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Netflix ha dato 50 milioni a un regista per un film e lui li ha spesi tutti in criptovalute
Era il 2018, le piattaforme di streaming vivevano il loro momento di gloria e un regista semisconosciuto di nome Carl Erik Rinsch presentava il pitch di una serie tv sci-fi a diverse case di produzione. In breve Rinsch si vide piovere addosso offerte sempre più alte da Amazon, Hbo, Netflix, Hulu, Apple e YouTube. In un primo momento sembrava che il regista avesse raggiunto un accordo a otto cifre con Amazon, ma poi la vicepresidente di Netflix fece un ultimo rilancio e si aggiudicò la serie. La serie si chiama Conquest e se non l’avete mai sentita nominare è perché non esiste né esisterà mai. I dirigenti di Netflix erano talmente entusiasti del progetto che sostanzialmente hanno lasciato a Rinsch carta bianca, sia in termini di creatività che di budget. Ben presto Rinsch ha cominciato a dare i primi segni di squilibrio. Il New York Times, che ha indagato sulla vicenda, ha avuto accesso a messaggi e mail in cui Rinsch diceva di aver scoperto il “meccanismo segreto” dietro alla trasmissione del Covid o di riuscire a prevedere i fulmini. Per quanto riguarda gli investimenti di Netflix in Conquest, che alla fine ammontavano a circa 55 milioni di dollari, si è scoperto che il regista li ha spesi in azioni, criptovalute e beni di lusso.
La carriera di Rinsch nel video-making è iniziata nel 2010, quando fece uno spot per Philips che ricevette diversi premi nel settore pubblicitario. Poi il suo nome era stato accostato a un possibile prequel di Alien. Alla fine furono gli Universal Studios a volerlo come regista di 47 Ronin. Il New York Times ha riportato che già all’epoca di questo primo film, uscito nel 2013, Rinsch aveva causato degli inconvenienti e gli Universal Studios persero gran parte del loro investimento perché 47 Ronin fu un flop. Per un po’ di tempo tornò a fare video per le pubblicità e poi, anche grazie alla moglie Gabriela Rosés Bentancor, nasce Conquest. I primi investimenti nella serie sono stati di Rinsch stesso, e gli hanno permesso di, perlomeno, iniziare le riprese, ma gli attori non la ricordano come una bella esperienza. Due addetti alla produzione hanno raccontato che Rinsch li ha costretti a fare riprese per 24 ore di fila, mentre l’attrice principale è stata portata in ospedale per ipotermia dopo aver passato ore immersa nella neve. Quando la casa di produzione 30West, che aveva contribuito al finanziamento, ha abbandonato il progetto, il primo ad aiutare Rinsch è stato l’attore Keanu Reeves, che il regista aveva conosciuto sul set di 47 Ronin.
I maltrattamenti però sarebbero continuati anche sui set successivi: a San Paolo sono dovuti intervenire dei rappresentanti di Netflix perché urlava e insultava i lavoratori, a Budapest ha accusato l’allora ex moglie di tramare contro di lui per ucciderlo. Alla fine nel 2021 Netflix ha informato Rinsch di aver cancellato Conquest, al che il regista ha accusato la rete di aver violato il contratto e di doverlo risarcire per i danni causati, che secondo lui ammonterebbero a 14 milioni di dollari. Netflix ha risposto di non dovere niente a Rinsch.