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12:23 lunedì 15 settembre 2025
Non se lo aspettava nessuno ma quest’anno agli Emmy è andato tutto per il verso giusto Adolescence, The Pitt, Hacks, The Studio, Severance: tutte le serie più amate e discusse dell'anno hanno vinto.
Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.
L’episodio di South Park che prendeva in giro Charlie Kirk è stato “cancellato” La decisione è arrivata dopo le proteste dei conservatori statunitensi, che accusano lo show di aver contribuito al clima d’odio contro Kirk.
La bandiera di One Piece è diventata un simbolo di protesta in tutto il mondo Prima in Nepal e adesso anche in Francia: la bandiera del manga di Eichiiro Oda è diventato il vessillo di tutti coloro che si ribellano ai governi.
Il video dell’omicidio di una ragazza ucraina a Charlotte, North Carolina, è diventato un’arma di propaganda di tutta la destra mondiale A partire, ovviamente, dal movimento Maga nel Stati Uniti, da Donald Trump in persona, fino all'Italia, a Matteo Salvini.
Le proteste di Bloquons tout in Francia sarebbero partite tutte da un post in un gruppo Telegram Un post neanche tanto recente: è apparso su Telegram a maggio ma è diventato virale negli ultimi giorni, subito prima e subito dopo le dimissioni di Bayrou.

Rosella Sensi, neoassessore

21 Luglio 2011

Rosella Sensi. 39 anni. Rosella, e non Rossella, con quella durezza tutta antico-romana che si completa sui muri di certe periferie con un perentorio Vattene!, scritto a vernice spray. Col punto esclamativo. Rosella Vattene. Ahilei. Dominata dal fantasma di papà Sensi – e dai 400 milioni di debiti dell’azienda di famiglia nei confronti di Unicredit, il prezzo di uno scudetto d’accordo, ma più ingombrante di così – la sua permanenza ai vertici dell’as Roma sarebbe stata pressocchè ingiudicabile se non ci avesse pensato la spiccia sapienza da stadio.

In realtà, specie nell’ultimo periodo della sua gestione, i maitre a penser giallorossi erano esattamente divisi in due sul giudizio da riservare alla presidentessa. Presidentessa dimezzata, quindi. “I Pelè e i Maradona – recitava una sua piccata risposta alla stampa – li prenderemo quando le cose saranno del tutto a posto”. Cioè mai. A parte una difficile gestione dei rapporti con la stampa, è il contratto ad Adriano (roba da Oronzo Canà) che rischia invece di essere il segno di un’epoca, la sua, breve e nemmeno troppo tumultosa, anzi decisamente decadente. Il contratto ad Adriano e, a sentire i suoi detrattori, la marcia indietro clamorosa rispetto ai donchisciottismi del padre nei rapporti con il “potere”, che fondarono un’intera cosmogonia giallorossa.

Amica/alleata di Galliani. Invitata a un caffè con Giraudo nientemeno che da Veltroni quand’era sindaco di Roma. E queste, nella cosmogonia giallorossa dura a morire, non sono cose da poco. Ora, dopo l’arrivo degli “americani” – giudicato con un sarcasmo del tutto ovvio da parte dei concittadini di Alberto Sordi, poi si vedrà – l’entrata dalla porta di servizio della politica. Assessore con delega alla promozione della città e allo sport. Oppure, si legge da qualche altra parte, ai grandi eventi e alle Olimpiadi.

Ecco l’unica parola che si capisce. Olimpiadi. Quando? Dove? Sogno proibito. Proibitissimo, se si considera la rabbia palazzinara mai domata dei nipoti e dei figli di quelli che fecero il sacco di Roma negli anni Sessanta. All’epoca, fu elaborato lo skyline zozzone delle periferie. Oggi non si va più in là dei centri commerciali con vista autostrada. Per fortuna. Pure Rosella a suo tempo promise uno stadio di proprietà a Torrevecchia (il quarto o il quinto nella storia recente delle squadre della Capitale) che non si è fatto e probabilmente non si farà mai. Per fortuna.

È una storia di padri e figli, madri e figlie. E nipoti. La storia di un fallimento generazionale, in fondo, se è vero che in generale le attuali generazioni sono quelle che campano da sanguisughe sulle pensioni dei nonni e sui conti correnti delle zie. Di queste generazioni Rosella è suo malgrado simbolo. Ma è pure simbolo dell’ennesima caduta di un impero. Diventare assessora di centrodestra così, dopo una sorprendente sentenza del Tar sulle quote rosa, senza nemmeno passare per le urne, niente mistica della discesa in campo (proprio lei, ex presidentessa di calcio), almeno una promessa agli elettori, lascia piuttosto smarriti, dopo quindici anni passati sappiamo tutti come.

Nella pessima reputazione della giunta Alemanno (il sindaco fascio che sale in moto la notte per controllare la situazione della prostituzione nelle strade) hanno lo stesso peso pessimi consiglieri di immagine e antichi riti democristiani. Franco Sensi, il padre di Rosella, fu democristiano vero e tutto d’un pezzo, quando Andreotti si occupava delle sorti della squadra. Rosella, in mancanza di democrazia cristiana, è quanto meno uno sbaglio di comunicazione, se è vero che metà dei tifosi giallorossi non la sopporta, l’altra metà sta a vedere quel che succede, e quel che resta della città è laziale. Su Repubblica, qualche giorno fa: “Riuscirà a conquistare la fiducia dei laziali?” «Mi auguro di conquistare la gente con i fatti e non per l’appartenenza calcistica. Vorrei che i cittadini mi supportassero per il senso di appartenenza».

Supportassero. Appartenenza.

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