«Così ignorante da non rendersi nemmeno conto di quanto è ignorante», per la precisione.
Il video di un rider che a Chicago scappa da venti agenti dell’ICE su una bicicletta è giustamente diventato virale
Hanno tentato di fermarlo, forse arrestarlo, senza riuscirci: l'uomo li ha seminati tutti ed è fuggito in sella alla sua bici.

Una breve corsa, sei agenti schivati e la fuga in bicicletta (elettrica). È la mattinata di un rider di Chicago che si è trovato di fronte a una ventina di agenti dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement) che hanno tentato di fermarlo, forse arrestarlo. La fuga, postata su X dall’account dell’analista politico statunitense Christopher Sweat è diventata subito virale superando le quattro milioni di visualizzazioni. Il video è stato ripreso anche su Reddit dove gli utenti si sono scatenati in commenti con l’analisi della corsa dell’uomo, degli agenti e di come sia agilmente saltato in sella alla bicicletta.
In ogni caso, commenti divertenti a parte, questo video è solo uno degli ultimi che documenta l’occupazione dell’ICE nelle varie grandi città americane (ritenute a rischio o rischiose dal punto di vista della gestione dei migranti dalla Casa Bianca). La storia di Chicago è profondamente intrecciata con l’immigrazione, che ha plasmato la città fin dalle sue origini: le varie comunità di immigrati sono strettamente interconnesse tra loro e con la popolazione “autoctona americana”.
Come riporta AP, l’amministrazione Trump ha preso di mira l’area di Chicago dopo l’ultima ondata di controlli sull’immigrazione, vantando centinaia di arresti nelle ultime tre settimane e inserendo la città nell’ampio piano di deportazione di massa che, fin dalla campagna elettorale, il tycoon aveva promesso. Le testate locali riportano inoltre che tutti gli arrestati vengono portati nel centro ICE temporaneo allestito nel sobborgo di Broadview. Nelle ultime settimane le proteste di routine fuori dall’edificio sono aumentate, con gli agenti federali che hanno usato agenti chimici e forza fisica per respingere i manifestanti. Secondo i sostenitori, fino a 200 persone sono detenute contemporaneamente in questo edificio, alcune delle quali fino a cinque giorni in uno spazio privo di docce e mensa. Gli immigrati riferiscono di ricevere poco cibo e acqua e di avere un accesso limitato ai farmaci. La comunicazione, anche con gli avvocati, è limitata e tutto sarebbe studiato per costringere i migranti a firmare più in fretta i documenti per il rimpatrio volontario.