Si intitola Nobody’s Girl, Giuffre lo avrebbe completato pochi giorni prima di suicidarsi, il 25 aprile scorso.
La Nasa smetterà di studiare la crisi climatica perché secondo il suo capo non è una questione che la riguarda
Sean Duffy ha detto che la Nasa deve dedicarsi solo all'esplorazione spaziale, non «a tutte queste scienze terrestri».

Immaginate un Italia in cui Matteo Salvini, oltre che ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è anche a capo dell’Agenzia spaziale nazionale. Sarebbe strano, vero? Certamente ci sarebbero quelli, i soliti, a spiegare che in realtà non c’è niente di strano nel fatto che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sia anche capo dell’agenzia spaziale, perché in fondo le astronavi sono dei mezzi di trasporto, no? E le piattaforme di lancio delle infrastrutture, vero? Ma gli altri, molti altri, quasi tutti gli altri penserebbero che, in effetti, è piuttosto strano. Ecco, un Paese in cui il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è anche il capo dell’Agenzia spaziale nazionale esiste: sono gli Stati Uniti d’America.
E, sarà un caso, ma questo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che si chiama Sean Duffy, che è anche il campo della Nasa ha deciso, annunciandolo in un’intervista concessa a Fox, che l’agenzia spaziale americana non deve più perdere tempo a studiare la crisi climatica né il clima in generale. Perché? Perché, a suo dire, non è a questo che serve la Nasa, che invece serve a «esplorare, non a studiare tutte queste scienze terrestri». Duffy, dunque, che capo della Nasa lo sarebbe anche a interim, in attesa che l’amministrazione Trump scelga un vero capo della Nasa (ma, viste le prodezze che ci ha regalato fin qui Trump, è difficile credere che il prescelto sarà uno tanto migliore di Duffy), passerà alla storia come l’uomo che ha deciso che l’Agenzia spaziale americana non deve disturbarsi con queste quisquilie terrestri, con minuzie come la crisi climatica, nonostante la Nasa contribuisca alla ricerca sul clima dagli anni ’60. Ma che importa degli studi climatologici, molto meglio collaborare con Elon Musk alla costruzione della prima colonia umana su Marte, probabilmente.
Come si legge su Futusim, era da un po’ che si era capito che l’amministrazione Trump avrebbe preso questa decisione. Recentemente, la stessa amministrazione aveva impedito alla Nasa di pubblicare importanti studi climatologici sul suo sito. Dopodiché, funzionari scelti da Trump avevano ordinato lo “spegnimento” di due satelliti impiegati nella raccolta di dati per studi sul clima. Il risultato di quella che molti osservatori hanno definito una politica apertamente anti scientifica è che appena un mese fa il Department of Energy americano ha pubblicato un report pieno zeppo di “errori” in cui si minimizza, quasi si nega, l’esistenza e le conseguenze del riscaldamento globale.