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Un “art detective” ha ritrovato un Picasso sparito da vent’anni

Un investigatore privato olandese ha appena ritrovato un dipinto di Picasso che era scomparso in circostanze sospette. L’opera, “Dora Maar seduta o Ritratto di Dora Maar”, risale al 1937 ed è rimasta appeso nella casa di Picasso fino al 1973. La sparizione, invece, risale al 1999, quando il prezioso dipinto – che, come riporta la CNN, oggi vale intorno ai 25 milioni di euro – è stato rubato ad Antibes mentre si trovava sullo yacht in ristrutturazione dello sceicco saudita Abdul Mohsen Abdulmalik Al-Sheikh, che intanto l’aveva acquistato. Il furto ha mandato nel caos la polizia francese e per lungo tempo si è creduto che l’opera fosse andata perduta per sempre. Fino a quando, però, non hanno iniziato a circolare notizie di una sua riapparizione sul mercato nero olandese.

Ed è qui che entra in gioco Arthur Brand, soprannominato “l’Indiana Jones del mondo dell’arte”, che ha iniziato a interessarsi del caso nel 2015. Dopo quattro anni di indagini, il detective si è visto consegnare il quadro da due “intermediari” che l’avevano «avvolta in un lenzuolo e messa dentro due sacchi neri della spazzatura», come lui stesso ha dichiarato all’Agence France Press. Secondo la ricostruzione di Brand, il dipinto negli anni è stato usato come “leva” in molte trattative criminali, apparendo e scomparendo a seconda dei suoi proprietari e degli affari in cui questi ultimi erano coinvolti. La svolta arriva all’inizio del mese di marzo, quando Brand è stato contattato da un uomo d’affari olandese che sosteneva di averlo acquistato legalmente. In seguito si scoprirà che la trattativa d’acquisto era legale, mentre non lo era il metodo di pagamento.

“Ritratto di Dora Maar”, 1937, Olio su tavola, 92×65 cm

Così Brand ha convinto l’uomo a mettere al sicuro il quadro prima che sparisse nuovamente nel sottobosco criminale: una volta arrivato nel suo appartamento di Amsterdam, è stato sottoposto al controllo d’autenticità da parte di alcuni esperti di Picasso provenienti dalla Pace Gallery di New York. Al momento il dipinto è in mano a una compagnia di assicurazioni, che deciderà sul suo futuro. La soluzione di questo caso ha sollevato non pochi interrogativi: in molti si sono chiesti, infatti, se le trattative hanno implicato dei pagamenti e se sì, quali e di che entità. Christopher Marinello, a capo di uno studio legale specializzato nel recupero di opere d’arte rubate, suggerisce intanto cosa fare nel caso ci si ritrovi in situazioni simili: bisogna denunciare subito il ritrovamento ai database internazionali, come quello della non-profit Artive, specializzata nel recupero e nella conservazione del patrimonio culturale. «I criminali tentano di incassare rapidamente. Quando non ci riescono, l’opera d’arte viene spesso venduta per una frazione del suo valore in cambio di droga, armi ecc… – ha spiegato Marinello alla CNN – Alcuni ladri, poi, potrebbero utilizzare le opere rubate come una sorta di moneta di scambio per uscire di prigione. È un metodo che è stato utilizzato spesso in passato per corrompere funzionari pubblici, e si usa ancora oggi».