Hype ↓
01:51 sabato 22 novembre 2025
Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.
I farmaci dimagranti come l’Ozempic si starebbero dimostrando efficaci anche contro le dipendenze da alcol e droghe La ricerca è ancora agli inizi, ma sono già molti i medici che segnalano che questi farmaci stanno aiutando i pazienti anche contro le dipendenze.
Kevin Spacey ha raccontato di essere senza fissa dimora, di vivere in alberghi e Airbnb e che per guadagnare deve fare spettacoli nelle discoteche a Cipro L'ultima esibizione l'ha fatta nella discoteca Monte Caputo di Limisso, biglietto d'ingresso fino a 1200 euro.
Isabella Rossellini ha detto che oggi non è mai abbastanza vecchia per i ruoli da vecchia, dopo anni in cui le dicevano che non era abbastanza giovane per i ruoli da giovane In un reel su Instagram l'attrice ha ribadito ancora una volta che il cinema ha un grave problema con l'età delle donne. 
Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le donazioni per Gaza si sono quasi azzerate Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.

Il processo sul futuro dell’editoria americana

Penguin Random House compra Simon & Schuster, il governo americano blocca tutto perché non vuole monopoli, Stephen King si schiera dalla parte del governo e tutti odiano Amazon: storia del processo che potrebbe cambiare il futuro dell'editoria Usa.

di Studio
04 Agosto 2022

Lunedì negli Stati Uniti è cominciato uno dei più importanti processi degli ultimi anni. Le parti in causa: l’amministrazione Biden e due delle cinque più importanti case editrici americane, Penguin Random House e Simon & Schuster. L’oggetto della causa: l’acquisizione di Simon & Schuster da parte di Penguin Random House, un’operazione da 2.18 miliardi di dollari che, come scrivono Alexandra Alter, Elizabeth A. Harris e David McCabe sul New York Times, cambierebbe radicalmente il mercato letterario americano.

Secondo il governo, in peggio. L’argomento dell’amministrazione Biden è l’argomento di tutti i governi che portano avanti importanti politiche antitrust. Se Penguin Random House dovesse davvero acquisire Simon & Schuster, nascerebbe un monopsonio: un venditore capace di esercitare un potere eccessivo sui suoi fornitori (il monopolio, invece, è il venditore capace di esercitare quello stesso potere eccessivo sui consumatori). Nel mercato editoriale i fornitori sono gli scrittori e, in questa parte dei mercato editoriale, quelli che vengono definiti top sellers: scrittori che vendono tante copie, che fanno guadagnare tanti soldi e che meritano quindi anticipi superiori ai 250 mila dollari. John Grisham, EL James, Margaret Atwood, Nora Roberts, Barack e Michelle Obama, per capirci. Se le case editrici capaci di investire queste somme – le cosiddette Big Five: Penguin Random House, Simon & Schuster, Hachette, Macmillan e HarperCollins – diminuiscono da cinque a quattro, di conseguenza nel mercato editoriale ci sarà meno competizione attorno ai libri dei top sellers e questo porterà a una diminuzione delle cifre pagate per assicurarsi quegli stessi libri. «Ci saranno meno scrittori che riusciranno a vivere di scrittura», questa la sintesi fatta dal Justice Departement degli Stati Uniti in un’udienza preliminare. A sostegno della sua tesi, l’amministrazione Biden può portare alcuni numeri che non lasciano molto spazio a interpretazioni. Penguin Random House è la più grande casa editrice americana, ogni anno pubblica circa duemila libri. Acquisendo Simon & Schuster, aggiungerebbe al suo catalogo altri mille titoli. Se l’accordo siglato tra le due aziende nel 2020 dovesse essere giudicato regolare, nascerebbe un colosso dell’editoria che da solo produce il 49 per cento dei cento libri più venduti in America (al momento Penguin Random House ne produce il 38 per cento, Simon & Schuster l’11). Senza considerare il fatto che Penguin Random House, che già possiede la più importante rete tipografica, di trasporto e distribuzione del mercato, acquisirebbe anche le strutture e infrastrutture dell’ex concorrente.

Il contro-argomento di Bertelsmann, l’azienda che possiede Penguin Random House, è che nessuna delle preoccupazioni del governo è realistica. Permettere la nascita di un venditore più grande e più forte non avrà alcuna conseguenza negativa né sui consumatori né, soprattutto, sui fornitori. Anzi, un’azienda che si ingrandisce significa un mercato che si fa più competitivo che significa anticipi più alti per gli scrittori e prezzi più bassi per i lettori. Il governo, poi, sostiene Bertelsmann, non se ne intende di mercato editoriale, sopravvaluta l’importanza delle “aste” tra le Big Five per accaparrarsi i manoscritti dei top sellers ed esagera la frequenza con la quale le due case editrici in questione, Penguin Random House e Simon & Schuster, si trovano in diretta competizione per un libro. C’è poi una parte del contro-argomento di Bertelsmann che non è direttamente rilevante ai fini di questo processo ma che è rilevantissima nel dibattito sul futuro dell’editoria americana (e non solo americana). Il mercato editoriale moderno, sostengono gli avvocati e dirigenti di Penguin Random House e Simon & Schuster, non è fatto solo dalle Big Five, dalle decine di case editrici minori e dalle centinaia di quelle indipendenti. Il mercato editoriale, oggi, è fatto soprattutto dai colossi di Big Tech: Apple, Disney, solo per citarne due, e ovviamente Amazon.

Nella sua newsletter On Tech, la giornalista del New York Times Shira Ovide ha spiegato perché Amazon, in questo processo, è «l’elefante nella stanza». Fondamentalmente, Bertelsmann sta cercando di raccontarsi come il futuro paladino dell’editoria americana, l’avversario finalmente forte abbastanza da rimettere al suo posto il “bullo” Amazon dopo anni di soprusi e angherie. Per farlo, però, sostiene Bertelsmann, c’è bisogno che l’acquisizione di Simon & Schuster vada in porto: solo in quel caso, infatti, l’azienda avrà l’arsenale ampio e profondo a sufficienza per dichiarare guerra all’uomo più ricco del mondo. Di fatto, per Bertelsmann chiodo scaccia chiodo: lo strapotere di Amazon – è su Amazon che la maggior parte dei lettori americani scoprono e comprano libri, è su Amazon che tutti gli scrittori americani devono vendere i loro libri, fatti che permettono all’azienda di Bezos di influenzare il mercato quasi come un monopolio – può essere contenuto e ridotto solo da uno strapotere equivalente. Gli eccessi del capitalismo si combattono con ancora più capitalismo. Per rispondere a questa bislacca tesi, Ovide ha intervistato Barry Lynn, executive director dell’Open Markets Institute, un’organizzazione che promuove leggi antitrust più stringenti e meglio applicate. Per Lynn, l’unica maniera per limitare lo strapotere di aziende come Amazon sono le leggi dello Stato. In più, aggiunge Lynn, l’argomento di Bertelsmann è obsoleto e i fatti lo hanno spesso smentito. Quanto AT&T decise di acquistare l’allora Time Warner, disse di doverlo fare per riuscire a competere con Google e Facebook. Negli ultimi anni, nell’industria musicale ci sono state moltissime acquisizioni e fusioni, tutte giustificate con la necessità di competere con Spotify. Nel 2012, Bertelsmann, allora proprietaria della casa editrice Random House, acquistò Penguin: la spiegazione fu che l’accordo era necessario per reggere la concorrenza di Amazon. Ancora oggi, Google, Facebook, Spotify e Amazon restano i monopoli usati per giustificare la creazione di altri monopoli.

A decidere se l’accordo tra Penguin Random House e Simon & Schuster è regolare sarà la giudice Florence Pan della United States District Court for the District of Columbia. Se Pan dovesse decidere che l’acquisizione viola le norme antitrust americane, Bertelsmann dovrà pagare duecento milioni di dollari di penale al Paramount Group, l’azienda che possiede Simon & Schuster. Per quest’ultima, poi, il futuro sarebbe incerto: Paramount Group ha già annunciato che, in ogni caso, non ha più intenzione di investire nella casa editrice, che a quel punto potrebbe essere venduta a un terzo soggetto, con conseguenze – soprattutto sui lavoratori – a oggi impossibili da prevedere. Appena cominciato, il processo ha già avuto un momento memorabile: la testimonianza di Stephen King, chiamato dal Departement of Justice. King si è detto preoccupato delle conseguenze che la nascita di questo colosso dell’editoria potrebbe avere sulle case editrici più piccole, quelle dove «i giovani scrittori si stanno facendo le ossa». A un certo punto della sua testimonianza, gli è stato riferito l’argomento di Penguin Random House secondo il quale quest’ultima e Simon & Schuster continueranno a competere sul mercato editoriale come fossero due entità separate, anche se appartenenti alla stessa multinazionale della cultura, cosa che permetterebbe di evitare tutte le nefaste conseguenze da lui immaginate. «La trovo una tesi un tantino ridicola – ha risposto lo scrittore – è come dire che marito e moglie si fanno concorrenza nell’acquisto di una casa».

Articoli Suggeriti
Per Eugenia Dubini di NN Editore i libri non sono affatto finiti

Nel 2015 ha fondato e dirige una delle case editrici più interessanti in Italia. Pubblicando nuove voci italiane e stranieri di successo ha dimostrato che si può vincere la crisi, che i lettori cambiano ma la lettura resterà sempre.

The Smashing Machine quasi non è un film ed è proprio per questo che merita di essere visto

Il primo film da solista di Benny Safdie, con protagonista un trasformato The Rock, è un esperimento meta-cinematografico. Frustrante, deludente, spericolato e, a tratti, geniale.

Leggi anche ↓
Per Eugenia Dubini di NN Editore i libri non sono affatto finiti

Nel 2015 ha fondato e dirige una delle case editrici più interessanti in Italia. Pubblicando nuove voci italiane e stranieri di successo ha dimostrato che si può vincere la crisi, che i lettori cambiano ma la lettura resterà sempre.

The Smashing Machine quasi non è un film ed è proprio per questo che merita di essere visto

Il primo film da solista di Benny Safdie, con protagonista un trasformato The Rock, è un esperimento meta-cinematografico. Frustrante, deludente, spericolato e, a tratti, geniale.

Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI

L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.

Terrazza Sentimento è la storia di Alberto Genovese, ma anche di Diddy, Epstein e Weinstein

Al di là della bruttezza della miniserie Netflix, guardandola è impossibile non notare come queste storie di élite degenerate si somiglino tutte.

Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre

E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.

L’unico a volere il water d’oro di Cattelan andato all’asta è stato un parco di divertimenti

Lo ha comprato per dodici milioni di dollari: è stata l'unica offerta per un'opera che ne vale dieci solo di materiale.