La donna si sarebbe allontanata durante un'escursione e non avrebbe fatto in tempo a tornare alla nave prima che ripartisse.
A Rio de Janeiro si è conclusa la più grande e sanguinosa operazione anti-narcos che la città brasiliana abbia mai visto. A partire dalle 4:15 di martedì 28 ottobre, 2.500 agenti delle forze speciali brasiliane hanno lanciato un enorme attacco a un gruppo di narcotrafficanti noto con il nome di Comando Rosso nel Complesso della Penha (area nord di Rio de Janeiro). Fino a questa settimana, l’operazione di polizia più letale di Rio era stata nel 2021 a Jacarezinho, un’altra roccaforte del Comando Rosso, in cui erano state uccise 28 persone. Ora il bilancio è di 138 morti (tra cui quattro poliziotti).
Come scrive l’Ansa, i filmati degli abitanti dell’area, diffusi sui social, testimoniano uno scenario di guerra: bombe lanciate con i droni, 200 proiettili sparati al minuto, corpi smembrati a colpi di machete. Un massacro che ha lasciato la città sotto shock e scatenato polemiche politiche tra il governatore conservatore dello stato di Rio de Janeiro Claudio Castro (Pl, lo stesso partito di Jair Bolsonaro) e l’esecutivo progressista di Luiz incacio Lula da Silva. Oltre a questo, si sollevano anche forti interrogativi sul rispetto dello stato di diritto. Testimonianze raccontano infatti di esecuzioni sommarie con colpi sparati a bruciapelo alla testa.
Come riporta il Guardian, il governatore di Rio Claudio Castro ha continuato a difendere l’operazione in mezzo a un crescente coro di indignazione, compreso l’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, che ha dichiarato di essere rimasto «sconvolto» dalle uccisioni. Il governatore di Rio ha celebrato «un duro colpo» ai trafficanti di droga pesantemente armati che negli ultimi 40 anni hanno preso il controllo di molte delle centinaia di favelas della città. «Le uniche vittime ieri sono stati i poliziotti», ha detto Castro riferendosi ai quattro agenti uccisi durante le intense sparatorie di martedì con i criminali che ha definito «narco-terroristi».
 
    
  Un sospettato è stato fermato all'aeroporto Charles de Gaulle mentre tentava di partire per l'Algeria, l'altro mentre si preparava a partire per il Mali.

 
     
     
     
    