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05:06 venerdì 14 novembre 2025
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.
L’unica persona ancora convinta che Trump non sapesse niente dei traffici di Epstein è l’addetta stampa della Casa Bianca Nonostante le ultime rivelazioni riguardanti gli Epstein Files, Karoline Leavitt continua a ripetere che «il Presidente non ha fatto nulla di male».
È uscito il primo trailer di Marty Supreme, il film sul ping pong con cui Timothée Chalamet punta a vincere l’Oscar Il film di Josh Safdie è stato accolto con entusiasmo dalla critica e il suo protagonista è già lanciatissimo verso la statuetta per il Miglior attore. 
Da oggi scatta il blocco ai siti porno per i minorenni, solo che al momento non è bloccato niente Dal 12 novembre i portali per adulti devono controllare l'età degli utenti con un sistema esterno e anonimo, che però non è ancora operativo.
È morto Homayoun Ershadi, leggendario attore iraniano che Abbas Kiarostami scoprì a un semaforo Il suo ruolo ne Il sapore della ciliegia lanciò una carriera iniziata per caso: nonostante il successo, non si è mai sentito un vero attore.
Papa Leone XIV ha rivelato i suoi quattro film preferiti e tra questi non ci sono né ConclaveThe Young Pope E neanche Habemus Papam e I due Papi né nessun altro film che parli di Papi.

L’ultimo trend di TikTok sono i Millennial che si licenziano

27 Marzo 2023

Negli ultimi anni abbiamo scoperto diverse espressioni che descrivono alla perfezione la nostra crescente insoddisfazione nei confronti del lavoro: dallo smart working alle Grandi dimissioni, dal quiet quitting (mantenere il proprio posto di lavoro facendo il minimo indispensabile e senza impegnarsi per avanzare) al quiet firing (l’atteggiamento di totale indifferenza da parte dei datori di lavoro che esasperando il dipendente dovrebbe condurlo alle dimissioni). Come ha fatto notare la Bbc, a queste espressioni bisogna aggiungere anche #quittok, l’hashtag che riunisce i video dei Millennial che si licenziano in diretta, condividendo il momento su TikTok e accumulando milioni di visualizzazioni. Il primo e forse più glorioso esempio di #quittok risale al 2021, quando il video dei dipendenti di un McDonald’s che hanno dato le dimissioni tutti insieme nel bel mezzo della giornata lavorativa, lasciando la nota «everyone quit», è diventato virale.

@christinainbloom WHY IS THIS SO HARD? It’s okay to leave things that don’t make you happy, in fact – you are probably going to be better off than staying in that comfort bubble that you aren’t growing in. As an anxious people pleaser, I’ve never been able to see it that way. But today, I chose to put myself first. No more quiet quitting over here… it’s my life and I want to be the main character instead of watching it play out from afar without a say. #resignation #villianera #quitwithme #quitmyjob #loudquitting #quietquitting #nervous #emotional #storytime #peoplepleaser #anxiety ♬ original sound – Christina Zumbo ?

Seguendo l’esempio, negli anni successivi diversi lavoratori sparsi per il mondo hanno condiviso su TikTok il momento delle loro dimissioni. Tra i video più visualizzati ci sono quelli di due trentenni. Nel suo «Quit my job with me», Christina Zumbo, 31 anni, mostra le mani che tremano e l’ansia che precede l’invio della mail in cui comunica la sua decisione di licenziarsi, le varie fasi emotive che attraversa dopo averla inviata, la zoom call con il boss e il liberatorio pianto finale. «Perché è così difficile?», scrive nella didascalia, «va bene lasciare le cose che non ti rendono felice, probabilmente starai meglio che rimanendo nella bolla di comodità che ti impedisce di crescere. Questa è la mia vita e non voglio viverla come se la osservassi da lontano, senza aver voce in capitolo, voglio essere il personaggio principale».

@itsmarisajo It’s like an elephant took its foot off my chest, but I’m also sad. Onward & upward ? #quittingcorporate #quittingmyjob #HelloWinter #9to5problems ♬ Dog Days Are Over – Florence & The Machine

Un altro video diventato virale è quello in cui Marisa Jo Mayes, 29 anni, documenta il momento in cui chiama il suo capo per dirgli che ha deciso di licenziarsi, e condivide il sollievo dopo la telefonata (con la colonna sonora di “Dog Days Are Over” di Florence & The Machine). «Avevo una bella busta paga, viaggiavo e lavoravo con alcuni dei più grandi nomi del settore», spiega alla Bbc, «ma ero infelice». Ad oggi è ancora uno dei #quittok più visualizzati e commentati: tra i tanti commenti positivi spuntano anche diverse critiche, come «sei solo una Millennial privilegiata che merita di essere disoccupata». Ma non si tratta solo di trentenni: molti commentatori (e molti tiktokers) di #quittok appartengono alla Gen Z, recentemente definita «la generazione più stressata sul posto di lavoro».

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