Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
San Paolo deve razionare l’acqua per non lasciare a secco i Mondiali in Brasile


«Usare l’acqua solo per igiene personale e questioni di salute, non per lavare automobili o marciapiedi»: è il monito di Benedito Braga, presidente della principale azienda idrica brasiliana, Sabesp, annunciando i pericoli di siccità che corre il Paese, che quest’estate ospiterà i Mondiali di calcio. In particolare San Paolo, dove si svolgerà la cerimonia d’apertura dell’evento il 12 e 13 luglio, dovrà affrontare mesi di risparmio idrico durante i quali saranno previste «multe salate» per ogni spreco o consumo eccessivo della risorsa.
I problemi idrici brasiliani si notano soprattutto osservando il bacino del fiume Cantareira, alla base dell’approvvigionamento dei 20 milioni d’abitanti dell’area metropolitana della città: la sua capacità è scesa del 14,7%, racconta Bloomberg, il livello più basso dal 1982. Solo l’aeroporto internazionale della città toglie acqua a 850 mila abitanti, a cui infatti è stato chiesto di fare docce più brevi e contenerne l’utilizzo; intanto la Sabesp ha cominciato a lavorare a un progetto che punta a trasportare 200 miliardi di litri d’acqua dal bacino del Cantareira verso San Paolo attraverso due canali che costeranno 34,4 milioni di dollari.
Non osiamo immaginare quali misure saranno necessarie per i Mondiali del 2022 in Qatar.
Immagine: ultimi ritocchi all’Arena di San Paolo per i mondiali 2014 (Friedemann Vogel / Getty Images)

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