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Secondo una ricerca dell’università di Cambridge l’adolescenza non finisce a 18 anni ma dura fino ai 30 e oltre Secondo nuove analisi neuroscientifiche, la piena maturità cerebrale degli adulti arriva molto dopo la maggiore età.
I fratelli Duffer hanno spiegato come settare la tv per guardare al meglio l’ultima stagione di Stranger Things I creatori della serie hanno invitato i fan a disattivare tutte le “funzioni spazzatura” delle moderne tv che compromettono l'estetica anni '80 di Stranger Things.
L’incendio di Hong Kong potrebbe essere stato causato dalle tradizionali impalcature in bambù usate nell’edilizia della città Le vittime accertate sono 55, ci sono molti dispersi e feriti gravi. Sembra che il rogo sia stato accelerato dal bambù usato nei lavori di ristrutturazione.
L’Onu ha definito Gaza «un abisso» e ha detto che ci vorranno almeno 70 miliardi per ricostruirla Quasi sicuramente questa cifra non sarà sufficiente e in ogni caso ci vorranno decenni per ricostruire la Striscia.
Anche quest’anno in Russia è uscito il calendario ufficiale di Vladimir Putin Anche nel 2026 i russi potranno lasciarsi ispirare dalle foto e dalle riflessioni del loro presidente, contenute nel suo calendario
Sarkozy è stato in carcere solo 20 giorni ma dall’esperienza è riuscito comunque a trarre un memoir di 216 pagine Il libro dell’ex presidente francese sulla sua carcerazione lampo a La Santé ha già trovato un editore e verrà presto pubblicato.
Nel primo teaser del nuovo Scrubs c’è la reunion di (quasi) tutto il cast originale J.D., Turk, Elliot e anche il dottor Cox al Sacro cuore dopo 15 anni, invecchiati e alle prese con una nuova generazione di medici. Ma c'è una grave assenza che i fan stanno già sottolineando.
Anche il Vaticano ha recensito entusiasticamente il nuovo album di Rosalía José Tolentino de Mendonça, prefetto per il Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, ha definito Lux «una risposta a un bisogno profondo nella cultura contemporanea».

Ritratti di Millennial da giovani

Pubblicata in Italia dall’editore napoletano Pidgin, Una florida ed eccitante vita interiore è l'esordio letterario dello scrittore australiano Paul Dalla Rosa, una raccolta di racconti popolata da ventenni con pochi soldi e una rara capacità di procrastinare.

06 Marzo 2024

Che gioia tenere tra le mani Una florida ed eccitante vita interiore di Paul Dalla Rosa. Pubblicata in Italia dall’editore napoletano Pidgin, questa raccolta di racconti  farà sognare ad occhi aperti tutti quelli che, me compreso, in un’epoca ormai passata desideravano esordire con dei racconti, come nelle migliore tradizione, la via più nobile per entrare piano piano nel pantheon degli scrittori contemporanei, la strategia adatta per il posizionamento migliore. In fondo quasi tutti i miei scrittori preferiti del Novecento italiano avevano esordito in questo modo, Tondelli, Arbasino e, in tempi più recenti, i gloriosi e indipendenti anni della Minimum Fax avevano creato il fenomeno di Parrella e Cognetti, una con racconti dalla lingua impertinente, una Zadie Smith di Forcella, l’altro con racconti alla Carver, quando quest’ultimo non era ancora blasonato e contava pochi epigoni. Una raccolta di racconti poteva essere un assaggio, una scrittura potenziale declinata in una forma potente, che proiettava grandi promesse per il futuro di un autore. Così ragionava il mio io idealizzante ma, una volta impacchettata la mia raccolta a ventidue anni (che età perfetta per esordire come giovanissimo scrittore napoletano, preferibilmente con una casa editrice indipendente) la mia insegnante di scrittura subito mi stoppò: «Gianlu’ se vuoi pubblicare in Italia devi fare il romanzo, punto».

Paul Dalla Rosa, nonostante il suo cognome, non è italiano. È uno scrittore di Melbourne, Australia sud orientale, dieci ore di fuso. Ma la sintassi è a favore sia della forma (dieci short stories) sia del mercato editoriale che non l’ha mai sdegnata e anzi la traduce addirittura nei paesi in cui i racconti non si leggono. Fa sognare anche la sua breve biografia, molti dei suoi racconti sono stati pubblicati su The Paris Review e Granta, riviste ben impaginate che a noi scrittori provinciali fanno sognare ogni qualvolta le incrociamo in qualche scaffale basso di un duty free di un aeroporto internazionale. Infine i ringraziamenti dell’edizione italiana, agli amici, al traduttore, che ha fatto un ottimo lavoro, e poi all’immancabile residenza per artisti che ha ospitato l’autore nel suo soggiorno in Italia, in compagnia di scrittrici italiane di area internazionale.

I racconti di Paul Dalla Rosa si allineano alla perfezione con molte voci letterarie che negli ultimi anni hanno prodotto soggettività scontornate, mai a fuoco, smarrite tra i cascami del tardocapitalismo. I protagonisti dei suoi racconti sono quasi tutti ventenni pieni di velleità ambigue ma con lo stesso problema: pochi soldi. In un racconto intitolato Mucchietto un ragazzo che lavora in un Pancake Saloon ha un incidente sul lavoro. L’assicurazione non può coprirgli le spese mediche e ogni giorno che passa aumentano le telefonate insistenti, poi minatorie, di un’agenzia di recupero crediti. Per rimediare, come molti altri personaggi dei racconti, sopraggiunge l’idea di aprire un Onlyfans, mettere annunci su Craiglist ma anche lì con scarso successo, meglio abbandonarsi alla realtà virtuale, a sterminate partite in un videogioco open world dove puoi sconfinare dove ti pare. Bellissima l’immagine finale del suo avatar che riesce finalmente a rubare un aereo (siamo in Grand Theft Auto)  e con quello salire su tra le nuvole, nella più angosciante e lieta illusione del controllo.

Il racconto più bello è però quello intitolato Storia di un master in Fine Arts. Un altro ventenne, questa volta alle prese con un master in scrittura creativa, vive in un quartiere malfamato di New York, è in pausa estiva e in quel lasso di tempo non ha alcuna copertura economica, la borsa di studio è già andata. Ha fatto un patto con una sua amica, avrebbero passato l’estate a scrivere racconti. In realtà i mesi estivi passano senza concludere nulla. Nel tempo libero scatta foto a una sua vicina di casa, una ragazza trans a cui manda da leggere i suoi racconti. Quando il suo coinquilino non c’è – un poeta cinese che ha già pubblicato un paio di poesie su The Paris Review – ruba il suo computer per spiare nella posta e nei suoi lavori. A corto di soldi porta in casa un ragazzo adescato su Craiglist. Tutto, pur di non mettersi a scrivere una riga, di concludere un racconto. Noi lettori tireremo un sospiro di sollievo solo nella scena finale, quando la ragazza trans, mentre gli prepara un pediluvio, gli confesserà di non aver mai letto i suoi racconti e che stesse tranquillo: nessuno li leggerà mai.

Seppure concentratissimi sui loro obiettivi, i personaggi di questa raccolta sono tutti persi in anni di riposo e oblio. Sembrano quasi un prodotto di un’intelligenza artificiale che abbia nel suo database i romanzi di Ellis, qualche racconto di David Leavitt, Ottessa Moshfegh, e le protagoniste senza scopi né riferimenti di Emma Cline (volendo spostarci in un’area meno cool, ma altrettanto nobile, anche la cura per l’ellissi di Alice Munro). Se la generazione Z, consapevole della catastrofe, sembra essere quella destinata a godersi la vita, ad affrontare il mondo con la massima flessibilità, a non soccombere alle regole dei padri, in questi racconti incontriamo invece sfessati millennial completamente assuefatti dalle bizzarrie della globalizzazione, incapaci di vedere al di là della loro candida e asettica teoria della vita. Fa strano pensare che in tempi non sospetti io e l’autore della raccolta di cui scrivo oggi ci seguivamo a vicenda su Instagram, per la volontà di un algoritmo che aveva associato i nostri profili nella stessa bolla di sedicenti scrittori – post di libri con sfondo di tulipani o di gigli infilati nelle bottiglie di vino vuote – nell’illusione che, online, la letteratura potesse renderci persone migliori, e invece nella vita reale ci dannavamo sulla più velleitaria delle ambizioni: una raccolta di racconti.

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