Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

I gattari decideranno le sorti del mondo? Stando a quanto visto in America, tra l'endorsement di Taylor Swift e il delirio di Donald Trump, la risposta è sì.

Stati Uniti – Cat person
Non saranno le Swifties a decidere le sorti della campagna elettorale negli Usa, anche se il loro contributo sicuramente non dispiacerà a Kamala Harris. Quello che succederà si capisce chiarissimamente osservando la svolta presa dalla campagna elettorale nell’ultima settimana. Taylor Swift che nel suo endorsement si firma “Childless Cat Lady”, Donald Trump che si erge a difensore di tutti i gatti minacciati da famelici haitiani (una delle più grandi fake news dell’anno), Elon Musk che prova a far cambiare idea a Swift offrendosi di prendersi cura dei suoi gatti (e di «darle un figlio», frase schizzata in cima alla classifica del viscidume di X): la presidenza degli Stati Uniti, ormai si è capito, sta nelle mani dei gattari e della gattare d’America.

Politica – San Giuli
Come si aspettavano in molti, il successore di Gennaro Sangiuliano al Ministero della Cultura è Alessandro Giuli, che lascia quindi il MAXXI di Roma. Come il collega napoletano, anche Giuli è ossessionato dall’egemonia culturale e da Gramsci, tanto che ci ha scritto un libro uscito poche settimane fa. Solite polemiche, naturalmente, sui social, che hanno scoperto che Giuli ha un passato nero: ma cosa ci aspettiamo da Meloni, una telefonata all’eterno Franceschini? No di certo. Quindi eccoci con l’ex vicedirettore del Foglio, appassionato di cultura di destra, tolkeniano, ma soprattutto amante dei riti pagani: in molti si sono stupiti nel vedere un vecchio video in cui il neo-ministro, seduto in un campo di grano, suona un flauto per invocare la Dea Dia, divinità pagana (romana), per fecondare la terra. Giuli declama anche, con recitazione non impeccabile: «Dea Dia, Kerres, Tellus», e così via. Per ora, più cringe che pericoloso. Facciamoci una risata, nell’attesa.

Cronaca – Investito per uccidere
Con lo scopo di recuperare la propria borsa, e forse “punirlo” per il misfatto, Cinzia Dal Pino, 65 anni, imprenditrice balneare, ha investito più volte e ucciso Said Malkoun, 47 anni, in Italia da 24, che l’aveva appena scippata. Intervistata dalla tv marocchina, la sorella di Malkoun ha commentato da Casablanca l’immediata scarcerazione della donna, attualmente agli arresti domiciliari: «Temiamo che questo caso finisca nel dimenticatoio. Mio fratello era una persona comune, come tante. Abbiamo paura che proprio per questo non ci sia giustizia». Per sua fortuna, la signora non segue la tv, le radio, i giornali italiani: chissà che paura la prenderebbe, se sapesse che da giorni è in corso un dibattito per capire se uccidere uno scippatore sia davvero un crimine.

Polemiche – Impero Rampiniano d’Occidente
Ci sono tre errori che invalidano tutto il ragionamento alla base di Grazie, Occidente!, il nuovo libro di Federico Rampini, presentato con un video teaser in cui il giornalista sfoggia tutta la sua brillantezza retorica e tutta la sua passione per le bretelle. Il primo errore è pensare che l’Occidente abbia bisogno di essere difeso. Il secondo errore è pensare che l’Occidente abbia bisogno di essere difeso ricordando al mondo che è a “noi” che si deve l’invenzione della lavatrice e della lavastoviglie (in uno dei passaggi più allucinatori del libro, Rampini sottintende che senza elettrodomestici non avremmo mai sentito parlare di emancipazione femminile). Il terzo errore è pensare che la difesa dell’Occidente possa davvero essere affidata a Federico Rampini.

Editoria – L’amico sudamericano
Grande commozione nella bolla editoriale per la morte di Ernesto Franco, importante figura dell’editoria italiana, dal 1998 direttore editoriale e dal 2011 direttore generale di Einaudi, dove ha lanciato marchi e rilanciato collane. Ma anche appassionato conoscitore di scrittori sudamericani, traduttore e scrittore raffinato. In molti lo hanno ricordato sui social per la sua intelligenza e la sua gentilezza.

Cinema – The Voice
Oltre ad aver pronunciato due delle battute più citate nella storia del cinema – quella in cui Darth Vader rivela a Luke Skywalker di essere suo padre e quella in cui Mufasa spiega a Simba che un giorno tutta la savana sarà il suo regno – James Earl Jones ha recitato in un sacco di grandi film, tra cui Il dottor Stranamore, Un uomo in prestito (dove per la prima volta un attore afroamericano interpreta il Presidente degli Stati Uniti), Conan il barbaro, L’uomo dei sogni, I ragazzi vincenti e Il principe cerca moglie. È morto a 93 anni nella sua casa di Duchess County, nello Stato di New York.