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Israele vuole cancellare la sua versione degli Oscar perché ha vinto un film che parla di un ragazzino palestinese Anche perché, vincendo, The Sea è automaticamente candidato a rappresentare Israele agli Oscar per il miglior film internazionale.
Il candidato della Francia all’Oscar per il Miglior film internazionale è un film ambientato in Iran, che parla di Iran e diretto da un iraniano Dalla Palma d’Oro a Cannes alla candidatura francese agli Oscar, il viaggio di Jafar Panahi attraverso le crepe della politica e del cinema
Sulla tv del ministero della Difesa russo c’è uno show fatto con l’AI che trolla i politici stranieri Macron con i bigodini rosa, Trump che parla di gabinetti dorati, von der Leyen in versione soviet: questo il meglio che la "satira" russa offre.
Il late show di Jimmy Kimmel è stato sospeso per dei commenti di Kimmel su Charlie Kirk Commenti che però Jimmy Kimmel non ha mai fatto.
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 

Una città ucraina ha cambiato nome in New York per far incazzare Putin

24 Febbraio 2022

«Tra di noi ci diciamo che i russi hanno troppa paura di bombardare New York», risponde ironicamente Tetyana Krasko, responsabile del centro culturale di New York, piccola città ucraina che fino a pochi giorni fa si chiamava Novgorodske (“nuova città” in ucraino). Nelle ore in cui Vladimir Putin ha lanciato la sua «operazione militare speciale» con lo scopo di «smilitarizzare e denazificare» l’Ucraina, i cittadini della fu Novgorodske hanno deciso di esprimere la loro opinione su Putin restituendo alla città il suo nome originale, quello con cui veniva chiamata prima che nel 1951 l’Unione Sovietica decidesse di cambiarlo: New York.

Novgorodske/New York si trova vicino al confine est dell’Ucraina, e negli ultimi otto anni si è sempre trovata al centro del conflitto con la Russia, spesso teatro di scontri con i separatisti sostenuti da Putin. Fino a prima dell’inizio del conflitto, a New York vivevano più di diecimila persone, ma adesso la maggior parte delle case sono vuote. Chi è rimasto in questi giorni esce il meno possibile: le strade sono deserte e il suono più frequente è quello delle esplosioni. Tra gli abitanti della città, non tutti hanno preso bene la decisione di cambiare nome: «Non è divertente. Vivere qui è difficile, innanzitutto perché non c’è lavoro, gli stipendi sono bassi, e ora ci sono anche le bombe», ha raccontato a Euronews Ella Pylypenko, abitante di New York.

Ma per quelli che hanno spinto per il cambio di nome, la decisione non si esaurisce in un’infantile e inutile sberleffo a Putin. Si tratta, per loro, di restituire alla città un pezzo dell’identità portato via dalla “russificazione” degli anni dell’Unione Sovietica. Anche se, come ammette la stessa Krasko, nessuno sa esattamente perché la città sia stata fondata con quel nome: l’ipotesi finora più accreditata è quella che vuole che a scegliere il nome New York sia stato un gruppo di coloni tedeschi arrivati in questa parte di Ucraina nell’Ottocento. «È un mistero che ancora nessuno è riuscito a risolvere», dice Krasko.

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