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Chi è l’artista vincitrice del Turner Prize del 2018
Oggi, sull’Independent, Hannah Duguid ha dedicato un bell’articolo al Turner Prize, il più prestigioso premio del Regno Unito organizzato dalla Tate Gallery, quest’anno alla sua 34esima edizione. «Oggi ciò che minaccia l’arte contemporanea non è più il disinteresse», scrive Duguid, riflettendo su come quest’edizione del premio sia molto meno “scandalosa” ma allo stesso tempo molto più interessante delle precedenti, «ma il commercio. Il rischio per noi spettatori è di essere condannati a vedere ciò che chi può comprare vorrebbe comprare, cosa che non ha nulla a che fare con la buona arte. Il lusso della sperimentazione artistica deve essere preservato e ricompensato – anche se è oscuro e di nicchia – a prescindere da ciò che vorrebbero i collezionisti o il gusto popolare. Per questo motivo celebro i candidati al Turner Prize di quest’anno, con le loro opere difficili e riflessive che richiedono attenzione e possono confondere gli spettatori».

L’artista Charlotte Prodger
La vincitrice di questa edizione, e quindi del primo premio di 25mila sterline, è Charlotte Prodger, nata a Bournemouth nel 1974. L’artista, che oggi vive e lavora a Glasgow, ha vinto presentando Bridgit (2016) un video diario filmato con l’iPhone che documenta la sua vita di donna gay nella Scozia rurale. Realizzato nel corso di un anno, il film dura 32 minuti, ed è, nelle parole di Duguid, «personale e politico, impegnato e sperimentale, profondamente personale, letterario» e tocca i temi più vari, dal separatismo lesbico degli anni Settanta a Jimi Hendrix, dalla catena inglese di articoli sportivi JD Sports ai monumenti antichi. Gli altri finalisti del Turner erano Naeem Mohaiemen, Luke Willis Thompson e il collettivo Forensic Architecture. Prodger è nata a Bournemouth nel 1974 e oggi vive e lavora a Glasgow.

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