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Un vaso dell’Età del Bronzo è stato utilizzato per anni come portaspazzolino
Atlas Obscura racconta l’incredibile percorso di un vaso dell’Età del Bronzo che, realizzato circa 4.000 anni fa nella valle dell’Indo (l’odierno Afghanistan), è finito sul ripiano di un bagno nel Regno Unito. Il portale americano descrive il reperto come un manufatto dall’altezza di dieci centimetri, decorato da un’antilope stilizzata. Nel 2013 Karl Martin, dipendente della casa d’aste Hansons, comprò il vaso per 4 sterline in un mercatino delle pulci nella contea di Derbyshire. L’acquirente, inconsapevole del valore del manufatto, ha posizionato il vaso sulla mensola della toilette, reinventandolo come portaspazzolino. Aiutando un collega nella preparazione delle ceramiche per un’asta, Martin ha notato la somiglianza tra quest’ultime e il suo “portaspazzolino”; ha dunque consegnato il recipiente al responsabile del dipartimento Arte, Antichità e Monete Classiche James-Seymour Brenchley, che è stato in grado di collegarlo ai manufatti provenienti dalla valle dell’Indo. Probabilmente il vaso è stato portato in Gran Bretagna da turisti, sta di fatto che Martin l’ha infine venduto ad un’asta della Hansons per 80 sterline, prezzo non esattamente allettante.
Le origini della civiltà della valle dell’Indo risalgono al 2600 a.C. nella regione nord dell’Asia meridionale, un’area estesa fra India, Afghanistan e Pakistan. Secondo alcuni ricercatori, i sigilli che gli artigiani di quest’antica cultura apponevano sui manufatti rappresenterebbero uno dei primi esempi di lingua scritta nella storia dell’umanità. Il vaso finito nel bagno del signor Martin non è comunque l’unico esempio di reperto archeologico utilizzato per scopi meno nobili delle proprie origini: una ricerca ha infatti rivelato come un letto, appartenuto al sovrano Enrico VII, sia stato utilizzato nelle scenografie di film e altre produzioni televisive fino agli anni ’90.

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