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L’episodio di Stranger Things in cui Will fa coming out è diventato quello peggio recensito di tutta la serie E da solo ha abbassato la valutazione di tutta la quinta stagione, nettamente la meno apprezzata dal pubblico, almeno fino a questo punto.
Il progetto europeo di rilanciare i treni notturni sta andando malissimo Uno dei capisaldi del Green Deal europeo sulla mobilità, la rinascita dei treni notturni, si è arenato tra burocrazia infinita e alti costi.
Un’azienda in Svezia dà ai suoi lavoratori un bonus in busta paga da spendere in attività con gli amici per combattere la solitudine Il progetto, che per ora è solo un'iniziativa privata, prevede un’ora al mese di ferie e un bonus di 100 euro per incentivare la socialità.
Diverse celebrity hanno cancellato i loro tributi a Brigitte Bardot dopo aver scoperto che era di estrema destra Chapell Roan e altre star hanno omaggiato Bardot sui social per poi ritirare tutto una volta scoperte le sue idee su immigrazione, omosessuali e femminismo.
È morta la donna che restaurò così male un dipinto di Cristo da renderlo prima un meme, poi un’attrazione turistica Nel 2012, l'allora 81enne Cecilia Giménez trasformò l’"Ecce Homo" di Borja in Potato Jesus, diventando una delle più amate meme star di sempre.
C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.
Il primo grande tour annunciato per il 2026 è quello di Peppa Pig, al quale parteciperà pure Baby Shark La maialina animata sarà in tour in Nord America con uno show musicale che celebra anche i dieci anni di Baby Shark.

Nobel a Vecchioni?

Il Presidente del Pen Club Italia ci spiega che in realtà chiunque può dire di essere stato in lizza per il Premio e rimanere coperto per 50 anni.

21 Settembre 2013

Un cantautore italiano, nonché poeta e scrittore, persino vincitore di Sanremo, e ora candidato a premio Nobel per la Letteratura. Chi lo avrebbe mai detto? La notizia è stata data sul Corriere della Sera da Enrico Tiozzo: «L’Accademia di Stoccolma ha preso attentamente in considerazione (con particolare interesse per il recente libro Scacco a Dio) sia l’intera ed ampia opera letteraria di Vecchioni, scandita da riconoscimenti prestigiosi, contrassegnata da temi filosofici profondi e da una inesausta ricerca sul significato dell’esistenza, sia la forza lirica e musicale delle sue canzoni, capace, nello stesso tempo, di far arrivare questi temi, con forza immutata, agli strati più vasti del pubblico». Reazioni di incredulità miste a pronto entusiasmo nei commenti; poi ecco le dichiarazioni del cantautore che si è detto subito «felice che la canzone d’autore italiana sia riconosciuta finalmente come una forma d’arte». Neanche un dubbio per Vecchioni.

Ma chi è che candida gli autori italiani al Nobel? «Tiozzo ogni anno fa sempre lo stesso pezzo, la maggior parte dei nomi se li inventa, tanto nessuno può smentire, neanche l’Accademia di Svezia» dice al telefono Sebastiano Grasso, giornalista del Corriere della Sera, da sette anni presidente del Pen Club Italia. «Tutti i Pen Club del mondo ricevono l’invito dell’Accademia e segnalano la persona.  Così fa l’Accademia dei Lincei, i nobel italiani ancora vivi, alcuni illustri professori ordinari di letteratura, il Gabinetto Vieusseux e altre istituzioni, siamo in pochi. Noi due anni fa suggerimmo Umberto Eco, quest’anno Arbasino. Il nome lo decido io».

ⓢ Quindi chiunque può far circolare una candidatura?Certo, nessuno si mette a smentire e tutti possono scrivere di tutto. Quando uscì la notizia di Tabucchi candidato dal Pen Club telefonai ai miei colleghi francesi e portoghesi, a nessuno risultava. Il gioco è possibile perché l’Accademia di Svezia ha la regola di tenere segreti per 50 anni i nomi dei candidati e non interviene mai per smentire perché  violerebbe il segreto». Chiunque insomma può dichiarare candidature al Nobel senza timore di essere smentito per 50 anni. L’unica certezza è proprio un libro scritto da Enrico Tiozzo La letteratura italiana e il premio Nobel. Storia critica e documenti (Olschki, 2009) che raccoglie il dietro le quinte del totonobel dal 1901 al 1959.

ⓢ Ci sono solo due possibilità per uscire da questa nebulosa fatta di gloria, ambizione e qualche provocazione.
La persona autorizzata ad avanzare la candidatura la fa trapelare. Nel caso della candidatura di Carlo Bo per Quasimodo l’indiscrezione era nota da decenni in Italia ed era stata addirittura pubblicata con l’autorizzazione dello stesso Bo, mentre ufficialmente sarebbe stata accessibile solo dal 31 dicembre 2009. Oppure si possono formare dei comitati pubblici, come per Alda Merini.

Il Nobel era nato per aiutare economicamente delle persone, ora è diventato un premio alla carriera ma non ci sono regole

ⓢ Su un vecchio numero del trimestrale del Pen Club si allude a un autore prestigioso che avrebbe eliminato dal suo biglietto da visita i precedenti titoli per sostituirli con «Candidato al premio Nobel». Quindi chi fa sul serio c’è. Quali sono i nomi?
Busi, Eco, Magris, in passato anche Bevilacqua. Non vedo poeti italiani validi in giro, gli ultimi potevano essere Luzi e Zanzotto. Poi la presunzione regola la vita di molte persone e ognuno può pensare di ambire al premio. Resta il fatto che quelli italiani sono nomi di speranza più che di candidature vere, si fanno dei nomi, tutto qui.

ⓢ Che peso ha l’Italia nei confronti dell’Accademia?
Non ascoltano nessuno, sono dodici, nominati a vita, non si possono dimettere, solo quando uno di loro muore viene sostituito. Hanno tutto numerato: sedie, bicchieri, posate. Nessuno ha influenza su di loro. Il Nobel era nato per aiutare economicamente delle persone, ora è diventato un premio alla carriera ma non ci sono regole. Il Nobel a Fo, quello a Vargas Llosa sono inaspettati. A volte subentra una valutazione politica, come quando volevano premiare la Turchia e hanno scelto Pamuk.

ⓢ Neanche gli americani riescono a scalfire il muro svedese, non vincono dai tempi di Toni Morrison (1993).
Ma loro fanno il pieno di Nobel altrove. Nel 2009 il segretario del premio definì l’America «un paese troppo ignorante e insulare per sfidare l’Europa come il centro del mondo letterario. Non sono stati presi in considerazione per la spocchia, cioè per la pretesa che il Nobel dovesse andare a loro. Non parlo di posizioni di singoli scrittori ma dell’ambiente, alla fine questa pretesa non ha incoraggiato i giurati di Stoccolma, anzi li ha fatti arrabbiare.

Adesso però bisogna aspettare fino al dieci dicembre, oppure altri cinquant’anni per sapere se la candidatura di Vecchioni è autentica. Chissà il professore di “Luci a San Siro” su che fila di banchi siederà stanotte, se in compagnia di remoti candidati del ‘900 come Angelo de Gubernatis, Salvatore Farina, Dora Melegari, Roberto Bracco, oppure crogiolandosi con l’alloro che cinse Carducci, Deledda, Pirandello, Quasimodo, Montale e per ultimo Dario Fo.

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