Maestro e attivista, Odeh Muhammad Hadalin aveva aiutato i registi del documentario premio Oscar a girare il loro film a Masafer Yatta.
Gli Usa avranno davvero i vaccini contro il Covid-19 a novembre o è solo propaganda politica?
Lo ha annunciato il Cdc di Atlanta, l’agenzia federale per la tutela della salute, in tutti i 50 stati, dicendo di tenersi pronti a distribuire il vaccino contro il Coronavirus tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, prima agli operatori sanitari e ad altri gruppi di persone ad alto rischio. Tra gli oppositori di Trump però, c’è chi teme si tratti di una mossa politica per convincere gli elettori, alla vigilia del voto del 3 novembre, che la guerra al Covid-19 è ormai conclusa e vinta, e che questa «strana coincidenza temporale», come l’ha definita al New York Times Saskia Popescu, epidemiologa dell’Arizona, possa significare il rilascio di un vaccino non completamente testato.
Come riporta il Nyt infatti, la lettera (del 27 agosto, ma divenuta di pubblico dominio solo ieri) con la quale l’agenzia di Atlanta ha chiesto agli uffici per la sanità pubblica di tutti gli stati e le città di prepararsi a ricevere e distribuire vaccini già alla fine di ottobre, sta suscitando speranze, ma soprattutto sospetti. In alcune dichiarazioni relative al progetto Operation Warp Speed, lanciato dal governo per accelerare la ricerca di cure per il Covid-19, il dottor Anthony Fauci, il massimo esperto di malattie infettive del Paese, e il commissario della Fda, Stephen Hahn, avevano annunciato che il vaccino sarebbe stato disponibile prima della conclusione degli studi clinici, ma solo se i dati fossero stati positivi in modo schiacciante. A metà luglio tre dei sei vaccini approvati dal progetto sono entrati nella terza e ultima fase di sperimentazione, «ma le prove che testano l’efficacia di un vaccino possono richiedere anni per produrre risultati affidabili», ha detto Padmini Pillai, immunologa del M.I.T., «e invece mancherebbero appena 30 giorni al suo rilascio».
Secondo numerosi scienziati (il Nyt ha riferito come molti stati abbiano accolto la notizia), l’annuncio di Stephen Hahn di voler accorciare i tempi per l’approvazione di un vaccino per Covid- 19 farebbe pensare che Hahn voglia fare un favore a Trump, permettendogli di annunciare la disponibilità di un vaccino “made in Usa” prima delle rielezioni di novembre. Ma potrebbero esserci rischi significativi nell’approvazione di un vaccino per ampio uso prima del tempo. Effetti collaterali rari ma pericolosi, che potrebbero emergere anche dopo anni.
Intanto nella lettera dell’agenzia, composta da tre documenti e inviata ai funzionari della sanità pubblica in tutti gli stati e territori, vengono rivelate le categorie di persone selezionate (personale sanitario, lavoratori essenziali, la polizia, persone di età pari o superiore a 65 anni, «minoranze etniche e razziali, persone incarcerate») che dovranno avere la priorità. Agli esperti che hanno manifestato dubbi in proposito, l’agenzia ha risposto che i piani per il vaccino sono comunque ipotetici, «il panorama potrebbe evolversi di giorno in giorno», ma non ha valuto commentare ulteriormente.

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