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Il nuovo trend di TikTok sono i video anti immigrazione generati con l’AI Milioni di visualizzazioni per video apertamente razzisti e chiaramente falsi che incolpano i migranti di crimini che non sono mai avvenuti.
In Cina le persone stanno andando a vedere Zootropolis 2 insieme ai loro cani e gatti Alcuni cinema cinesi hanno organizzato proiezioni pet friendly per vedere il film Disney con i propri animali domestici.
Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.
L’Oms ha detto che i farmaci come Ozempic dovrebbero essere disponibili per tutti e non solo per chi può permetterseli Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, in futuro bisognerà garantire l'accesso a questi farmaci a chiunque ne abbia bisogno.
Aphex Twin ha caricato a sorpresa su SoundCloud due nuovi brani ispirati a una vacanza in Sicilia Le tracce sono comparse a sorpresa e sarebbero state ispirate da una vacanza italiana del musicista, intristito dalla pioggia autunnale.
Il sindaco di Pesaro si è dovuto scusare perché ha coperto di ghiaccio la statua di Pavarotti per far spazio a una pista di pattinaggio Ma ha pure detto che Pavarotti resterà "congelato" fino a dopo l'Epifania: spostare la statua o rimuovere la pista sarebbe troppo costoso.
Siccome erano alleati nella Seconda guerra mondiale, la Cina vuole che Francia e Regno Unito la sostengano anche adesso nello scontro con il Giappone Indispettita dalle dichiarazioni giapponesi su Taiwan, la diplomazia cinese chiede adesso si appella anche alle vecchie alleanze.
È morto Tom Stoppard, sceneggiatore premio Oscar che ha reso Shakespeare pop Si è spento a ottantotto anni uno dei drammaturghi inglesi più amati del Novecento, che ha modernizzato Shakespeare al cinema e a teatro.

Chi sono i dabai e perché a Shanghai li odiano tutti

27 Aprile 2022

In italiano, la parola “dabai” si traduce più o meno con “grande bianco”. È il nome con cui in Cina vengono chiamati i volontari che aiutano le autorità sin dall’inizio della pandemia: sono quelle persone che si vedono spesso nelle fotografie e nei video delle città cinesi, bardati in tute protettive bianche, il volto coperto da “scudi” di plastica trasparente. Il nome viene da un film ed è stato usato dai media cinesi proprio per addolcire l’immagine abbastanza minacciosa e inquietante di questi volontari: “dabai”, infatti, è il nomignolo con cui in Cina chiamano il robottone bianco Baymax, protagonista di Big Hero 6. Sin dai lockdown decisi per contenere la prima ondata della pandemia in Cina, i dabai si sono occupati di portare ai cittadini razioni di cibo e acqua, farmaci, provvedere alle quotidiane necessità. Tra i loro compiti più importanti c’è sempre stato anche quello di condurre i test di massa, indispensabili per l’implementazione della politica zero Covid del governo di Xi Jinping, e di assicurarsi che nessuno violasse quarantene, isolamenti, coprifuoco.

All’inizio della pandemia, i dabai erano (abbastanza) benvoluti dalla popolazione, grazie anche a quella “predisposizione” dei cinesi ad accettare che gli interessi dell’individuo possano essere trascurati di fronte alle necessità collettive: la loro invadenza e onnipresenza era indispensabile per evitare il dilagare del virus. Ora, però, il sentimento della popolazione nei confronti delle “Guardie bianche” (nuovo soprannome che ricorda, in senso dispregiativo, le Guardie Rosse della Rivoluzione culturale) sembra essere cambiato. Definitivamente. C’entra ovviamente il lockdown di Shanghai, l’evento che ha portato una metropoli intera al limite della capacità di sopportazione. Ma c’entrano anche una serie di episodi, veri e propri abusi e violenze, di cui i dabai si sono resi protagonisti nel corso di questi anni di pandemia. I video e le foto si sono visti spesso sui social media: dabai che trascinano persone fuori dalle loro case, che picchiano animali, che maltrattano gli anziani. Quelli che all’inizio sono stati considerati come gli eroi della lotta contro il coronavirus, ora sempre più spesso vengono considerati i cattivi. O, quantomeno, il braccio armato dei cattivi, gli strumenti attraverso i quali il governo insiste in una politica ormai insostenibile e insopportabile per milioni di cinesi.

Ma, come racconta il Japan Times, c’è anche un altro aspetto della storia che viene spesso e volentieri trascurato. I dabai stessi, in diverse occasioni, si sono offerti volontari per un lavoro di cui non conoscevano davvero i dettagli e, soprattutto, le difficoltà. Uno di loro ha raccontato che le sue giornate prevedono di rimanere in piedi fino a sei ore consecutive, stretto in una tuta hazmat (che talvolta non sanno neanche come indossare e smaltire, perché nessuno si è preoccupato di insegnarglielo) che non è della sua misura: significa non poter bere e non poter andare in bagno per sei ore consecutive. Sempre questo dabai che ha parlato con il Japan Times (a condizione di rimanere anonimo, ovviamente) ha detto che i suoi superiori gli hanno ordinato di non sedersi a meno che non ritenesse che a rimanere in piedi un secondo di più sarebbe svenuto. Su Internet è girato molto un video che esprime perfettamente l’odio che i cittadini ora provano per i dabai (e, forse, anche l’odio che questi volontari provano per il lavoro che si sono ritrovati a fare): un uomo decide di uscire a fare una passeggiata per le vie di Shanghai, in spregio alle restrizioni che gli impedirebbero di uscire, e per tutto il tragitto viene seguito da una “guardia bianca” che non fa altro che ripetere, in continuazione, urlando in un microfono, «torni a casa».

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