Da otto anni Netflix si rifiuta di distribuire un biopic di Gore Vidal perché il protagonista è Kevin Spacey
Una decisione che è fin qui è costata cara alla piattaforma, che ha già perso 40 milioni di dollari per questo film.

È braccio di ferro tra Netflix e il distributore indie del film su Gore Vidal, rinchiuso da 8 anni nel cassetto del gigante dello streaming. Una lotta silenziosa che una gola profonda ha voluto rendere pubblica, ricostruita da Word of Reel nei suoi sviluppi più recenti. In molti si sarebbero fatti avanti per acquisire i diritti del film sullo scrittore statunitense, scontrandosi con il secco no di Netflix.
La piattaforma streaming rimane ferma sulla sua posizione, tanto da aver pagato dal 2017 a oggi 40 milioni di dollari per i diritti sul film, salvo poi rifiutarsi di pubblicarlo sulla piattaforma. Il biopic Gore è solo uno dei progetti ridimensionati o chiusi a causa della presenza nel cast dell’attore Kevin Spacey, travolto da gravissime accuse di abusi sessuali. Dopo un lungo processo conclusosi nel 2023, Spacey è stato assolto da tutti i capi d’imputazione.
Negli ultimi mesi la star sta alternando studiate apparizioni pubbliche a timidi tentativi di riprendere a lavorare, ma la sua assoluzione giudiziaria non è coincisa con una pubblica riabilitazione. Qualcuno da dietro le quinte dunque ha voluto forzare la mano a Netflix, testandone la volontà di bloccare il film in cui interpreta lo scrittore statunitense.
A complicare la distribuzione del film c’è anche la natura dello stesso. Pare infatti che contenga scene in cui Vidal ha rapporti sessuali con alcuni giovani uomini, rapporti sessuali illegali all’epoca dei fatti: l’idea che Spacey, accusato di violenze ai danni di diversi giovani uomini, interpreti scene del genere è ovviamente un problema, non solo per Netflix.
Vittima incolpevole della situazione è il resto del cast che ha lavorato al film. L’attore Michael Stuhlbarg, che interpreta il compagno di Gore Howard Austen, si dice triste per lo stallo, pur riconoscendo che Gore affronta «tematiche sensibili che meritano un’attenta valutazione.»

L'autodefinitosi divo internazionale se l'è presa con tutto il cinema italiano, con Elio Germano, Luca Marinelli, i David, il circolino, l'amichettismo, le scarpe Clarks. È diventato già l'attore preferito dalla destra, anche se nessuno ha ancora capito cosa l'abbia fatto arrabbiare.