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23:00 martedì 8 luglio 2025
Dalle prime recensioni, il nuovo Superman sembra più bello del previsto Dopo le prime stroncature pubblicate per sbaglio, arrivano diversi pareri favorevoli. Su una cosa tutti sembrano d’accordo: David Corenswet è un ottimo Clark Kent. 
Per combattere i deep fake, la Danimarca garantirà ai suoi cittadini il copyright delle loro facce Il governo sta cambiando la legge sul diritto d’autore per proteggere impedire i "furti" di volti, corpi e voci.
I fan di Squid Game hanno odiato il finale della serie e quindi si stanno facendo i loro finali usando l’AI Sui social c'è già chi propone lo Squid Game dei finali di Squid Game, il vincitore diventa quello ufficiale.
Una delle ragioni del disastro causato dell’alluvione in Texas potrebbero essere state le troppe allerte meteo ricevute dalla popolazione Si chiama warning fatigue, cioè la tendenza a sottovalutare o ignorare un pericolo che viene segnalato troppe volte e troppo spesso.
Netflix ha annunciato la data d’uscita della serie di Stefano Sollima sul Mostro di Firenze E ha pure pubblicato il primo teaser trailer. Si parla già di una possibile prima alla Mostra del cinema.
Dopo più di 100 anni di attesa, la Senna è stata balneabile soltanto per un giorno Nei tre punti balneabili del fiume è già stata issata di nuovo la bandiera rossa. Stavolta, però, la colpa è della pioggia.
Una ricerca conferma che l’estate in Europa ormai dura quasi sei mesi  Un ricerca evidenzia come, da Atene a Terana, l’ondata di colore associata all’estate duri oltre duecento giorni l’anno. 
Si è scoperto che le compagnie low cost premiano i dipendenti degli aeroporti più bravi a trovare i bagagli a mano troppo grandi In un’email pubblicata dal Guardian si legge di un premio di una sterlina per ogni bagaglio extra large denunciato.

Pipilotti Rist

Una chiacchierata con l'eccentrica artista svizzera, da ieri fino al 18 dicembre al teatro Manzoni di Milano

09 Novembre 2011

Fino al 18 dicembre, l’ex Cinema Manzoni di Milano si rianima con i paesaggi visionari di Pipilotti Rist, artista e musicista di origini svizzere. Registrata all’anagrafe Elizabeth Charlotte Rist, deriva il suo pseudonimo da una crasi del suo secondo nome e di quello ben noto di Pippi Calzelunghe, protagonista del romanzo di Astrid Lindgren e sua gemella spirituale. L’abbiamo incontrata il giorno dell’inaugurazione della mostra organizzata dalla Fondazione Nicola Trussardi. Lei si è presentata con una tuta a quadretti rossa e degli occhiali sottili, l’improbabile incontro tra un macchinista e una professoressa, entrambi un po’ eccentrici, e mentre parlavamo si riallacciava le scarpe, abbandonate chissà perché nel piano mezzanino dell’ex Cinema.

Studio: Sia negli spazi museali della Hayward Gallery di Londra (dove la sua mostra personale è visitabile fino all’8 gennaio ndr) che nell’ex Cinema Manzoni, ci accogli con Cape Cod Chandelier, un lampadario di luci e colori rivestito di mutande. Ma alla Hayward è il preludio ad un’esperienza sensoriale intima, in cui sono gli oggetti domestici – borsette, interni di salotti e camere – a farsi portavoce di un’esperienza sensoriale e ad indurci a spogliarci delle nostre convenzioni sociali. Nella mostra della Fondazione Nicola Trussardi, invece, il lampadario ci sorprende come un’epifania nel foyer dell’ex Cinema, ricordandoci d’un tratto il ruolo di questo luogo nella memoria collettiva: farci dimenticare i problemi quotidiani immergendoci in storie fantastiche. Come ti sei confrontata con questa ambientazione, così caratterizzata nel tempo e nello spazio?

Pipilotti Rist: Ho cercato di essere una presenza, un fantasma, per non modificare la sostanza di questa struttura. Quando è stata costruita, più di cinquant’anni fa, la gente si raccoglieva nella sua enorme sala per evadere dalle realtà attraverso le immagini in movimento. Oggi, invece, ho la sensazione che la gente preferisca restarsene nella privacy della propria stanza. La società ci ha spinti verso un maggiore livello di segregazione, i nostri interessi sono più frammentari, e non c’è più spazio per il cinema, per la sua funzione aggregante. Stiamo assistendo alla fine di un’era ed è un’esperienza sentimentale.

S: Il tuo intervento nella sala centrale, dove un tempo si proiettavano i film (il Cinema Manzoni è chiuso da 5 anni ndr), è un rebus di storie che si muovono in parallelo ricoprendo come un involucro tutte le pareti. Sullo schermo c’è un tuo autoritratto, Open My Glade, in cui ti dimeni contro un vetro e sembri voler irrompere nello spazio reale; sulla volta del soffitto e ai lati c’è Extremities (smooth, smooth), in cui seni, nasi, piedi e altre parti del corpo umano fluttuano liberamente in un improbabile spazio interstellare; mentre alle nostre spalle, nella lunetta della galleria, scopriamo l’Eden di Homo Sapiens Sapiens. Con questa tua scelta sembri voler rinnovare l’esperienza cinematografica, rifiutando il tradizionale approccio frontale allo schermo e l’unicità dell’esperienza visiva..

PR: Certo, sembra una scelta isterica, ma se ci pensi bene, quando sogni non è poi così diverso. Nel sonno, perdiamo coscienza del nostro corpo come un’unità e non abbiamo il senso delle proporzioni. Un piede può apparirci enorme e una mano piccolissima.

S: E che rapporto ha l’esperienza onirica con l’arte?

PR: La maggior parte della gente pensa che l’arte ci distingua come esseri umani per la sua capacità di entrare in contatto con la nostra sfera razionale. Io, invece, penso che l’arte sia processata dal sistema nervoso parasimpatico (che dà il titolo alla mostra ndr), da cui dipendono quelle funzioni fisiologiche sulle quali non abbiamo controllo (lacrimazione, eccitazione sessuale, digestione..ndr). Per questo è importante riaffermare il potere dei sogni, che contribuiscono a quello che siamo anche se non ne siamo coscienti.

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