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In Giappone è stato condannato a morte il famigerato “killer di Twitter” Takahiro Shiraishi è stato riconosciuto colpevole degli omicidi di nove ragazze. Erano tre anni che nel Paese non veniva eseguita nessuna pena capitale.
Per sposarsi a Venezia e farsi contestare dai veneziani Bezos ha speso almeno 40 milioni di euro Una cifra assurda che però non gli basta nemmeno per entrare nella Top 5 dei matrimoni più costosi di sempre.
È uscito il primo teaser di Bugonia, il film in cui Yorgos Lanthimos parla di alieni e complottisti Il film arriverà nella sale italiane a novembre e, secondo le prime indiscrezioni, potrebbe essere tra quelli in concorso a Venezia.
Anna Wintour ha annunciato che non sarà più la direttrice di Vogue America Ma ovviamente non ha alcuna intenzione di smettere di lavorare: resterà global editorial director di Vogue e la global chief content officer di Condé Nast.
Macron ha detto che vuole far diventare la musica elettronica francese patrimonio Unesco La musica elettronica l'abbiamo inventata noi. Solo noi abbiamo quel French Touch», ha detto, dando l'annuncio in un'intervista radiofonica.
Se c’è un posto che non soffrirà mai di overtourism è certamente il resort appena inaugurato da Kim Jong-un in Corea del Nord Il supremo leader ha partecipato alla cerimonia di apertura e si è divertito a guardare degli uomini che volavano giù dagli scivoli ad acqua.
È morta a 91 anni Lea Massari, la diva che abbandonò il cinema Dopo aver lavorato con i più grandi registi del cinema italiano, si ritirò a vita privata 30 anni fa e non tornò mai più a recitare. 

TikTok sta cambiando il nostro modo di parlare e usare la voce

24 Gennaio 2024

TikTok, lo sappiamo, è un luogo speciale in cui qualsiasi contenuto, anche il più stupido o inaspettato, ha il potenziale di avere effetti sul mondo reale. Ciò che vediamo su TikTok potrebbe influenzarci non solo rispetto a ciò che scegliamo di indossare, ciò che decidiamo di leggere o vedere al cinema, ciò che consideriamo vero e rilevante, ma anche rispetto al modo in cui parliamo. Alcuni linguisti hanno infatti iniziato a parlare di “TikTok Voice” per riferirsi all’accento che contraddistingue la parlata di chi crea contenuti sulla piattaforma e, forse, anche di chi quei contenuti li consuma. 

Secondo quanto riportato dal Guardian, l’accento di TikTok è contraddistinto da due principali elementi: da una parte l’”uptalk”, ossia la tendenza ad usare un’ intonazione crescente sul finire della frasi, come se fossero delle interrogative; dall’altra, il “vocal fry” (laringalizzazione, in italiano), ossia l’uso di un registro vocale più basso rispetto a quello che usiamo quando parliamo normalmente e che risulta in un suono simile a uno sfrigolio. Sembra che questa parlata sia adottata da chi crea contenuti sull’app per la sua capacità di far sentire chi ascolta più coinvolto, ottenendo un effetto di persuasione maggiore rispetto a quello che si otterrebbe con un tono “piatto” e “basso”. In aggiunta a ciò, l’intonazione interrogativa sembra dare l’idea che la frase non finisca mai, che ci sia sempre qualcosa di nuovo in arrivo (e in effetti, molti video sono costruiti come “loop”, creando una circolarità perfetta in cui l’ultima frase si aggancia scorrevolmente alla prima). 

Insomma, l’accento di TikTok sembra essere stato costruito, più o meno consapevolmente, dai creator per coinvolgere gli spettatori incoraggiandoli a rimanere all’ascolto il più possibile. In questo, la “TikTok voice” è sostenuta dall’uso di frase ricorrenti in apertura dei video («get ready with me for…», «things in my family that just make sense», «what I eat in a day as a…») a cui corrispondono specifiche categorie e trend, spesso usate allo sfinimento fino ad essere ribaltate e trasformate in meme.

Se l’utilizzo di questo linguaggio è facilmente individuabile (anche perché alquanto fastidioso) in chi crea i contenuti, non è altrettanto facile misurare quanto l’accento TikTok riverberi nel modo di parlare di chi quei contenuti li ascolta e i linguisti sembrano concordi nel sostenere che nessuno studio finora sia stato in grado di dimostrare empiricamente eventuali cambiamenti nella lingua derivanti dal modo in cui si parla su TikTok. Non è d’altronde la prima volta che si ragiona sulla capacità di un certo modo di parlare che si estende anche fuori da TikTok, basti pensare all’esplosione del corsivo qualche anno fa che non sembra abbia fondamentale cambiato il modo in cui parliamo. Ma ancora prima, sempre il Guardian riportava la preoccupazione di genitori e insegnanti britannici di fronte al volgare “Youtube accent” che i giovani stavano assimilando a furia di guardare gli Youtuber americani. Per consolarli, o forse per aiutarli a mettersi l’anima in pace, Rob Drummond, professore di linguistica presso la  Manchester Metropolitan University diceva che: «È naturale tendere ad adottare il modo di parlare delle persone che ammiriamo o verso cui proviamo sentimenti positivi. Lo facciamo tutti. In maniera sottile, ma lo facciamo».

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