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03:19 giovedì 10 luglio 2025
Ed Sheeran si è dato alla pittura e ha provato a imitare Jackson Pollock con risultati abbastanza discutibili Ma almeno si è sforzato di tenere "bassi" i prezzi delle sue "opere": meno di mille sterline a pezzo, che andranno tutte in beneficienza.
Dopo l’ultimo aggiornamento, Grok, l’AI di X, ha iniziato a parlare come un neonazista In una serie di deliranti post uno più antisemita dell'altro, Grok è pure arrivato a ribattezzarsi "MechaHitler".
La novità più vista su Netflix è un documentario su una nave da crociera coi bagni intasati Si intitola Trainwreck: Poop Cruise, è in cima alla classifica negli Stati Uniti ed è popolarissimo anche nel resto del mondo.
Al Festival di Locarno verrà presentato Mektoub, My Love: Parte Due di Abdellatif Kechiche, il film che nessuno ha mai voluto proiettare È già il titolo più atteso del concorso, che andrà a completare una trilogia scandalosa e travagliatissima, e sicuramente scatenerà la polemica.
Cosa dice Lena Dunham di Too Much, la sua nuova serie, che esce domani E, soprattutto, 13 anni dopo Girls. In un lungo profilo su Variety, Dunham ha raccontato cosa ha fatto in questi anni e quanto di lei c'è in questa serie.
Dalle prime recensioni, il nuovo Superman sembra più bello del previsto Dopo le prime stroncature pubblicate per sbaglio, arrivano diversi pareri favorevoli. Su una cosa tutti sembrano d’accordo: David Corenswet è un ottimo Clark Kent. 
Per combattere i deep fake, la Danimarca garantirà ai suoi cittadini il copyright delle loro facce Il governo sta cambiando la legge sul diritto d’autore per proteggere impedire i "furti" di volti, corpi e voci.
I fan di Squid Game hanno odiato il finale della serie e quindi si stanno facendo i loro finali usando l’AI Sui social c'è già chi propone lo Squid Game dei finali di Squid Game, il vincitore diventa quello ufficiale.

Trudeau ha dovuto scusarsi per una “brownface” del 2001

19 Settembre 2019

È comparsa a poche settimane dalle elezioni in Canada (21 ottobre), mettendo in grave imbarazzo il primo ministro, Justin Trudeau. Turbante, accessori e una «brownface», per una festa in costume a tema “Arabian nights” organizzata nella scuola privata di Vancouver dove il politico insegnava. Allora aveva 29 anni, ma l’età non è stata considerata una valida scusante. Per quella foto che lo ritrae con il viso dipinto di nero, risalente al 2001 e diffusa dalla rivista americana Time, il premier progressista si è detto «profondamente arrabbiato con me stesso», e veramente pentito, come riporta il sito della Bbc. E così Trudeau, fervente sostenitore del multiculturalismo per lui parte integrante del proprio Paese, ha continuato a scusarsi, cercando di arginare l’imbarazzo suscitato dal cosiddetto blackface, un gesto carico di significati negativi al di là delle intenzioni di chi lo fa.

«Avrei dovuto saperlo già allora, ma l’ho fatto in modo involontario», ha continuato, parlando ai cronisti che lo stanno accompagnando in aereo per la campagna elettorale. «Ora riconosco quanto il mio gesto sia stato razzista e mi dispiace profondamente». Un periodo complicato per Trudeau, che già nel marzo 2018 aveva rischiato di perdere la poltrona. «Vedere il primo ministro con il blackface ci ha molto rattristato», ha detto Mustafa Farooq, direttore del National Council of Canadian Muslims, organizzazione no profit tesa a difendere i diritti delle persone mussulmane in Canada. «Il blackface è una pratica riprovevole, e si porta dietro una storia di razzismo e di mitologia orientalista che non possiamo accettare».

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