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05:36 lunedì 8 dicembre 2025
Quentin Tarantino ha detto che Paul Dano è un attore scarso e i colleghi di Paul Dano hanno detto che Quentin Tarantino farebbe meglio a starsene zitto Tarantino lo ha accusato di aver “rovinato” Il petroliere, definendolo «un tipo debole e poco interessante».
Già quattro Paesi hanno annunciato il boicottaggio dell’Eurovision 2026 dopo la conferma della partecipazione di Israele Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia hanno annunciato la loro intenzione di boicottare questa edizione se davvero a Israele verrà permesso di partecipare.
Pantone è stata accusata di sostenere il suprematismo bianco perché ha scelto per la prima volta il bianco come colore dell’anno L'azienda ha spiegato che dietro la scelta non c'è nessuna intenzione politica né sociale, ma ormai è troppo tardi, la polemica è esplosa.
L’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix sta mandando nel panico tutta l’industria dell’intrattenimento La geografia del cinema e dalla tv mondiale cambierà per sempre, dopo questo accordo da 83 miliardi di dollari.
Lily Allen distribuirà il suo nuovo album anche in delle chiavette usb a forma di plug anale Un riferimento a "Pussy Palace", canzone più chiacchierata di West End Girl, in cui racconta come ha scoperto i tradimenti dell'ex marito, l'attore David Harbour.
Dario Vitale lascia Versace, appena nove mesi dopo esserne diventato direttore creativo Era stato nominato chief creative officer del brand, appena acquisito dal gruppo Prada, a marzo di quest'anno.
L’unica tappa italiana del tour di Rosalìa sarà a Milano, il 25 marzo Sono uscite le date del tour di Lux: partirà il 16 marzo 2026 da Lione e si chiuderà il 3 settembre a Portorico.
Secondo una ricerca, l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione in Europa sta facendo aumentare e arricchire i trafficanti di essere umani Il Mixed Migration Centre ha pubblicato un ampio studio in cui dimostra che le politiche anti immigrazione stanno solo aggravando il problema che avrebbero dovuto risolvere.

Perché nel 1953 Rauschenberg gettò le sue opere d’arte nell’Arno

18 Febbraio 2019

Il Daily Beast ricorda di quando, 65 anni fa, dopo la stroncatura della sua mostra a Firenze e le difficoltà logistiche per il trasferimento delle opere negli Usa, Robert Rauschenberg gettò quasi tutte le opere che componevano l’esposizione nel fiume Arno. La sua carriera non era ancora decollata, ma l’artista aveva già iniziato a raccogliere gli oggetti che in seguito sarebbero diventati il tratto distintivo dei combines, le opere che mescolavano pittura e assemblage (solitamente oggetti di scarto), sviluppate nel periodo degli studi al Black Mountain College. Arrivato in Italia insieme al collega e amico Cy Twombly nel 1952 durante un viaggio europeo, l’artista si dedicò a raccogliere object trouvé anche nelle strade italiane, seguendo il suo spirito di «cacciatore-raccoglitore» (così lo definì un profilo sul New York Times nel 2012). Il lavoro di Rauschenberg gli valse una mostra allestita a Roma e, in seguito, a Firenze; un articolo del Florentine precisava come Scatole e Costruzioni Contemplative fosse stata inaugurata nel marzo 1953 alla Galleria d’Arte Moderna del capoluogo toscano.

Una nota spiegava che l’ideatore aveva scelto i materiali « per la ricchezza del loro passato: ad esempio ossa, capelli, piume, bastoncini, pietre (…); oppure per la vivida realtà astratta di specchietti, campanelle, insetti, perle, vetri, ecc.». I riscontri della critica fiorentina non furono entusiasti: gli assemblaggi dell’autore furono liquidati come «prove di una stranezza angosciante» o «metafisica barbara», mentre un’altra recensione suggeriva di «gettare questa spazzatura psicologica nell’Arno». Qualche giorno dopo, visti anche gli alti costi di spedizione negli Stati Uniti, Rauschenberg prese alla lettera le bocciature: secondo la citata versione del Florentine, l’artista e Twombly «fecero un picnic, quindi raccolsero i pezzi dell’esposizione (tranne alcuni già spostati altrove) e li lanciarono dalla riva del fiume». Stando alle voci di allora, conclude l’articolo, Rauschenberg avrebbe poi scritto al critico per comunicargli che aveva esaudito i suoi desideri.

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