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In dieci anni una città spagnola ha perso tutte le sue spiagge per colpa della crisi climatica  A Montgat, Barcellona, non ci sono più le spiagge e nemmeno i turisti, un danno di un milione di euro all’anno per l'economia locale.
Ai Grammy dal 2026 si premierà anche l’album con la migliore copertina È una delle tante novità annunciate dalla Record Academy per la cerimonia dell'anno prossimo, che si terrà l'1 febbraio.
Ronja, la prima e unica serie animata dello Studio Ghibli, verrà trasmessa dalla Rai Ispirata dall’omonimo romanzo dell’autrice di Pippi Calzelunghe, è stata diretta dal figlio di Hayao Miyazaki, Goro. 
Ogni volta che scoppia un conflitto con l’Iran, viene preso come ufficiale un account dell’esercito iraniano che però non è ufficiale Si chiama Iran Military, ha più di 600 mila follower ma non ha nulla a che fare con le forze armate iraniane.
L’unico sopravvissuto al disastro aereo in India non ha idea di come sia riuscito a salvarsi Dopo l’impatto, Vishwash Kumar Ramesh ha ripreso i sensi in mezzo alle macerie: i soccorritori l’hanno trovato mentre cercava il fratello.
L’Egitto sta espellendo tutti gli attivisti arrivati al Cairo per unirsi alla Marcia mondiale per Gaza I fermati e gli espulsi sono già più di un centinaio e tra loro ci sono anche diversi italiani.
Per ricordare Brian Wilson, Vulture ha pubblicato un estratto del suo bellissimo memoir Si intitola I Am Brian Wilson ed è uscito nel 2016. In Italia, purtroppo, è ancora inedito.

Un Natale deduttivo

Ovvero perché il secondo film su Sherlock Holmes è solo un antipasto di un'eccellente miniserie BBC da stasera su Italia 1

22 Dicembre 2011

Del fallimento (momentaneo) del cinepanettone è stato già scritto qui dove si è cercato anche di capire il perché e il percome. Argomento archiviato, quindi.

Chi ha beneficiato di tale debacle è stato “Sherlock Holmes. Gioco Di Ombre”, secondo film di Guy Ritchie con l’affiatata coppia Downey jr./Law in una nuova avventura dell’ispettore Sherlock Holmes e del suo fedele assistente John Watson.

Il film è ancora una volta la versione steampunk fracassona con la regia adrenalinica di Ritchie e con un gigionissimo Downey Jr., così infallibile, spiritoso e arrogante da renderlo più vicino a Lupin III che al personaggio del romanzo. Cameratismo maschile, sottotesto queer e un paio di scene madri eccellenti. Niente di indimenticabile… ma ricordate forse qualche film di Natale indimenticabile?

Però il motivo per cui sto scrivendo questo articolo è semplicemente un augurio che, sulla scia di questo “fenomeno Holmes”, centinaia di migliaia di persone si sintonizzino questa sera alle 21:00 su Italia Uno (Italia Uno?! Sì). La rete giovane di Mediaset, con un tempismo strategico che non si ricordava dai tempi dei Simpson o di Buffy l’ammazzavampiri, ha deciso infatti di mandare in onda Sherlock, serie BBC dal formato bislacco (tre episodi di 90 minuti).

Sulla carta sembrerebbe l’ennesima rivisitazione un po’ furbetta del romanzo di Doyle e invece è una delle trasposizioni più fedeli, intelligenti ed entusiasmanti mai messe in scena, e in più è ambientata ai giorni nostri. Non è una vera e propria modernizzazione del romanzo vittoriano: nonostante l’uso narrativo funzionale del Blackberry e dei blog e la tinta glamour (Holmes è in perfetto stile urban-elegante con il suo cappotto Belstaff), la serie – o, per meglio dire, i tre film tv – cattura perfettamente lo spirito originale dei romanzi. Alcune scene poi, come ad esempio il primo incontro tra Holmes e Watson, sono fedelissime ai racconti dello scrittore. Lo scenario è una Londra notturna non scontata, non turistica e a modo suo irriconoscibile,  ma sono sopratutto la scrittura e le interpretazioni a fare la differenza.

La serie è stata prodotta e scritta da Steven Moffat, celebre per aver sceneggiato gli episodi più brillanti di Doctor Who (longeva serie britannica di gran culto) ma anche di Coupling, e da Mark Gatiss, componente del quartetto comico The League of Gentlemen. Insomma, scrittori capaci che infarciscono i dialoghi di battute brillanti e one line memorabili: anche il sottotesto gay – Holmes e Watson vivono nello stesso appartamente, anche nel romanzo di Doyle – viene trattato con soluzioni sagaci e mai banali.

Benedict Cumberbatch – visto già al cinema in Espiazione (Atonement) – è semplicemente perfetto a far vivere uno Sherlock Holmes personaggio totalmente sociopatico ma con una fredda e geniale capacità deduttiva. Straordinario anche Martin Freedam nell’interpretare un Watson finalmente non più tonto da macchietta, ma con una presenza magnetica e di complemento al protagonista.

Che altro dire… è forse la migliore serie del 2010 (l’anno in cui uscì) e con un episodio pilota da standing ovation.

Unico limite e rischio: la traduzione italiana. Che non è un compito facile, ammettiamolo. Ma se riescono a mantenere fedeltà almeno nel 70% dei dialoghi, possiamo essere soddisfatti.

Il primo gennaio 2012 andrà in onda su BBC1 il primo episodio – dei tre previsti – della seconda stagione.

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