Cose che succedono | Stati Uniti

La foto segnaletica di Trump è diventata il primo tweet della sua campagna elettorale

Giovedì 24 agosto Donald Trump ha stabilito due record. Il primo: è diventato il primo Presidente degli Stati Uniti a cui è stata scattata una foto segnaletica. Il secondo: è diventato il primo Presidente degli Stati Uniti a vantarsi della sua foto segnaletica su Twitter, il suo primo tweet dall’8 gennaio del 2021, il suo primo tweet da quando Elon Musk ha deciso di riammetterlo sulla piattaforma ora nota con il nome di X. Si sapeva sarebbe successo, ma questo non toglie nulla alla «de facto foto dell’anno. Un’immagine storica che sarà per sempre conservata nei pubblici archivi e alla quale potremo tornare per il resto dell’eternità», come ha scritto Vanessa Friedman sul New York Times.  Accusato di aver tentato di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 in Georgia, Trump è stato costretto a presentarsi presso il carcere della contea di Fulton e a sottoporsi alla trafila alla quale devono sottoporsi tutti i cittadini sul cui capo pendono accuse penali. Vale a dire: fornire le proprie generalità alle forze dell’ordine, farsi prendere le impronte digitali e farsi scattare una foto segnaletica. Da oggi, l’ex presidente è noto anche come P01135809, il codice alfanumerico con il quale è stato inserito negli archivi penali della Georgia.

C’è da dire che essere un ex Presidente porta ovviamente a un trattamento preferenziale da parte delle forze dell’ordine. Una procedura burocratico-amministrativa che di solito richiede ore per essere completata, nel caso di Trump è stata espletata in circa venti minuti. Dopodiché, Trump ha lasciato la prigione di Fulton, è salito sul suo jet privato ed è ripartito verso la prossima tappa del suo tour elettorale. Pare fosse anche piuttosto soddisfatto del lavoro fatto dal fotografo del carcere: «Somiglio a Churchill», avrebbe detto, infatti, ai suoi collaboratori, commentando la foto segnaletica (non possiamo sapere se abbia ragione o torto, non avendo a disposizione mugshot di Churchill per un adeguato confronto). Sarà stato contento anche di scoprire di essere dimagrito. Tra le informazioni inserite nel suo fascicolo, infatti, c’è il peso: poco meno di 98 kili, quasi dieci in meno rispetto a quando il medico della Casa Bianca gli fece un esame completo nel 2018. Sarà stato meno contento di leggere la descrizione del colore dei suoi capelli, invece: «blond or strawberry», sta scritto nel modulo compilato dagli agenti della polizia di Fulton.

Assieme a quella di Trump sono state scattate anche le foto segnaletiche di tutti i suoi collaboratori accusati anche loro di aver partecipato al tentativo di sovvertire il risultato delle ultime elezioni presidenziali in Georgia (è girata moltissimo sui social soprattutto quella di Rudy Giuliani). Quello in Georgia è solo uno dei quattro processi che Trump dovrà affrontare nel prossimo futuro – qui una guida della Bbc che riassume e spiega tutto per bene – ma è potenzialmente quello che potrebbe causargli i problemi maggiori. L’indagine è partita da un’intercettazione telefonica in cui si sente Trump chiedere a un funzionario responsabile delle elezioni in Georgia di «trovargli 11,780 voti». Questo ha portato la procuratrice distrettuale di Fulton, Fani Willis, a formulare un’accusa di violazione del Racketeering Influenced and Corrupt Organizations Act (Rico), strumento legale usato solitamente nei processi ai danni, per esempio, del crimine organizzato. Solo per questa accusa, se provata in sede processuale, Trump dovrebbe scontare una pena fino a un massimo di venti anni di carcere. A suo carico ci sono altri 12 capi d’imputazione, che Trump ha fin qui sempre definito infondati, descrivendo quella di Willis come una persecuzione politica e la telefonata dalla quale tutto è partito come «perfetta».