale amministrativa degli Stati Uniti) è riuscito a comprimere appena il 18% della lista completa di morti verificate. L’editorialista, responsabile del quotidiano della copertura del conflitto, stima che per pubblicare l’elenco completo di oltre diciottomila nomi sarebbero servite altre cinque pagine. Senza contare che questo elenco, in cui compaiono solo le morti accertate e verificate da fonti attendibili, probabilmente è una stima per difetto del reale numero di bambini e adolescenti che hanno perso la vita in questi mesi a Gaza. 

Il lungo elenco inoltre fornisce alcuni approfondimenti dedicati a un piccolo campione di vittime che variano enormemente per età e causa della morte, anche se ovviamente correlata al conflitto, raccontandone le storie. Ci sono neonati e infanti morti per mancanza di assistenza medica a poche ore dal parto, adolescenti e bambini vittime delle bombe e dei conseguenti crolli di palazzi e case, ma non mancano i morti per fame. 

È stato inoltre pubblicato un altro grafico sulla testata e su X, che suddivide i nomi della lista per età: si può notare come la ripartizione sia piuttosto omogenea e riguardi tanto adolescenti quanto infanti che non sono riusciti nemmeno a compiere il primo anno d’età.

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