Hype ↓
04:52 venerdì 19 dicembre 2025
LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.
Nobody’s Girl, il memoir di Virginia Giuffre sul caso Epstein, ha venduto un milione di copie in due mesi Il libro è già alla decima ristampa e più della metà delle vendite si è registrata in Nord America.
YouTube avrebbe speso più di un miliardo di dollari per i diritti di trasmissione degli Oscar Nessuna tv generalista è riuscita a superare l'offerta e quindi dal 2029 al 2033 la cerimonia verrà trasmessa in esclusiva su YouTube.
Miss Finlandia ha perso il suo titolo dopo aver fatto il gesto degli “occhi a mandorla” ma in compenso è diventata un idolo dell’estrema destra Il gesto è stato imitato anche da due parlamentari del partito di governo Veri finlandesi, nonostante il Primo ministro lo abbia condannato.
In un editoriale su Politico, Pedro Sánchez ha definito la crisi abitativa «la più grande emergenza di questa epoca» E ha invitato tutti i Paesi dell'Ue a iniziare a trattare il diritto alla casa come quello alla sanità e all'istruzione.
La Romania spenderà un miliardo di euro per costruire Dracula Land, un enorme parco giochi a tema vampiri Il parco verrà costruito vicino a Bucarest e l'intenzione è di competere addirittura con Disneyland Paris.
Tra i 12 film in corsa per l’Oscar al Miglior film internazionale ben tre parlano di Palestina È invece rimasto fuori dalla lista Familia: il film di Francesco Costabile, purtroppo, non ha passato neanche la prima selezione dell’Academy.

Occupy California

Oakland e San Francisco. Le due anime (molto diverse) della protesta nella West Coast

09 Novembre 2011

Occupy Wall Street. Per rendermi la vita più facile, sono andato a visitare l’accampamento di Occupy San Francisco, che è un po’ più vicino. Sta proprio di fronte all’Embarcadero, in una delle zone centrali della città. Il parco che ospita le tende è prossimo al mare, mentre il Bay Bridge si staglia sulla destra, come ad indicare un inevitabile collegamento con il resto del paese. Quasi sei mila miglia più ad est, i colleghi di Occupy Wall Street stanno davanti alla Mecca della finanza mondiale, e protestano.

Anche le centinaia di persone che affollano le tende di Occupy San Francisco protestano. Ma lo fanno con quella cortesia e gentilezza che sarebbero più consoni in una serata di musica e cultura, o ad un incontro sullo sviluppo sostenibile. Neppure i tifosi dei Giants (la squadra di baseball di San Francisco, campione americana in carica) sono così prudenti nell’avvicinarsi, ossequiosi nell’importunarti, e facili a mollare la presa al primo segno di disagio. Se questa è una protesta, bisognerà che qualche sociologo riveda la definizione. Protesta è canti e slogan, marce e social network, violenza fisica o anche semplicemente esorcizzata. Un po’ di polizia, magari pure qualche lacrimogeno. Niente di tutto questo qui a San Francisco.

Diversa la storia a Oakland, un paio di settimane fa. Causalmente ero là proprio mentre la polizia si schierava, quattro elicotteri a bassa quota a pattugliare e fornire informazioni al centro di comando, e un po’ di gente a protestare. Non moltissima, almeno secondo gli standard europei. Non moltissimi neppure per Oakland, che ha una certa reputazione, una tradizione di marce, proteste e rivolte che risale ai lontani anni Quaranta. Alle nove del mattino del 25 ottobre la polizia fronteggiava i contestatori, alle 10 e trenta la marcia si era trasformata in una conversazione animata tra le diverse anime del movimento, mentre la polizia stava a pochi metri, a proteggere l’ingresso alla metro. Niente polizia a cavallo, come annunciato. Gli elicotteri volteggiavano ancora, ma i cerchi erano diventati meno concentrici; sembrava di essere a Las Vegas, con gli elicotteri che ti portano un po’ in giro per la città, da palazzo a palazzo, come in pellegrinaggio.

Quello che mi ero perso, però, era che qualche ora prima la polizia aveva sgomberato l’accampamento di Occupy Oakland che stava proprio di fronte al municipio. Un centinaio di persone erano state arrestate, alcune per resistenza a pubblico ufficiale, altre per occupazione abusiva di suolo pubblico. Erano stati lanciati lacrimogeni e la polizia era stata munita di maschere. Quello che mi sarei perso, invece, era la marcia di protesta nel pomeriggio di migliaia di persone in direzione della stazione di polizia. Lungo il percorso, tafferugli, lanci di oggetti contro gli agenti, ancora qualche lancio di lacrimogeni.

Oakland e San Francisco non sono proprio adiacenti come Milano e Sesto San Giovanni, ma comunque prossimi, come Milano e Monza. Dal punto sociale e culturale, però, sono veramente due universi distinti, distanti anni luce. Anche i contestatori che protestano davanti all’Embarcadero sono fronteggiati dai poliziotti; per la precisione, da tre poliziotti: due in auto e uno in motocicletta. La rivoluzione gentile, a quanto pare, non impensierisce l’ordine costituito. I contestatori sono oggetto di culto, come si addice a degli eroi che lottano per la giustizia sociale. I turisti si avvicinano e scattano foto. L’agente di polizia in motocicletta, un giovanotto aitante e biondo come quello di CHIPs, gentilmente declina, ma sembra apprezzare l’invito. Gli slogan sono scritti su primitivi pezzi di cartone, un po’ come facevano noi al liceo, tanti anni fa. C’è un corso di chitarra, e qualcuno suona. Altri stanno semplicemente lì, a parlare. In cerchio, seduti su tappetini, le gambe incrociate. Il clima è rilassato, senz’altro più rilassato di quello offerto dalla gente che va al lavoro nel vicinissimo distretto finanziario. Non ci sono canti, però, e neppure scene di sesso, come ai tempi degli hippie. È una protesta pacifica, misurata, dignitosa.

Come Giano, la protesta presenta due volti, quello accigliato, un po’ arrabbiato di Oakland; e quello rilassato e riflessivo di San Francisco. Le ragazze sorridenti che mi avvicinano, all’inizio di Mission, l’arteria che taglia la città in due, mi porgono un volantino e un fiore. Mi chiedo se – giovani come sono – si ricordano che, quarantacinque anni fa, altre ragazze faceva esattamente lo stesso con i soldati in tuta mimetica e baionetta in canna.

Articoli Suggeriti
Social Media Manager

Leggi anche ↓
Social Media Manager

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.