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In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

Secondo Microsoft il cancro è come un bug informatico

20 Settembre 2016

Microsoft sarebbe vicina a scoprire un modo per controllare il cancro. I suoi scienziati, infatti, hanno creato delle enormi mappe dei meccanismi interni alle reti cellulari, e in estate l’azienda ha aperto il suo primo laboratorio per testarne i risultati.

Come riporta il Telegraph, la società ha reclutato un «piccolo esercito» composto da biologi, programmatori e ingegneri che pensano di essere vicini a una «cura» per il cancro. Secondo loro, il tumore può essere considerato come un bug informatico, da eliminare alla stessa maniera: riprogrammando il sistema. 

I ricercatori stanno lavorando a un computer molecolare, realizzato a partire dal Dna, che potrebbe vivere all’interno delle cellule e cercare, in questo modo, degli “errori” all’interno del corpo, proprio come il cancro. Nel caso in cui li dovesse rintracciare, allora basterebbe eliminarli così come avviene con i problemi informatici.

Secondo Andrew Phillips, che è a capo del gruppo di ricerca, ci vorranno «dai cinque ai dieci anni per mettere a punto un sistema che possa individuare la malattia», ma nel frattempo è stato già sviluppato un software che mima il comportamento di una cellula sana, e che può essere messo a confronto con quello di una malata per capire dove è il problema e come risolverlo.

Si chiama Bio Model Analyzer e può essere utilizzato per fare esperimenti che altrimenti non sarebbero possibili. Ad esempio, nel caso di un paziente con un caso raro e potenzialmente fatale di cancro al cervello, i medici possono inserire tutte le sue informazioni nel sistema e iniziare a fare esperimenti, come confrontare la sua situazione a quella di una persona sana o simulare come il paziente risponderebbe alle varie medicine.

L’intento, secondo Jasmin Fisher, ricercatrice e professoressa alla Columbia University, «non è curare il cancro, ma risolverlo. Non dico che smetterà di esistere, ma una volta che hai imparato a controllarlo, allora è un problema risolto». Secondo lei, per alcuni tipi di cancro ci vorranno circa cinque anni, per altri fino a dieci, ma poi «avremo probabilmente un secolo libero dal cancro».

Un’intuizione simile l’aveva già avuta il Mit il Massachusetts Institute of Technology – che aveva pubblicato su Science uno studio in cui avevano dimostrato che era possibile riprogrammare le cellule viventi per spingerle a rilasciare farmaci antitumorali quando incontrano il cancro. Un approccio già sperimentato con successo col batterio dell’Escheria Coli, dove 45 cellule su 60 sono state riprogrammate nel modo giusto al primo tentativo.

Immagini Getty Images.
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