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04:11 martedì 19 agosto 2025
A quanto pare Lana Del Rey è molto arrabbiata con Ethel Cain, ma nessuno ha ancora capito perché Le ha lanciato una frecciatina in una traccia del nuovo album e l'ha bloccata su Instagram: perché ce l'abbia così tanto con Cain, però, non è chiaro.
La sinistra mondiale va così male che è riuscita a perdere le elezioni anche nella Bolivia socialista Il Movimiento al Socialismo governava dal 2005, ma al primo turno è arrivato a malapena quarto. Al ballottaggio vanno un candidato di centro e uno di centrodestra.
A Liam Gallagher hanno vietato di lanciare tra il pubblico tamburello e maracas alla fine dei concerti perché le persone si picchiavano pur di accaparrarseli È stata l'organizzazione del concerto a dirglielo, per evitare che i fan si «strizzino i capezzoli a vicenda, si tirino le orecchie, si prendano a ginocchiate nelle parti basse».
È morto Ronnie Rondell, l’uomo che andava a fuoco sulla copertina di Wish You Were Here dei Pink Floyd Ci vollero 15 tentativi per ottenere lo scatto perfetto, un'impresa che mise a dura prova anche uno stunt man come lui, sopravvissuto alle riprese più spericolate della storia del cinema.
Sally Rooney ha detto che donerà i proventi degli adattamenti Bbc dei suoi romanzi a Palestine Action Lo ha scritto in un articolo pubblicato sull'Irish Times, in cui attacca (di nuovo) il governo inglese per le sue posizioni filoisraeliane.
Terence Stamp è stato l’attore inglese più amato dal cinema italiano Teorema di Pasolini, Tre passi nel delirio di Fellini, Una stagione all'inferno di Nelo Risi e molti altri: negli anni '70 Stamp, morto il 17 agosto a 87 anni, fu "adottato" dal cinema italiano.
È morto a 94 anni Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani Con i suoi scatti in bianco e nero ha raccontato l’Italia nel pieno dei suoi cambiamenti: dal boom industriale alle grandi navi a Venezia.
Instagram si è “ispirato” di nuovo a TikTok e ha introdotto la funzione repost Tra le nuove funzioni introdotte dall’ultimo aggiornamento ce n’è una che lo farà somigliare ancora di più al social rivale.

Secondo l’Economist l’indice di democrazia nel mondo non era così basso dal 2006

22 Gennaio 2020

La Intelligence Unit è una divisione dell’Economist che si occupa di ricerca e analisi sul mondo degli affari e dei governi, e che pubblica tra le tante cose un report annuale sullo stato della democrazia nel mondo, il Democracy Index. È uscito proprio oggi quello che prende in analisi il 2019, e come spesso accade di questi tempi (Freedom House ne è un altro esempio) lo studio non porta buone notizie.

La struttura del report è molto articolata, ma può essere riassunta così: si prendono in analisi 165 Stati, coprendo praticamente l’intera popolazione globale, e vengono ordinati tramite un indice basato su cinque categorie: processi elettorali e pluralismo; funzionamento del governo; partecipazione politica; cultura politica; libertà civili. Quindi, in base ai risultati dei vari indici, gli Stati vengono classificati in quattro tipologie: democrazie a tutti gli effetti, democrazie imperfette, sistemi ibridi o regimi autoritari.

Secondo i risultati gli Stati in cui vige una delle due forme di democrazia sono 76, ma di questi solo 22 rientrano tra le democrazie a tutti gli effetti. E non è tutto. Prendendo in considerazione il numero degli abitanti, appena il 5,7 per cento su scala globale vive in quei 22 Paesi (tra questi ci sono Canada, Australia e la maggior parte dei paesi dell’Europa Occidentale, mentre l’Italia figura tra le democrazie imperfette al pari dei paesi del blocco di Visegrad e degli Stati Uniti – declassati nel 2016). Il 35,6 per cento degli abitanti del mondo sono invece cittadini di Stati autoritari (Cina, Russia, Iran e Libia, tra i tanti).

Ma l’aspetto meno incoraggiante per chi ha a cuore la democrazia è soprattutto il fatto che il valore medio dell’indice tra tutti i 165 Stati è la più bassa dal 2006 – l’anno in cui la Eiu ha iniziato a pubblicare il report. Oggi quella media equivale a 5,44 in una scala che va da zero a dieci, e si inserisce in un trend di decrescita che va avanti dal 2016. I valori più alti sono stati raggiunti da Norvegia (9.87), Islanda (9.58) e Svezia (9.39), mentre i più bassi sono quelli di Corea del Nord (1.03), Repubblica Democratica del Congo (1.13) e Repubblica Centrafricana (1.32).

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