I miliardari della Silicon Valley sono convinti che Greta Thunberg sia l’Anticristo, per davvero

Soprattutto ne è convinto il loro maschio alfa Peter Thiel, che alla questione ha anche dedicato un ciclo di conferenze. Secondo lui, tutti i mali del mondo sono riassunti nelle parole, opere e missioni di Thunberg.

13 Novembre 2025

Greta Thunberg è l’Anticristo. Parola di Peter Thiel, uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo. Ma come ha maturato questa convinzione l’eminenza nera della Silicon Valley? Per capirlo è necessario intrecciare l’itinerario di un uomo dalle opinioni controverse, già prepper di lusso con la fissazione per i bunker anti atomici e finanziatore di progetti per improbabili micro Stati insulari, precursore della battaglia contro il politicamente corretto e guru delle start up.

Iniziamo dal dove e dal quando. Tra il 15 settembre e il 6 ottobre scorso Thiel ha tenuto una serie di quattro conferenze sulla figura escatologica dell’Anticristo, nell’auditorium del Commonwealth Club di San Francisco, organizzato dall’Acts17 Collettive. Si tratta di un’istituzione privata che si è data il compito di portare i protagonisti delle aziende tech a discutere di sacro, fede e Gesù. Ecco come si presenta: «Were a community of thinkers, builders, artists, and leaders who are wrestling with what it means to live with purpose and conviction. Were here to explore deeper questions, together.  And yes, we talk about Jesus». Anche nella Silicon Valley ora va di moda la spiritualità cristiana, che sembra pronta a soppiantare rinascimento psichedelico, micro dosing e Burning Man.

Al ciclo di incontri si poteva accedere solo su prenotazione e invito, nonché strettamente riservato. Visto che sono un paio d’anni però che Thiel se ne esce spesso su questa storia dell’Anticristo (compresa una lunghissima conversazione in due puntate sul podcast dell’Hoover Institute), possiamo farci un’idea di quel sia la sua idea. Inoltre non tutti gli auditori sono stati alle regole: Kshitij Kulkarni, responsabile della ricerca sui protocolli presso l’azienda di software Succinct, sul suo blog personale ne ha fatto un resoconto apparentemente molto fedele e dettagliato. Costretto a rimuoverlo dopo che gli organizzatori lo hanno minacciato azioni legali per avere violato le clausole di riservatezza, grazie a quella manna dal cielo (per rimanere in tema biblico) che è archive.org possiamo ancora leggerlo. A questo primo resoconto sono seguiti poi ulteriori leak su alcuni dei media più importanti del mondo e newsletter di settore.

Dal libro dell’Apocalisse di Peter Thiel

Per Thiel l’umanità è oggi esposta a una serie di rischi esistenziali: la guerra nucleare, il degrado ambientale, armi biologiche pericolosamente ingegnerizzate e anche robot killer autonomi guidati dall’intelligenza artificiale. Tutto questo per il magnate della Silicon Valley  non è un’invenzione, ma sono problemi concreti per risolvere i quali non basta affidarsi alla tecnologia: se infatti ci sembra che il progresso tecnologico abbia fatto passi avanti da gigante, in realtà ha rallentato. Ecco la sintesi del discorso di Thiel proposta da Kulkarni: «Dal 1750 ai primi del Novecento, la tecnologia ha accelerato a un ritmo che va oltre la comprensione. Nel XX secolo, la durata della vita è raddoppiata. Abbiamo imparato a muoverci più velocemente: le macchine a vapore hanno portato alle automobili e agli aerei a reazione. Nel XXI secolo, la tecnologia significa solo tecnologia dell’informazione; il progresso in tutti gli altri campi si è arrestato. Sorge spontanea la domanda: la singolarità è nel passato o nel futuro?» È di fronte a questa realtà in cui l’Apocalisse è una possibilità nella storia umana, che l’Anticristo fa la sua comparsa. L’Anticristo non è un’entità che si presenta con sembianze luciferine, ma è piuttosto un falso profeta. Secondo Thiel istituirà “un governo mondiale” con la promessa di liberarci dai pericoli della nostra contemporaneità ma finirà così per opprimerci.

«Quando infatti diranno: Pace e sicurezza, allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno», scrive Paolo nella Prima Lettera ai Tessalocinesi. «Gesù rispose: “Guardate che nessuno vi inganni; molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno. Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine”», si legge in Matteo 24, per citare due passi  citati direttamente durante la conferenza. L’Anticristo prenderà il potere «parlando costantemente di Armageddon (o, in termini laici, di rischio esistenziale). Cavalca l’onda dell’ansia apocalittica», sarà agitando i pericoli del presente non per risolverli ma per imporre il suo potere che l’Anticristo assurgerà al potere.

Greta Thunberg vs Gesù Cristo (e Alessandro Magno)

Dopo il post già citato e poi rimosso, altre informazioni sulle otto ore di conferenze sono arrivate dal Washington Post, che ha pubblicato un leak in cui si confermano le cose più o meno già note sulle idee di Thiel, confermando anche come accosti esplicitamente Greta Thunberg all’Anticristo: «Thiel ha sostenuto che le critiche alla tecnologia e le richieste di una regolamentazione più stringente avanzate da Thunberg e altri sembrano riecheggiare interpretazioni bibliche di un Anticristo che conquisterebbe il potere offrendo al mondo “pace e sicurezza” dalla distruzione apocalittica». Già lo scorso giugno lo aveva fatto in un’intervista al New York Times e nel podcast già citato. Se in passato Thiel era stato più cauto nel parlare dell’Anticristo come di una persona in carne ossa, ora pare più netto in questo senso, come riporta la newsletter The Nerd Reich, che dopo l’uscita del WP ha pubblicato ampli stralci delle quattro conferenze: in queste, si sente Thiel sostenere che l’Anticristo dovrà essere una persona giovane, perché vorrà eguagliare e superare in grandezza Alessandro Magno e Gesù Cristo, enfant prodige per definizione.

Insomma, se non è Greta l’Anticristo, sarà qualcuno che gli assomiglia. Ora quello che dobbiamo decidere dopo aver capito più o meno quello che dice l’uomo che ha fatto la sua fortuna fondando PayPal e poi Palantir Technologies, è se si tratta di un’eccentricità da miliardario o di qualcosa di più. Io sono convinto che il discorso sull’Anticristo di Thiel sia propedeutico a una profonda revisione ideologica di quella che è stata la sua azione politica finora.

Negli anni Dieci Thiel ha attirato l’attenzione dei media per essersi fatto costruire un bunker in Nuova Zelanda, diventando anche cittadino del Paese . Secondo i calcoli dei ricchi più ricchi della Silicon Valley l’isola australe per il suo isolamento è il luogo migliore per sopravvivere più o meno a qualsiasi catastrofe e collasso della civiltà. Per anni l’ex brillante studente di Stanford, diventato poi uno dei pionieri dell’economia di internet, ha finanziato ed elaborato ogni qualsivoglia piano per emanciparsi dallo Stato e dalle sue regole. Ha teorizzato una secessione radicale dei più ricchi dal resto del mondo, arrivando a organizzarsi per sopravvivere in un bunker mentre il resto del pianeta va a rotoli, piuttosto che prodigarsi per salvarlo. In passato ha anche finanziato il Seastanding Instituite, che propone di colonizzare gli oceani con città stato ognuno retta da un Ceo e abitate da cittadini-azionisti.

A che ci serve la democrazia

«Non credo più che la democrazia sia compatibile con la libertà», è uno dei suoi enunciati più famosi di Thiel, che nel 1995 con David O.Sacks dava alle stampe The Diversity Myth. Multiculturalism and Political Intolerance on Campus. Quando le culture wars erano di là da venire, quando non si parlava di woke né di cancel culture, Thiel e Sacks avevano già indicato il terreno su cui la destra doveva investire: denunciare il “marxismo culturale”, lavorare a spazzare via ogni traccia di cultura egualitaria, minare alle basi le politiche di inclusione ed emancipazione, ridare voce e agibilità al pensiero conservatore a cominciare dalle università.

Eppure nei decenni successivi a quel libro che ne segnava il primo approccio politico, come abbiamo visto Thiel oltre a diventare ricchissimo, si era dedicato soprattutto a teorizzare la fuga dalla Stato, con forme più o meno escapiste o velleitarie di utopie libertariane. Ora qualcosa è cambiato nella sua visione del mondo (e degli affari): per combattere la lotta contro l’Anticristo gli oligarchi tech non possono rinunciare alla forza (e ai soldi) dello Stato. Siamo di fronte a quella che Paris Marx ha raccontato come una “frattura ideologica” all’interno dell’élite della Silicon Valley, tra chi ha scelto di sposare l’avventura di Donald Trump e della difesa dell’egemonia americana, e chi non ha fatto passi indietro rispetto al sogno di liberarsi dei condizionamenti dello Stato. Il principale asset di Peter Thiel è Palantir, società che si occupa di tecnologia della sicurezza, e che sta creando un nuovo complesso militare-industriale con il settore della Difesa, fornendo sistemi di software e AI integrati con l’esercito statunitense.

Per giustificare la sua nuova passione per lo Stato federale (e i milioni dollari), Thiel aveva bisogno di una battaglia da combattere e di un nemico, che altro non è che un nuovo socialismo con il volto di Greta Thunberg.

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