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09:42 mercoledì 2 luglio 2025
L’Unione Europea ha stabilito che sapere quanto guadagnano i propri colleghi è un diritto Lo ha fatto con una direttiva che l’Italia deve recepire entro il 2026. L'obiettivo è una maggiore trasparenza e, soprattutto, contribuire alla diminuzione del gap salariale tra uomini e donne.
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale Il servizio di streaming trasmetterà in diretta tutta la stagione dei lanci spaziali, comprese le passeggiate nello spazio degli astronauti.
Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli, la loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.
In Turchia ci sono proteste e arresti per una vignetta su Maometto pubblicata da un giornale satirico Almeno, secondo le autorità e i manifestanti la vignetta ritrarrebbe il profeta, ma il direttore del giornale ha spiegato che non è affatto così.
Una delle band più popolari su Spotify nell’ultimo mese è un gruppo psych rock generato dall’AI Trecentomila ascoltatori mensili per i Velvet Sundown, che fanno canzoni abbastanza brutte e soprattutto non esistono davvero.
A Bologna hanno istituito dei “rifugi climatici” per aiutare le persone ad affrontare il caldo E a Napoli un ospedale ha organizzato percorsi dedicati ai ricoveri per colpi di calore. La crisi climatica è una problema amministrativo e sanitario, ormai.
Tra i contenuti speciali del vinile di Virgin c’è anche una foto del pube di Lorde Almeno, secondo le più accreditate teorie elaborate sui social sarebbe il suo e la fotografia l'avrebbe scattata Talia Chetrit.
Con dei cori pro Palestina e contro l’IDF, i Bob Vylan hanno scatenato una delle peggiori shitstorm della storia di Glastonbury Accusati di hate speech da Starmer, licenziati dalla loro agenzia, cancellati da Bbc: tre giorni piuttosto intensi, per il duo.

Per la prima volta, la “religione” più diffusa in Australia è l’ateismo

29 Giugno 2017

Sono usciti di recente i dati relativi all’ultimo censimento australiano. Uno dei numeri più interessanti, che ha incuriosito la stampa internazionale, riguarda l’identificazione religiosa. Per la prima volta nella storia, infatti, la religione più diffusa in Australia è l’ateismo, o più precisamente il non credere in alcuna religione: il 29 per cento degli australiani infatti hanno segnato la casella «nessuna religione», superando dunque di diversi punti percentuali quella che oggi è la seconda religione più diffusa nel Paese, cioè il cattolicesimo. Nel 2017 i cattolici sono il 22 per cento della popolazione australiana: nel censimento precedente, che risale a cinque anni fa, erano il 25 per cento, mentre gli atei erano il 22.

Come spesso accade con i dati, però, molto dipende da come li si legge. Se si raggruppano tutti i gruppi cristiani insieme (cattolici, protestanti, ortodossi, eccetera) si scopre che non soltanto il numero dei cristiani è molto più alto di quello degli atei, ma che rappresenta ancora più della metà della popolazione australiana: il 55 per cento infatti, riporta Slate, si identifica come cristiano. Un altro tema aperto al dibattito, poi, è quanto il non riconoscersi in alcuna religione implichi necessariamente essere atei o agnostici, o se invece la categoria non includa anche persone che magari hanno una forma di religiosità senza risconoscersi in una istituzione ufficiale. A questo sotto-gruppo nel 2016 ha dedicato un libro la teologa progressista Elizabeth Drescher, Choosing Our Religion: The Spiritual Lives of America’s Nones, che però si concentra sugli Stati Uniti, dove indaga il mondo di chi, nei sondaggi, si identifica come «nessuna religione» senza essere né ateo né agnostico.

Remembering Cronulla Riots 10 Years On

Secondo un sondaggio del centro Pew, che ha una divisione specificamente dedicata allo studio dei trend religiosi, le persone che non si riconoscono in alcuna religione sono 1,2 miliardi in tutto il mondo, ovvero il 16 per cento della popolazione globale. Questo fa di loro il terzo gruppo, per affiliazione religiosa, più grande del mondo, dopo i cristiani (2,3 miliardi, circa il 30 per cento della popolazione mondiale) e i musulmani, che sono 1,8 miliardi e rappresentano il 24 per cento dell’umanità. Una rilevazione di Gallup ha provato però a mappare le nazioni meno religiose del pianeta. Tra le prime cinque, non figura l’Australia: sono Cina, Giappone, Estonia, Svezia e Norvegia. Tuttavia va fatto notare che i dati risalgono al censimento precedente, quando in Australia il gruppo più numeroso era ancora rappresentato dai cattolici.

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