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22:36 mercoledì 17 settembre 2025
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

Theresa May: dalla provincia con le scarpe leopardate

Quello che resterà del Primo ministro: il provincialismo. La Gran Bretagna che ritorna paesino si vede anche dalle décolleté col tacco basso.

27 Giugno 2017

La verità di cui tutti universalmente dubitano è che crescere in paese sia una fortuna. Era il 1956, Eastbourne, Sussex. La bambina fu battezzata col nome di Theresa, era la figlia del vicario. Informazioni sulla famiglia: ricchissimi no, ma nemmeno poveri. Theresa venne tirata su in quel certo agio contenuto che ti rende altoborghese secondo gli standard di provincia, provinciale secondo gli standard di città. Nel 1959 si trasferirono a Enstone, nell’Oxfordshire. Un villaggio. È facile diventare adatti alla vita vivendo nelle capitali, ma uno spirito ambizioso saprà apprezzare le umiliazioni degli spazi stretti e di strette vedute. Non hanno fatto culle comode per la grandezza, un certo tipo di tempra s’ottiene solo per somma di frustrazioni.

Il vicario Brasier
Figlia unica, amatissima, venne educata alle delusioni e al sacrificio: prima il dovere, poi vivere. Racconta che un Natale il padre venne chiamato per un’emergenza e lei aspettò fino a tarda sera per aprire i regali in segno di rispetto. Cominciò a frequentare i conservatori a tredici anni, ma il vicario le proibì altri slanci partigiani per non inimicarsi i parrocchiani. Theresa ubbidì. Conviene volergli bene, a certi genitori, se opporsi non è tra le possibilità: per ribellarti serve sempre un po’ di pubblico, almeno qualcuno che ti viene dietro mentre ti ribelli. In certe famiglie hanno perfezionato le tattiche contro i figli, semplicemente li ignorano: che la fai a fare, la rivoluzione, se non ti sente nessuno?

Bloody difficult woman
Per forgiare il ferro della bloody difficult woman (autodefinizione di Theresa) e aumentarne la disposizione a incattivirsi serviva il colpo di grazia: dopo le scuole elementari, la spedirono al convento femminile di St. Juliana a Begbroke. In più ogni sabato filava come un soldatino a lavorare in panetteria. Insomma, il genere di adolescenza che ti trasforma in un depresso, se ti va bene, o in un moralista, quando ti va male. Sarai per tutta la vita spietato dove gli altri sono tolleranti, intransigente quando tutti consigliano di stare calmo e cercare la trattativa. Però è facile puntare il dito, quindi non lo puntate: chi diventa un mezzo infame è perché l’hanno fatto penare. Sa come ci si sente a essere debole e non ci si vuole sentire mai più.

La seconda primadonna d’Inghilterra
Ma pure la più infelice infanzia smette di dare tormenti e inizia a fruttare. Theresa è accettata a Oxford, dove studia geografia. Sì capì che non era il talento a fare difetto, ma il destino in provincia: dopo la laurea si trasferì a Londra, trovò lavoro alla Bank of England, poi venne la politica. Oggi è quella che conosciamo, la paladina del conservatorismo duro e puro impacchettato da conservatorismo compassionevole: ripete spesso che lavora per i dimenticati, le persone che lei stessa ha definito “just about managing”, quelli che appena ce la fanno a sopravvivere. In fondo è ancora la brava figlia del vicario. Sembra pure un buon programma, il fatto è che vorrebbe affiancare ai propositi da premier perbene il protezionismo feroce e la retorica Law and Order. «Sarà che l’ipocrisia è la caratteristica principale dell’identità britannica», ha detto Alan Bennet. Sarà quello, o sarà che la storia è fatta per ripetere gli errori mentre cercavi solo di fare un bis dei momenti di gloria.

The shoes of British Home Secretary Ther

Uncool Britannia.
Cos’è quest’epoca May se non il seguito grottesco ed esattamente rovesciato dei sogni inglesi di vent’anni fa? Basta ricordarsi i nomi, uno per uno, e tirare qualche somma. Quel che resta delle Spice Girls è Victoria Beckham che disegna abitini per giovani vecchie che non devono ridere mai. Quel che resta degli Oasis è Noel Gallagher che beve spumantino in camicia di lino écru sul lungomare di Positano mentre Liam passa la mattina a insultarlo sui social network. Quel che resta della casa di Windsor è Kate Middleton, la ragazza del popolo che già a vent’anni profumava di ambizioni, corona e naftalina. Quel che resterà di Theresa May invece è un paio di scarpe a stampa animalier, ma con il tacco basso. I tre centimetri di cortesia, tacchi che si mettono per non essere notate. E che significano: ci ho provato, è mancato pochissimo, ma sono ancora di provincia.

Brexit ha una traduzione facile: l’Inghilterra che diventa paesino. La figlia del vicario è la metafora politica del contadino infurbito che prova lentamente ad alzare un muretto per difendere il confine, senza sospettare che il dirimpettaio (l’Europa) è già dall’avvocato a firmare la lettera che dice “se cambi idea è meglio per te”. Intanto Corbyn è andato al festival di Glastonbury, si è versato una birra e pare che sul palco abbia preso più applausi di quelli che suonavano le chitarre.

Nelle foto due esempi della collezioni di scarpe animalier di Theresa May (Getty Images).
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