Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
A Tokyo c’è un albergo che ti tratta come se fossi uno scrittore
A quanto pare ci sono persone che sognano di provare cosa significa essere davvero degli scrittori, nel senso più “pratico” del termine: avere una scadenza rigorosa da rispettare nonostante i debiti, le distrazioni e i problemi familiari e un editore che ti chiama costantemente e ti visita di persona per vedere come sta andando il tuo progetto. Come ha recentemente raccontato Literary Hub, un tradizionale albergo di Tokyo (l’edificio ha più di 100 anni di storia) ha da poco lanciato il Bungo Kanzume Plan, ovvero un “programma di ritiro per scrittori”. Non si tratta di una normale residenza ma di un pacchetto di servizi che offre l’esperienza unica di sentirsi sotto pressione, distrutti dall’ansia e dallo stress, con il dovere di riuscire a finire il proprio lavoro nonostante tutto.
Il programma, che si ispira soltanto in parte alla vita degli antichi maestri che si isolavano completamente per terminare i loro manoscritti, dura solo una notte e non contempla alcun tipo di panorama in grado di favorire la concentrazione e tantomeno il silenzio. L’aspirante scrittore stressato viene accolto da uno staff che si autoproclama “editing department” ed accompagnato in una stanza spaziosa e ben illuminata dove verrà tormentato in diversi modi perché rispetti l’imminente deadline.
Il servizio base prevede che il tema metta l’ospite sotto pressione in vari modi – ad esempio perseguitandolo con domande e sollecitazioni – ma c’è anche la possibilità di farsi bloccare il telefono per potersi concentrare meglio. È possibile anche richiedere che il gruppo di “editori” si posizioni all’esterno dell’hotel osservando lo scrittore col binocolo e reggendo cartelli minacciosi con scritto: «Come sta andando?». Per creare situazioni di stress idealmente favorevoli al processo di scrittura, è perfino possibile scegliere come opzione aggiuntiva diversi scenari, in cui degli attori interpretino la parte di agenti della riscossione di debiti o, come riporta chi c’è stato, «della moglie e dell’amante che si incontrano per caso».

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