I fermati e gli espulsi sono già più di un centinaio e tra loro ci sono anche diversi italiani.
Per i palestinesi che vivono in Israele non ci sono bunker antiaerei in cui cercare rifugio
Non ci sono perché non sono stati costruiti: con i bombardamenti iraniani i civili non hanno via di scampo.

Gli edifici distrutti e le vittime registrate ieri da Tamra, cittadina araba israeliana, rientrano in una lista che si è fatta già lunghissima. Morti ampiamente evitabili, conseguenza della discriminazione che subiscono i palestinesi che abitano dentro i confini israeliani. A Tamra infatti, così come nella maggior parte delle città e dei quartieri arabi in Israele, non sono state previste né costruite efficaci misure antiaeree. Come riporta Haaretz, tra città come Nahf, Deir Al-Asad, Majdal Krum, Majdal Sham abitano 53 mila persone che devono farsi bastare due bunker antiaerei. Solo Tamra conta 37 mila abitanti, l’altra cifra importante da ricordarsi quando si parlare di questa città è zero: tanti sono i bunker disponibili per gli abitanti. A cinque kilometri e mezzo di distanza, nella città di Mitzpeh Aviv vivono 1100 persone: i rifugi sono 13.
Bunker e rifugi sotterranei, che non mancano mai nella pianificazione urbana israeliana, nelle città arabe o a maggioranza araba non ci sono, nonostante le tante richieste della popolazione alle autorità. I razzi provenienti dal Libano hanno sempre costituito un pericolo per gli abitanti, anche se non si erano mai registrate vittime, come spiegato dagli stessi abitanti alla Cnn. Sotto i razzi iraniani si registrano già le prime vittime civili. I vicini, accorsi ad aiutare chi era rimasto bloccato sotto gli edifici crollati, hanno assistito a scene terribili di corpi smembrati dalle bombe. Se ora tutti in Israele guardano con apprensione al cielo notturno in attesa dei razzi iraniani, nel quartieri arabi la paura è ovviamente maggiore, perché quando le sirene suonano, non c’è nessun luogo sicuro in cui rifugiarsi.

Storie Instagram piene (di tessere elettorali, di inviti al voto, di improperi contro gli astenuti) e urne vuote: per l'ennesima volta, la politica fatta sui social si è dimostrata il più inutile degli strumenti.