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Cosa sono le “momcation” e perché molti di noi ne avrebbero bisogno
Le definiscono “momcation”, riferendosi a quelle vacanze necessarie che le mamme di tutto il mondo dovrebbero fare tre o quattro volte all’anno: «Entrano in un hotel e trascorrono un lungo week end in pigiama, ordinando il servizio in camera e abbuffandosi di televisione», scrive Debra Kamin sul New York Times, che ha provato a spiegare il fenomeno.
La pratica, e la definizione, sarebbe emersa dal romanzo di Brandy Ferner, Adult Conversation: a novel, in cui due mamme scappano a Las Vegas per concedersi una breve tregua dai figli e dai matrimoni. «Si tratta di una via di fuga molto semplice, senza dover andare in hotel di lusso o ristoranti stellati», ha detto Ferner. «Mi basta soltanto che nessuno mi tocchi mentre mi ingozzo di junk food sul letto per 48 ore». Non è l’unica a farlo. Stando a quanto rivela l’hashtag #momcation su Instagram, sembra che la tendenza a fuggire dai pargoli per qualche giorno all’anno sia in aumento (compare in più di 54 mila post), tanto che anche hotel e tour operator stanno realizzando pacchetti all inclusive mirati all’esigenza.
È il caso, continua il New York Times, dell’Archer Hotel e del suo pacchetto “Mom’s Wine Country Getaway”, comprendente tra le altre cose dolci, stuzzichini e vino già presenti nella stanza e wi-fi, tv a schermo piatto con canali premium. E poi due giorni di hata yoga, corsi collettivi di make up all’ombra dei banani, bottiglie di champagne “Mom’s Juice”, fontane di cioccolato in camera da letto, e sessioni di snorkeling tra le tartarughe come quelle proposte nella box “Moorea Momcation” dal True Tahiti Vacations, società polinesiana gestita da sole donne. «Passi ogni singolo giorno a concentrati sui bisogni degli altri», si legge nel pacchetto: «Questo è fatto per ricordarti che esistono anche i tuoi».

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