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Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste)
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.

Terra Nova

Jurassic Park per la televisione? Steven Spielberg questa volta non centra l'obiettivo

28 Settembre 2011

Diamo a Steven ciò che è di Steven. A differenza del suo amichetto George Lucas, che non ha più un’idea una da anni (“E adesso, giusto per fare due soldini su un franchise poco sfruttato, Star Wars in odorama!”), Spielberg sembra essere un uomo di cinema ancora curioso e attivo. Se come regista il suo talento si è col tempo fatto meno cristallino (e fra poco uscirà il temibile War Horse), come produttore continua ad interessarsi a progetti sulla carta entusiasmanti. Soprattutto per quanto riguarda il piccolo schermo. Facciamo qualche nome: Taken, The Pacific, United States of Tara, Falling Skies. Tutte serie televisive che, al di là di un giudizio di merito soggettivo (leggi: vi sono piaciute o meno), evidenziano un approccio unico alla storia raccontata. Prendiamo come esempio The Pacific. Chi immaginava una sorta di versione televisiva a puntate di Salvate il Soldato Ryan, s’è trovato di fronte a qualcosa di diametralmente opposto. L’idea di storia cara a Spielberg la conosciamo bene: persone normali alle prese con l’unico e il meraviglioso. Quello che cambia è il modo di raccontare questa storia  e la voglia stupire lo spettatore con uno stile narrativo inaspettato.

Lunedì 26 settembre ha esordito su Fox la sua ultima creatura: Terra Nova. Se non sapete di cosa si tratta ecco a voi un piccolo riassuntino. Siamo nel 2149: la Terra è sull’orlo del collasso ambientale. L’inquinamento e la sovrappopolazione ci stanno condannando all’estinzione. Degli scienziati, sperimentando a caso non si capisce bene cosa, scoprono però una sorta di realtà parallela: grazie ad un portale modello Stargate, riescono ad arrivare a Terra Nova, ovvero un pianeta Terra 2, nuovo di zecca. Ovviamente non tutti possono godere di questa seconda chance: su Terra Nova ci si finisce solo se estratti da una mega lotteria o se arruolati. Questo nuovo pianeta ha infatti bisogno di medici, architetti e tecnici per aiutare a costruire le basi di questo mondo migliore. Ah, dimenticavo: Terra Nova è situata cronologicamente 85 milioni di anni fa, nel tardo giurassico. Questo non significa solo che tutto è intonso e perfetto. Ma anche che ci sono grossi dinosauri ovunque.

Sulla carta quindi tutti si pensava a un Jurassic Park per la televisione. Uomini con delle pistole futuribili vs Dinosauri. Speranze disattese? Direi di sì. Vediamo per quale motivo: il prologo del pilota è ambientato nel futuro. Serve per presentarci i protagonisti della serie, la famiglia Shannon, e per dare quel tocco di sci-fi ecologista che scorre in controluce: la possibilità di ripartire da zero in un mondo migliore che noi uomini cattivoni abbiamo già rovinato una volta. Una volta finito il prologo però, arriviamo nel passato. Ed è qui che partono i veri problemi. Terra Nova ha lo stesso difetto di The Walking Dead: non si parla di quello che si dovrebbe. In The Walking Dead ci sono gli zombie, ma si preferisce parlare del fatto che c’è un marito che picchia la moglie. In Terra Nova ci sono i dinosauri ma il problema principale è che il figlio adolescente degli Shannon è un rimbambito capriccioso. In novanta minuti, di dinosauri se ne vedono ben pochi e quei pochi che si vedono sono di rara bruttezza a causa di un uso del digitale a dir poco goffo e sorpassato. In più la loro presenza non sembra essere al centro della narrazione. Semplicemente ci sono: sono al di là di una barriera e costituiscono un problema come un altro. Tutto ruota attorno ai poco interessanti problemi relazionali di una famiglia obbiettivamente antipatica che, quattro secondi dopo aver scoperto l’esistenza di un mondo parallelo, pensa solo a litigare per i motivi più futili. Voglio dire: parliamo di persone che sono nate e cresciute senza mai aver visto un albero o le nuvole, che di colpo si trova catapultata in un pianeta preistorico pieno di dinosauri e di prodigi mai visti. E che per un’ora e mezza si dicono cose come: “Papà, tu non mi capisci!”. Direi che è una scelta narrativa quantomeno bizzarra. Certo, è anche vero che vengono gettati alcuni elementi narrativi lievemente più interessanti – la colonia di rivoluzionari e qualche paradosso temporale  – ma la prima puntata di Terra Nova sembrava un drama sulla famiglia Rossi in campeggio.

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